LUGDUNENSIS (o Lugudunensis, sottinteso Gallia)
Provincia romana. È erede diretta della Gallia Celtica, partizione della Gallia conosciuta anche da Cesare, della quale però ha perduto i territorî siti a mezzogiorno del Liger (Loire), attribuiti all'Aquitania, e quelli posti a levante della linea Icaunus (Yonne) - Arar (Saône) - Rhodanus (Rhône), assegnati alla provincia della Germania Superiore.
La nuova provincia prese il nome dalla capitale, Lugudunum (Lione), colonia fondata da Munazio Planco nel 43 a. C. (e poi rafforzata da Claudio), ove aveva sede il legato imperiale di rango pretorio che la governava, divenuta, con Augusto, il centro religioso dei popoli celtici; questi tutti - comprese le genti della Narbonensis, di diversa cultura perché da lungo tempo romanizzate, e sottoposte nel passato anche a una considerevole penetrazione civile greca - convenivano all'assemblea annuale, che si tenne, a partire dall'anno 12 a. C., presso l'ara di Roma e di Augusto eretta, in territorio "federale", presso la stessa Lione. All'incirca dallo stesso periodo data la erezione della L. in provincia.
Il sincretismo religioso e il culto imperiale furono tra gli strumenti più efficaci per la romanizzazione della L., rinunciando i Romani, almeno nei primi tempi, a un intenso processo di municipalizzazione - l'organizzazione cantonale celtica si continuò nel reticolo delle diverse civitates e a una qualunque forma di colonizzazione. Fu praticata invece un'opera attiva di urbanizzazione, con la trasformazione monumentale e l'ingrandimento degli oppida gallia, i quali assunsero sovente nomi che combinavano toponimi celtici e nomi imperiali (cfr. i diversi Augustodunum, Augustobona e Iuliobona, Iuliomagus, Caesarodunum, ecc.). L'attività esplicata in tal senso da Augusto fu continuata da Claudio, ma tuttavia larghi spazi entro i nuovi perimetri urbani restarono disabitati, e crebbero invece d'importanza - sempre più verso il Basso Impero le villae, grossi complessi agricoli e produttivi, più tardi sistemati anche per la difesa.
La provincia lugdunense comprendeva essenzialmente il territorio tra il Liger, con una appendice sulla riva sinistra (agro dei Turones), e la Sequana, mantenendo sulla riva destra gli agri dei Caleti, dei Parisii e dei Tricasses, fino al territorio dei Lingones che restava invece nell'ambito della provincia germanica superiore. Il confine si attestava, più a S, sull'Arar, che poi valicava per raggiungere il Rodano poco a valle del Lemano, includendo così l'agro degli Ambarri. Il Rodano e l'acrocoro tra questo e la Loira completavano i confini della L. a mezzogiorno. La provincia comprendeva quindi le attuali regioni della Bretagna, della Normandia, dell'Angiò (territorio degli Andes) il cui oppidum Angers - fu chiamato Iuliomagus), della Turenna (territorio dei Turones, il cui centro - Tours - fu chiamato Cøsarodunum), dell'Orleanese (nel cuore dei Carnutes, una delle cui città, Cenabum, fu poi detta urbs Aureliani, Orleans), poi il medio corso della Senna, popolato dai Senones (la cui metropoli era Agedincum, Sens), ed infine la Borgogna, abitata dagli Aedui, che avevano in Augustodunum (Autun) il centro civile.
Territorio prevalentemente collinare, di alta produttività agricola (grano, vite), con numerosi manti forestali, la L. era irradiata da una fitta rete idrografica, che ne facilitava le comunicazioni per via acquea - sviluppatissime già nell'antichità - e sulla quale sorgevano le principali città. Sulla Sequana, oltre Agedincum, erano situate Lutetia (Parigi) e Ratomagus (Rouen) e, come porto di foce, Iulio bona (Lillebonne). Sul Liger, dopo Cenabum e le città dei Turones e degli Andes, fiorì alla foce il portus Namnetum (Nantes). Peraltro le coste bretone e normanna non ebbero scali molto attrezzati (notevole il porto di Darioritum, la metropoli dei Veneti, Vannes), e le regioni corrispondenti non conobbero una urbanizzazione tanto intensa quanto le altre nella provincia. Poco distanti dal mare, verso la baia della Senna, erano Augustodurum (Bayeux, il centro dei Baiocasses) e Noviomagus (Lisieux, la metropoli dei Lexovii).
Via maestra per il traffico nella L. era la strada da Arelate e Vienna lungo il Rodano che, dopo Lione, si diramava a Gabillonum (Châlon-sur-Saône), per entrare da un lato nel territorio dei Lingoni e nella Belgica sino a raggiungere la Mosella e il Reno, dall'altro raggiungeva Augustodunum - Autun, dove ancora si diramava: un ramo raggiungeva la Senna che seguiva sino alla foce, intersecandosi con numerose vie minori per la Belgica e per l'interno della L.; l'altro ramo raggiungeva la Loira, ove confluiva in un'altra arteria proveniente anch'essa da mezzogiorno (Nemausus), e che seguiva il fiume sino all'Atlantico, per continuare nel cuore della Bretagna sino a Gesocribate (Brest). Notevole centro stradale fu Genabum, nel quale convergevano, oltre alla via lungo la Loira, una strada da Lutetia e una da Ratomagus e Autricum (Chartres, la metropoli dei Carnutes) per Avaricum (Bourges) e l'Aquitania. Da questa provincia un'altra via da Limonum (Poitiers) raggiungeva Iuliomagus e di poi Condate (Rennes) e lo scalo marittimo di Reginea (Erquy). Notevole centro stradale fu anche Suindinum (Le Mans), capitale dei Cenomani.
Con la riforma tetrarchica la provincia, inclusa nella diocesis Galliarum, fu divisa in due circoscrizioni: L. I, comprendente la futura Borgogna, e L. Il.
I secoli dal III al V sono contrassegnati dalla completa propagazione del Cristianesimo e dall'immissione entro i confini di sempre più numerose aliquote di popoli provenienti d'oltre il Reno: tra questi prevalgono i Franchi e i Burgundi. All'alba del VI sec., Clodoveo, re dei Franchi, pone fine all'ultimo vestigio di dominio romano. La cultura romana, lungamente elaborata in associazione con la comunità dei popoli celtici, trasmise peraltro ai nuovi dominatori i suoi frutti più duraturi.
Bibl.: In generale, per la geografia, la storia e l'amministrazione della provincia, v.: E. E. A. Desjardins, Géographie historique de la Gaule romaine, Parigi 1876-1893; E. Carette, Les assemblées provinciales de la Gaule romaine, Parigi 1895; C. Jullian, Histoire de la Gaule, Parigi 1913-1916; M. Beckmann, Geographie und Ethnographie in Cäsars Bellum Gallicum, Dortmund 1930; H. Hubert, Les Celtes depuis l'époque de La Tène et la civilisation celtique, Parigi 1930; N. J. De Witt, Urbanization and the Franchise in Roman Gaul, Lancaster 1940; A. Grenier, Les Gaulois, Parigi 1945; id., la Gaule province romaine, Parigi 1946; R. Dion, Les frontières de France, Parigi 1947; P. Wuilleumier, L'administration de la Lyonnaise sous le Haut-Empire, Parigi 1948; O. Brogan, Roman Gaul, Londra 1953. Per la cultura e l'economia della L., v.: L. C. West, Roman Gaul. The Objects of Trade, Oxford 1935; A. Grenier, La gaule romaine, in T. Frank, An Economic Survey of Ancient Rome, III, Baltimora 1937, pp. 379-664; P. M. Duval, La vie quotidienne en Gaule pendant la paix romaine, Parigi 1952; M. Pobé-J. Roubier, Kelten-Römer, 1000 Jahre Kunst und Kultur der Gallier, Ölten-Friburgo 1958. Sulla rete stradale della provincia, v.: M. A. Audin, Le confluent de Lyon, in Études Rhodan., 1947, pp. 99-123. Studï considerevoli su regioni e città della L.: F. Sagot, La Bretagne romaine, Parigi 1911; R. Doranlo, L'Archéologie antique en Normandie, Caen 1926; E. Thévenot, Autun, cité romaine et chrétienne, Autun 1932; J. Boussard, Étude sur la ville de Tours du I au IV siècle, in Re.v Ét. Anc., L, 1948, pp. 313-324; P. Wuilleumier, Lyon, métropole des Gaules, Parigi 1953. Sul cristianesimo nella L., v.: E. Mâle, La Fin du Paganisme en Gaule et les plus anciennes basiliques chrétiennes, Parigi 1950.