BONAZZI, Luigi
Nacque a Perugia il 3 marzo 1811, quartogenito di Giuseppe e di Celeste Carattoli. A undici anni scrisse per giuoco una tragedia che attirò su di lui l'attenzione dei marchesi di Sorbello, di cui il padre era domestico, e per il loro interessamento entrò in seminario, donde uscì nel 1825, insofferente di quella vita. Nel suo primo saggio, scritto nel 1828, epoca in cui frequentava il ginnasio comunale, e pubblicato successivamente col titolo Sulla cultura delle belle lettere (Giornale scientifico-letterario-agrario di Perugia, 58, Perugia 1839), si venne delineando la figura del suo letterato ideale, tutto rivolto ad ascoltare la voce della natura e quella del proprio cuore. Dopo aver seguito, per un brevissimo periodo, gli studi di medicina, si dette a insegnare retorica nelle scuole comunali di Bevagna, ma presto, nel 1831, per aver tenuto discorsi patriottici agli scolari di Ascoli Piceno e aver inneggiato all'insurrezione di Ancona, si compromise e dovette riparare a Perugia. Entrato nel corpo dei finanzieri col grado di furiere, subì una serie di trasferimenti perché sospetto. Congedatosi, riprese l'insegnamento in una scuola privata e si sposò.
Nel 1842 iniziò la carriera teatrale, entrando in una modestissima compagnia che esordì a Gubbio. Si cimentò poi come generico nella compagnia di L. Domeniconi (con questo fu in tournée a Genova e a Torino), poi in quella di A. Morelli (la parte di Tompson nel Riccardo Darlington di Alexandre Dumas padre, recitata accanto al Morelli, segna per il B. l'inizio della notorietà consacrata, di lì a poco, dall'interpretazione del principe di Galles nel Kean dello stesso Dumas), finché nel 1845 entrò a far parte della compagnia di G. Modena. Accanto a lui interpretò, tra le altre, le parti di Lusignano nella Zaira del Voltaire e di Achimelech nel Saul di Vittorio Alfieri, e addirittura lo sostituì per quella di Marco nel Fornaretto di Venezia di F. Dall'Ongaro; passato nella compagnia lombarda di G. Battaglia, fu un generico ben remunerato, che non disdegnava parti più impegnative, fra cui quella del protagonista del Tartufo del Molière, e poi un caratterista di grande spicco. A Napoli fece parte delle compagnie di A. Alberti e di G. Coltellini; dopo una breve parentesi con G. Internari e L. Capodaglio, ritornò nella Lombarda come caratterista assoluto. Con alterna fortuna percorse le principali piazze d'Italia, cambiando compagnia ogni qualvolta i suoi accessi di malumore o gli intrighi meschini dei colleghi non gli consentivano di rimanere ulteriormente con loro.
Nel 1856 diresse una compagnia propria, nella quale accettò di recitare il Modena. Nel 1862 tornò a Perugia per insegnarvi storia e geografia nel liceo; nel 1865 ritornò al teatro del Fondo di Napoli, per sostituirvi L. Taddei, colpito da apoplessia; accanto ad Achille Maieroni si chiuse l'attività drammatica del B., che tornò alla scuola della sua città natale.
Fra il 1863 e il 1864, in un periodo di nostalgia per il teatro, aveva scritto il saggio Gustavo Modena e l'arte sua, la prima opera che gli conferisse dignità letteraria.
Pubblicata a Perugia nel 1865, recensita con calore da L. Settembrini su L'Italia di Napoli, l'opera ha grande importanza per la storia del teatro, essendovi analizzati, oltre alla situazione teatrale italiana prima del Modena e alle abitudini del pubblico e degli attori, i principi della recitazione modeniana (con particolare riguardo al Saul alfieriano). Ebbe una seconda edizione (Città di Castello 1884), a cura di L. Morandi.
Dispensato dall'insegnamento e incaricato dal comune di Perugia di redigere una storia patria, egli si pose con tutto l'animo allo studio e all'elaborazione delle vicende della sua città, e dal 1868 o dai primissimi del 1869 sino alla vigilia della morte lavorò alla Storia di Perugia dalle origini al 1860, edita a Perugia in due volumi dal 1875 al 1879, con l'intendimento di offrire, oltre che un contributo alla storiografia regionale, un'opera di educazione morale e politica.
Preceduta, nel 1871, da un saggio stampato in poche copie pure a Perugia e che portava il titolo Storia di Perugia dalle origini al1870, quest'opera è caratterizzata da un forte gusto della rappresentazione drammatica dei fatti conformemente al sentire dell'autore, ma anche da una dichiarata serietà d'intenti; difensore strenuo dell'ideale democratico, il B. è portato all'esaltazione del libero Comune, inteso come simbolo della produttività del lavoro, della cura per l'indipendenza e dell'integrità dei costumi; non mancano, pertanto, impennate polemiche e moralistiche; ma la ricerca delle fonti è abbastanza accurata, specie per quel che concerne l'età moderna.
Negli ultimi anni di vita il B. si dedicò a studi di agronomia. Caduto ammalato, fu assistito dalla moglie e da una nipote, alla quale, nel gennaio 1879, dettò la propria autobiografia; poco più tardi fu amareggiato dai suoi nemici personali, numerosi in municipio, che, riconosciutisi nelle allusioni ai protagonisti del malcostume cittadino, fecero sequestrare i due volumi della sua storia (il secondo non era stato ancora pubblicato).
Il B. morì il 2 apr. 1879 in Perugia.
Altri scritti: Storia di due teatrini, Perugia 1875; L'autobiografia egli scritti minori, a cura di C. Agostini, Perugia 1896.
Fonti e Bibl.: L. Morandi, Profili di scrittori italiani viventi. L.B., in La Rivista europea (Firenze), Il (1871), 3, pp. 53-59; A. De Gubernatis, Storia e biografia. Storia di Perugia dalle origini al1860 per Luigi B., ibid., VII (1876), I, pp. 361-62; G. Rosa, rec. alla Storia di Perugia, in Arch. stor. ital., s. 4, XV (1885), pp. 62-68; F. Francescaglia, A proposito di L. B. e della sua Storia diPerugia, in Cronache umbre, II (1959), I, pp. 35-41; G. Innamorati, Notizia di L. B., in La rassegna della lett. ital., s. 7, maggio-agosto 1959, pp. 235-257; F. Mancini, rec. alla ristampa della Storia di Perugia,ibid., s. 7, gennaio-aprile 1961, pp. 134-137; Id., Miscellanea di lettere su L. B., ibid., s. 7, maggio-agosto 1961, pp. 287-292; L. Morandi, prefazione a Gustavo Modena el'arte sua, Città di Castello 1884, pp. V, VII, XV-XVI, XXXVI-XXXIX; S. Gerboni, Luigi B., Città di Castello 1896, pp. 4, 18, 28-35; L. Rasi, I comici italiani, I, Firenze 1897, pp. 477-484; V. Andrei, Gli attori italiani da G. Modena a E. Novelli e alla Duse, Firenze 1899, p. 163; G. Cecchini, Saggio sulla cultura artistica e letteraria in Perugia nel secolo XIX, Foligno 1921, pp. 188-200, 250, 252 s.; G. Modena, Epistolario, a cura di T. Grandi, Roma iqss, pp. 63 s., 271 s., 288, 323 s., 326 s., 352 s., 370, 413 s., 432 s.; S. D'Amico, in Enciclopedia italiana, VII, Roma 1938, p. 393, sub voce; N. Leonelli, in Enciclopedia biografica e bibliograficaitaliana - Attori tragici - Attori comici, s. 9, I, pp. 155-156; Encicl. dello Spettacolo, II, coll. 762-763.