CARUSO, Luigi
Nato a Napoli il 25 sett. 1754, figlio di un maestro di cappella e fratello del tenore Emanuele, studiò dapprima col padre, poi con Nicola Sala al conservatorio della Pietà dei Turchini. Si affermò giovanissimo come compositore di opere in musica e dal 1790 esercitò la professione di maestro di cappella a Cingoli e successivamente (dopo un lungo viaggio in Portogallo) a Fabriano (1796), a Perugia (1796-98) e ad Urbino (1808-10), nel cui duomo fu maestro della cappella musicale del SS. Sacramento. Il soggiorno a Urbino fu per il C. un periodo molto difficile per i burrascosi rapporti stabilitisi tra lui e il capitolo, che lo accusava di assolvere con negligenza i suoi obblighi e mostrava di non apprezzare la sua musica. Date le dimissioni nel 1810, il C. fu poi per qualche tempo a Palermo "in servigio delle Chiese" come riferisce l'abate Bertini, quindi nuovamente in Perugia. Viaggiò e soggiornò temporaneamente, oltre che in Portogallo, anche in Francia e in Germania. Morì a Perugia nel 1822.
La produzione di musica operistica del C. è veramente imponente.
È incerto se la prima opera sia stata Ilbarone di Trocchia, su libretto di F. Cerlone, che risulta essere stata rappresentata a Napoli nel carnevale 1773, o se non si tratti invece della omonima opera di G. Gazzaniga, data a Napoli dapprima nel 1768 e poi ripresa nel 1773. Compose poi Artaserse (libretto di Metastasio, Londra 1774, e Firenze, teatro degli Intrepidi, primavera 1780), cui seguirono: La lavandaia astuta (libretto di P. Chiari, Livorno, teatro S. Sebastiano, 1775; col titolo Ilmarchese villano ossia la lavandaia astuta, Firenze, teatro della Pergola, autunno 1776; col titolo Ilmarchese Tulipano, Reggio Emilia, teatro Pubblico; Modena, teatro di corte; Novara, teatro Nuovo, 1777); Il padre della virtuosa (libretto di G. Bertati, Trieste, teatro di S. Pietro, carnevale 1776; col titolo La virtuosa alla moda, Bologna, teatro Marsigli-Rossi, 19 ott. 1776; Firenze, teatro di via del Cocomero; col titolo Li due amanti rivali, Venezia, teatro S. Samuele, autunno 1779); Il cavalier magnifico (libretto di Nicola Tassi, Firenze, teatro di via del Cocomero, settembre 1777); La caffettiera di spirito (Brescia, teatro Nazionale, 1776); La creduta pastorella (Roma, teatro Alibert o delle Dame, 1778); Il tutore burlato (o "balordo", Bologna 1778); L'americana in Italia (libretto dell'ab. Frediani, Roma, 1778); L'amore volubile (libretto di S. Bellini, Bologna, teatro Zagnoni, 22 dicembre del 1778); La fiera (Roma, teatro Capranica, gennaio 1779); Scipione in Cartagine (libretto di G. Giunti, Venezia, teatro S. Samuele, autunno del 1779); L'albergatrice vivace (libretto di G. Palomba, Parma, teatro Ducale, carnevale 1780; col titolo Ipretendenti delusi, Venezia, teatro S. Samuele, carnevale 1780); L'arrivo del Burchiello da Padova a Venezia (farsa a 5 voci in due atti, libretto di G. Fiorio, Venezia, teatro Grimani di S. Giov. Crisostomo, carnevale 1780); La locanda in iscompiglio (Firenze, teatro degl'Intrepidi, autunno 1780); Il fanatico per la musica (in collaborazione con Carlo Spontoni, Roma, teatro Alibert, 10 febbr. 1781); L'albergatrice rivale (Milano, teatro alla Scala, 25 luglio 1781); Il marito geloso (libretto di G. Bertati, Venezia, teatro S. Moisè, autunno 1781); Il matrimonio in commedia (libretto di G. Palomba, Roma, teatro Capranica, 29 dic. 1781); L'inganno (libretto di G. Gilberti, Napoli, teatro del Fondo, primavera 1782); La gelosia (Roma, teatro Capranica, 1° genn. 1783); Il vecchio burlato (libretto di G. Palomba, Venezia, teatro S. Samuele, autunno 1783); Gli amanti alla prova (libretto di G. Bertati, Venezia, teatro S. Moisè, 26 dic. 1783; col titolo Gli amanti dispettosi, Napoli, teatro del Fondo, 1787); Le quattro stagioni (libretto G. Palomba, Napoli, teatro del Fondo, 1784; col titolo Le quattro nazioni, Verona, teatro dell'Accademia filarmonica, autunno 1797); Gli scherzi della Fortuna (Roma, teatro Capranica, carnevale 1784); Puntigli e gelosie tra moglie e marito (libretto di G. Palomba, Napoli, teatro Nuovo, autunno 1784); Giunio Bruto (Roma, teatro Alibert, carnevale 1785). I tre amanti burlati (Ancona, teatro La Fenice, carnevale 1785); Le parentele riconosciute (Firenze, teatro degl'Intrepidi, autunno 1785); Le spose ricuperate (libretto di G. Bertati, Venezia, teatro S. Samuele, autunno 1785; anche col titolo ICampi Elisi ossia le spose ricuperate); Il poeta melodrammatico in Parnaso (Verona, teatro dell'Accademia filarmonica, carnevale 1786); I rivali in puntiglio (libretto di F. Livigni, Venezia, teatro S. Moisè, carnevale 1786); Il poeta di villa (Roma, teatro Pallacorda, primavera 1786); Lo studente di Bologna (Roma, teatro Pallacorda, estate 1786); Il servo astuto (Gallarate, teatro Borgo, autunno 1786); L'impresario fallito (Palermo, teatro S. Cecilia, autunno 1786); L'antiquario burlato ossia la statua matematica (libretto di G. Bertati, Pesaro, 1786); Alessandro nelle Indie (libretto di P. Metastasio, Roma, teatro Alibert, 1787); Ilmalefico confuso (Roma, teatro Valle, autunno 1787); La convulsione (o confusione, libretto di G. Palomba, Napoli, teatro dei Fiorentini, carnevale 1787); Gli amanti disperati (Napoli, autunno 1787); Antigono (libretto di P. Metastasio, Roma, teatro Alibert, carnevale 1788); Il calabrese fortunato (Cento, teatro Sampieri, estate 1788); La disfatta di Dumtalmo, re di Theuta (Roma, teatro Argentina, 1789); La sposa volubile ossia l'amante imprudente (Roma, teatro Capranica, 7 febbr. 1789); Le due spose in contrasto (Roma, teatro Valle, autunno 1789); Amleto (libretto di Fabio Dorsene Aborigeno da Ducis, Firenze, teatro della Pergola, 26 dicembre 1789); Attalo re di Bitinia (libretto di A. Salvi, Roma, teatro Argentina, carnevale 1790); Demetrio (libretto di P. Metastasio, Venezia, primavera 1790); I due fanatici per la poesia (Firenze, teatro degli Intrepidi, carnevale 1791); La locandiera astuta (libretto di G. Rossi, Roma, carnevale 1792); Gliamanti ridicoli (Roma, carnevale 1793); Oro non compra amore, ossia il barone di Moscabianca (libretto di A. Anelli, Venezia, teatro S. Benedetto, 26 nov. 1794); Il giocatore del lotto (Roma, carnevale 1795); La Lodoīska (libretto di F. G. Ferrari, Roma, teatro Argentina, carnevale 1798); La tempesta (Napoli, primavera 1798); La donna bizzarra (libretto di A. Bernardini, Roma, teatro Valle, carnevale 1799); Le spose disperate (Roma, ivi, carnevale 1801); Il principe invisibile (Pietroburgo, teatro Imperiale, primavera 1802); Il trionfo di Azemiro (Roma, teatro Alibert, carnevale 1802); La ballerina raggiratrice (libretto di B. Mezzanotte, Roma, teatro Apollo, 7 genn. 1805); La fuga (Roma 1809); Così si fa alle donne ossia l'avviso ai maritati (Firenze, teatro della Pergola, 23 apr. 1810).
Come maestro di cappella, e in particolare nel periodo del suo soggiorno a Urbino e a Perugia, il C. si dedicò intensamente alla composizione di musiche sacre e liturgiche. La sua produzione in questo campo comprende numerose messe, oltre a Dixit, salmi, Magnificat, litanie, Miserere, le Lamentazioni di Geremia, tutti i salmi dei Vespri a cappella, offertori, mottetti e gli oratori: Giuditta (Urbino 1781); Jefte (Bologna, oratorio dei padri di S. Filippo Neri, 1786) e S. Tommaso d'Aquino (1788); La sconfitta degli Assiri (1793); Il trionfo di Davide (Assisi 1794).
Lasciò anche un gran numero di cantate e composizioni da camera, tra le quali Cantata pastorale per la festa di Natale, Minerva al Trasimeno, Il Tempo scuopre la verità, e una Cantata funebre, brani di musica vocale e strumentale, (duetti, terzetti, quartetti vocali, arie con accompagnamento). Molte sinfonie, arie, duetti tratti dalle sue opere di maggior successo furono raccolti a parte o inseriti in miscellanee, ed eseguiti come pezzi da concerto.
Nell'ultimo ventennio del secolo XVIII il C. godette certamente di grande fama, sia in Italia, dove ogni anno i teatri delle principali città allestivano opere sue, sia all'estero, dove è certo che furono eseguiti suoi melodrammi in importanti teatri privati e pubblici, dal Portogallo alla Russia, dalla Germania alla Grecia, alla Spagna, alla Francia, all'Austria.
Operista fecondissimo, capace di assecondare i gusti e le inclinazioni di un pubblico molto vasto, il C. fu particolarmente versato nel genere comico, al quale appartengono i suoi lavori più riusciti (La virtuosa alla moda, Il tutore burlato, L'albergatrice vivace), e certo dovette buona parte del suo successo alla scelta di librettisti di prim'ordine, quali il Metastasio e il Bertati, abilissimi nello sceneggiare le vicende drammatiche e collaboratori dei maggiori operisti dell'epoca. Collaborarono con il C. anche librettisti di minor talento, come Palomba, Tassi, Chiari, ma dotati di buona esperienza di teatro. Alcuni dei numerosi melodrammi scritti dal C. furono in un secondo momento da lui stesso riadattati con l'introduzione di varianti e aggiunte musicali e mutamenti di titoli, allo scopo di presentarli come opere nuove in successive stagioni teatrali. Fedele ai tradizionali clichés operistici del secondo Settecento) il C. fu incapace di adeguarsi al profondo rinnovamento del teatro musicale che si andava operando nei primi decenni del sec. XIX; vide quindi lentamente diminuire i suoi successi teatrali e abbandonò infine il melodramma per dedicarsi esclusivamente alla composizione di musica cameristica e sacra ed alla attività didattica, alla quale aveva atteso sin dal 1790, sia come maestro di cappella sia in forma privata, insegnando canto, organo, pianoforte, contrappunto e composizione. Tra i suoi allievi si deve ricordare Francesco Morlacchi, assai noto e stimato al suo tempo come compositore di musica sacra, che precedette il C. come maestro di cappella nel duomo di Urbino.
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