Filosofo e teorico dell'etnologia religiosa (Parigi 1857 - ivi 1939), prof. alla Sorbona (dal 1899), membro dell'Institut (Académie des sciences morales) dal 1917, direttore della Revue philosophique. In etnologia propose una teoria detta del prelogismo, secondo la quale la mente dell'uomo primitivo si muoverebbe in base a schemi diversi da quelli della mente dell'uomo civilizzato ignorando i principî d'identità e di causalità (Les fonctions mentales dans les sociétés inférieures, 1910, trad. it. 1970; La mentalité primitive, 1923, trad. it. 1966; L'âme primitive, 1927, trad. it. 1948); il primitivo non avrebbe nemmeno la coscienza dei limiti della personalità, sentendosi fuso nella collettività e nell'ambiente fisico che lo circonda, nel quale egli non distinguerebbe ancora tra natura e soprannaturale (Le surnaturel et la nature dans la mentalité primitive, 1931, trad. it. 1973; La mythologie primitive, 1935, trad. it. 1973; L'expérience mystique et les symboles chez les primitifs, 1938). Peraltro, nell'ultimo periodo della sua attività (Les carnets de L. Lévy-Bruhl, postumi, 1949, trad. it. 1952) L.-B. stesso formulò alcune riserve nei riguardi delle proprie tesi, che avevano influito notevolmente sugli studî storico-religiosi.