CHIERICI, Luigi
Nacque a Bologna il 14 luglio 1823 da Francesco Maria, vicerettore dell'università di Bologna, e da Geltrude Negri. Il C. seguì gli studi di medicina, pur manifestando nel contempo una spiccata inclinazione per le lettere, tanto che, a ventidue anni, componeva e faceva rappresentare al teatro del Corso di Bologna il dramma in cinque atti L'allievo di Pasinelli (Bologna 1845), tratto da una storia del XVII secolo.
Conseguita la laurea nel 1846, l'anno successivo il C. era nominato ufficiale medico col grado di capitano dell'esercito pontificio. Di idee liberali, ebbe parte nelle vicende emiliane del 1848. Fu, a Reggio, membro della commissione incaricata di custodire i registri delle firme per il plebiscito che quella municipalità aveva indetto il 3 maggio per la fusione dell'ex ducato al Piemonte. L'8 agosto partecipò alla resistenza opposta dal popolo di Bologna all'entrata nella città delle truppe austriache del maresciallo Welden e, lo stesso giorno, veniva nominato da G. Pepoli, che aveva assunto il comando della guardia civica, ispettore del Comitato di pubblica sicurezza. Fu uno dei promotori del Circolo popolare bolognese, sorto il 9 nov. 1848 e sciolto il 18 maggio 1849 in seguito all'occupazione austriaca della città.
Sebbene nel suo atto di costituzione si accennasse solamente a finalità filantropiche e sociali, il Circolo perseguiva scopi segnatamente politici e si faceva banditore e sostenitore del programma della Costituente mazziniana. Il C., come membro del comitato dirigente, ebbe una parte attiva all'interno del Circolo popolare, favorendo tra l'altro, in opposizione agli intendimenti del governo di Roma, l'entrata di Garibaldi in Bologna nel novembre del 1848; per questo fu ordinato il suo arresto dal gen. C. Zucchi, che era stato inviato da Pellegrino Rossi nelle Legazioni allo scopo di contenere le agitazioni dei democratici.
Nell'aprile del 1849 veniva dal preside della provincia O. Biancoli confinato a Castel San Pietro per avere, con i suoi atteggiamenti rivoluzionari, contrastato la politica moderata dello autorità comunali. Durante la Repubblica romana fu delegato governativo a Poggio Renatico e promosso maggiore medico di Stato Maggiore, inviato in missione speciale a Roma presso il gen. L. Mezzacapo. Nominato commissario straordinario della Repubblica per le Marche e le Romagne, il C. giunse ad Ancona il 20 maggio 1849 e qui rimase per tutto il periodo dell'assedio austriaco fino al 20 giugno quando, non volendo accettare la capitolazione trattata il giorno avanti dal consiglio di guerra della città col gen. austriaco Wimpffen, s'imbarcò con il presidente G. Mattioli e il gen. L. Zambeccari sul brick mercantile "Il Progresso" che, per l'interessamento del console inglese, poté lasciare il porto e dirigersi a Corfù.
Durante gli undici anni trascorsi in esilio, prima a Corfù poi a Costantinopoli, il C. si dedicò essenzialmente all'esercizio della professione medica, acquistandosi numerose benemerenze per l'opera svolta nella lotta contro la peste e il colera, specie in occasione delle grandi epidemie del 1853 e 1855.
In Oriente ebbe modo di riconoscere la grande utilità dell'igiene pubblica per la profilassi delle malattie epidemiche e si convinse altresì della necessità che il concetto di igiene, superando i limiti in cui era ristretto, venisse esteso a tutte le manifestazioni della vita dell'uomo, dalle fisiche alle intellettuali, alle morali, che avessero in qualche modo un diretto riflesso sulla società.
Tornato in Italia, nel dicembre del 1861 iniziò presso l'università di Torino il libero insegnamento di quella che egli definì appunto "igiene sociale", tenendo un corso su "L'igiene e la società" che apriva una lunga serie di "letture scientifico-popolari per ambo i sessi". Le conferenze che negli anni successivi il C. venne svolgendo anche in molte altre importanti città italiane, oltre che a Vienna e in Germania, si articolavano su temi di varia natura (la donna, il romanzo, la guerra, la civilizzazione, ecc.), ma tutti miranti a promuovere l'educazione e la moralizzazione sociale. A tal fine nel 1863 fondava a Torino la prima Società italiana di temperanza per la lotta contro l'alcolismo. Per i suoi meriti, lo stesso anno, venne incaricato dell'insegnamento della pubblica igiene presso l'università di Torino. Alla fine del 1864 il C. si recò a Bologna ove, nel 1869, fondò il primo Istituto di istruzione superiore femminile. Lasciata quindi Bologna, trascorse alcuni anni a Firenze e nel 1875 si trasferì definitivamente a Roma. Qui collaborò al settimanale L'Istruzione secondaria diretto da P. Ardito e alla rivista culturale La Libertà.
Non si conosce la data della morte.
Tra le numerose pubblicazioni del C. vale ricordare: Sulcholéra morbus, Corfù 1855; Sulla riforma dei cimiteri nell'Impero ottomano, Costantinopoli 1857; Trattato di medicina civile ed igiene sociale, Torino 1863; Dell'abuso del vino e dei liquori spiritosi, ibid. 1863; Bacco,Tabacco e Venere, Bologna 1869; A. Manzoni igienista del cuore, Roma 1875; Fede,Speranza e Carità, ibid. 1880; Famiglia,amicizia,patria e Dio, ibid. 1880; La donna, ibid. 1880.
Fonti e Bibl.: Roma, Arch. centr. dello Stato, Ministero I. P. (1860-1880),Personale,Chierici; Atti Parlamentari,Senato,Discussioni, legislatura XII, 7 giugno 1876, pp. 120-121; B. Del Vecchio, L'assedio e il blocco di Ancona, Capolago 1850, pp. 91, 115, 164; G. Gabussi, Rivoluz. degli Stati romani, Genova 1852, III, p. 387; G. Franceschini, Gli avvenim. di Ancona negli anni 1848-49, Roma 1899, pp. 70-75; E. Loevinson, G. Garibaldi e la sua legione nello Stato romano,1848-49, III, Roma-Milano 1907, p. 136; E. Costantini, Il decennio di occupaz. austriaca in Ancona(1849-1859), Ancona 1916, pp. 64, 108; G. Natali, I circoli politici bolognesi nel 1848-49, in Rassegna stor. del Risorg., XXV (1938), pp. 198, 223; C. Fano, Francesco V,il Risorgimento nel ducato di Modena e Reggio dal 1846 al 1849, Reggio Emilia, 1941, p. 152; O. Majolo Molinari, La stampa period. romana dell'800, Roma 1963, I, pp. 502, 550; A. De Gubernatis, Diz. biogr. degli scrittori contemporanei, Firenze 1879, pp. 286 s.; Diz. del Risorg. naz., II, p. 674.