Pittore svevo, autore dell'altare di Tiefenbronn, presso Pforzheim, firmato e datato 1432. È forse da identificare con il maestro Lukas, pittore di vetrate, documentato a Ulma tra il 1409 e il 1434. L'altare di Tiefenbronn, un trittico-ancona, nella sua forma chiusa rappresenta, in un'apparente continuità spaziale, scene della leggenda di s. Maria Maddalena, dall'arrivo a Marsiglia all'ultima comunione della santa; nell'interno degli sportelli, i santi Marta e Lazzaro; nella lunetta, la cena nella casa di Simone e nella predella Cristo tra le vergini folli e le vergini savie. Accanto alla nuova impostazione della struttura spaziale, l'opera mostra una innovativa fusione della tradizione del gotico internazionale, per la sua fluidità della forma e la raffinatezza della tecnica, con le tendenze realistiche, individuabili nella cura dei particolari e negli atteggiamenti dei personaggi, senza mai toccare il rozzo realismo aggressivo ostentato dai suoi contemporanei, oggetto forse del lamento espresso nell'iscrizione: "Grida, arte, grida e lamentati fortemente poiché, ahimè, adesso nessuno si cura più di te".