BIRAGHI, Luigi
Nato a Vignate presso Cernusco sul Naviglio (Milano), da Francesco e da Maria Fino, il 2 nov. 1801, entrò nel 1810 nel seminario di S. Pietro Martire a Seveso. Ordinato sacerdote a Milano nel 1825, fu destinato all'insegnamento prima a Castello sopra Lecco, poi dal 1827 a Seveso e quindi nel 1832 a Monza; infine dal 1834 ebbe l'incarico di direttore spirituale nel seminario arcivescovile di Milano. Mentre approfondiva la conoscenza delle lingue classiche e dell'ebraico e lo studio dell'archeologia sacra, il B. fu attratto dal problema dell'educazione: in particolare sentì la necessità di una riforma pedagogica in campo femminile, che permettesse una formazione cristiana delle fanciulle più aderente alla realtà sociale contemporanea. A tale scopo il B., trovata la collaborazione di un gruppo di giovani donne animate dai suoi stessi ideali, tra cui Marina Videmari, fondò la comunità femminile delle suore marcelline, che ebbero la loro prima sede a Cernusco (1838) e quindi a Vimercate (1841).
La nuova Congregazione religiosa - approvata ufficialmente dall'arcivescovo di Milano e dal governo austriaco nel 1852 - ebbe come compito principale l'istruzione femminile; la novità della regola (cfr. le Regole delle Suore Orsole Marcelline, Milano 1853, stese dal B. stesso) consisteva soprattutto nella riduzione all'essenziale delle pratiche religiose, in modo da consentire alle suore un sufficiente contatto con il mondo esterno e la vita in comune con le allieve. L'attività del B. in favore della nuova istituzione fu utilissima sia nel campo concretamente organizzativo, sia nella direzione spirituale, nel quale ultimo ufficio pubblicò la traduzione e riduzione delle Confessioni di sant'Agostino (Milano 1840) e la Vita di santa Marcellina (ibid. 1863).
Dal giugno 1842 il B. iniziava, frattanto, la collaborazione al periodico milanese l'Amico cattolico, con una serie di articoli su Sant'Ambrogio e la Chiesa ambrosiana in pro del Papa come Capo e Maestro di tutta la Chiesa, che rivelava l'intendimento di servirsi della storia del cristianesimo per fini apologetici. Scarso fu perciò nelle opere del B. il rigore storico, come apparve nell'edizione della cronaca De situ urbis Mediolani (Datiana historia ecclesiae Mediolanensis ab anno Christi 51 ad 304), Milano 1848, che egli sostenne composta dal vescovo Dazio nel 536 contro l'opinione muratoriana che la considerava molto posteriore, attirandosi le critiche del Mommsen e del Savio.
Il tradizionalismo "ambrosiano" del B. moderò alquanto le simpatie che egli ebbe in accordo con gli ambienti clericali lombardi più legati alla borghesia, per il movimento nazionale italiano, di cui vide, del resto, anzitutto l'utilità per l'eliminazione di ogni residuo di legislazione giuseppina in Lombardia; a tale scopo nell'aprile 1848 sollecitò tra l'arcivescovo e il presidente del governo provvisorio, G. Casati, un incontro che fu poi reso vano dall'incalzare degli eventi.
Nel 1850, lasciato l'ufficio di direttore spirituale, ottenne nel seminario la cattedra di dogmatica, liturgia ed archeologia sacra, grazie alla pubblicazione degli Elementa archeologiae christianae et liturgiae..., (Milano 1849), e dal 1853 quella di lingua greca ed ebraica. Nello stesso anno ebbe l'incarico di esaminatore prosinodale; nel 1855 entrò a far parte dei dottori dell'Ambrosiana (di cui dal 1864 fu viceprefetto), lasciando nel 1856 il seminario. Costituito il Regno d'Italia, il B. non nascose dapprima le sue simpatie per il clero liberale, collaborando a IlConciliatore (1860-61). Ma condannato questo da Pio IX, staccatosi dal gruppo conciliatoristico, il B. s'adoperò, su invito del papa stesso, a riportare all'obbedienza dell'intransigente vicario diocesano, A. Caccia, quella parte del clero milanese che, pur divisa dalla curia vescovile da una diversa valutazione del problema nazionale italiano, era ancora molto sensibile ai vincoli della disciplina ecclesiastica. Scrisse, quindi, in favore del potere temporale (Roma pel Papa, Milano 1867) e finì per collaborare all'Osservatore cattolico (cfr. Lettera del sac. L. B. sulla infallibilità del magistero papale,provata dal Concilio generale fiorentino, Milano 1870), sostenendo le tesi degli intransigenti, sia pure con tono più pacato.
Tra le opere non dichiaratamente apologetiche dal B. composte in questo periodo, è notevole quella dedicata agli Inni sinceri e carmi di s. Ambrogio (Milano 1862), nella quale, con argomenti d'indole stilistica e storica, ma soprattutto sulla base della tradizione della Chiesa milanese, il B. riconosce la paternità ambrosiana di diciotto inni. Le sue conclusioni, pur non accettate integralmente, aprirono la strada agli studi del Dreves e dello Steier. Le ricerche di archeologia sacra culminarono nel gennaio 1864 nel ritrovamento dell'arca con le reliquie di s. Ambrogio, s. Gervasio e s. Protasio nella basilica ambrosiana (cfr. I tre sepolcri santambrosiani scoperti nel gennaio, Milano 1864; Scoperta dell'arca di s. Ambrogio, Milano 1864; Cenni sulla sepoltura ed invenzione dei corpi dei santi Ambrogio vescovo e dottore,Gervasio e Protasio martiri..., Milano 1873).
Altre opere notevoli: Lettere contro il libro di E. Renan 'Vita di Gesù Cristo', Milano 1864; Vita di Gesù Cristo, Milano 1871.
Il B. morì a Milano l'11 ag. 1879.
Bibl.: Un elenco completo delle opere del B. in A. Portaluppi,Profilo spirituale di mons. L. B. fondatore delle Marcelline, Milano 1929; cfr. inoltre: Ricordo di mons. L. B., a cura di P. Biraghi, Milano 1879; L. Bignami,Conferenze santambrosiane, Milano 1897, p. 97; A. Steier,Untersuchungen über die Echtheit der Hymnen des Ambrosius, in Jahrbücher für klassische Philologie, Suppl. XXVIII, Leipzig 1903, pp. 553-662,passim; F. Savio, Gli antichi vescovi d'Italia... La Lombardia, I, Milano, Firenze 1913, pp. 83 s., 662-670, 833, 870, 883; M. Schanz,Geschichte der römischen Literatur, IV, München 1914, pp. 231 s., 317; O. Bardenhewer,Geschichte der altkirchlichen Literatur, III, Freiburg 1923, pp. 544-547; A. Bernareggi,Ciò che certamente la liturgia ambrosiana deve a S. Ambrogio: Gli Inni, in Ambrosius, II (1926), pp. 113-115; A. R. Natale,Scienza e fede nella vita e nell'opera di un fondatore, Milano 1939; Id.,Mons. L. B. e l'archeologia sant'ambrosiana, in Sant'Ambrogio, III (1940), coll 1073-1078; M. Ferragatta,Le Suore Marcelline, in Diocesi di Milano, I (1960), n. 10, pp. 41-47; L. Ambrosoli,Profilo del movimento cattolico milanese nell'Ottocento, in Riv. stor. del socialismo, III (1960), p. 691; M. Bertazzoli,I riformisti milanesi del Carroccio (1863-64), in La Scuola cattolica, XCII (1964), p. 124; G. De Rosa,Storia del movimento cattolico in Italia, I, Bari 1966, p. 68; G. L. Barni,Notizie da Vienna (febbr. 1853) da parte del sac. L. B., milanese, in La Martinella, XX (1966), pp. 301-308; Encicl. cattolica, I, coll. 997 s.