MARINEO, Luca (Lucio Marineo Siculo)
Umanista italiano, che svolse la sua attività di maestro in Spagna: nacque a Vizzini (Catania) verso il 1460 e morì in Spagna non prima del 1533. Studiò a Catania (1475) e a Palermo (1476-77), discepolo di Giovanni Nasone, a cui successe nell'insegnamento della grammatica dal 1479 al 1484, avendo trascorso il 1478 a Roma, dove, scolaro di Sulpizio da Veroli, risentì l'influenza della scuola di Pomponio Leto. Condotto dall'ammiraglio Federico Henríquez e dalla sposa di lui Anna Cabrera, contessa di Modica, il M. passò nel 1484 in Spagna, che lasciò soltanto per un breve soggiorno a Napoli (1506-1507), al seguito di Ferdinando il Cattolico. Docente nello Studio di Salamanca (1486-1498), fece oggetto del proprio insegnamento soprattutto Cicerone, Quintiliano e Plinio, inteso a indagare le regole dello stile e dell'eloquenza, dissertando di filologia, storia, archeologia, sia a viva voce sia con trattati e lettere, in relazione con umanisti italiani e spagnoli. Nel 1499 Ferdinando il Cattolico lo chiamò a corte, come cappellano e storiografo ufficiale. La carica gli fu mantenuta anche da Carlo V, al quale nel 1533 il M. dedicava la silloge delle sue opere storiche: De rebia Hispaniae memorabilibus.
Delle opere storiche del M. alcune furono redatte in spagnolo, altre dettate in latino furono poi tradotte da lui stesso o da altri. Pur attingendo agli storici latini e spagnoli, classici e Postclassici, il M. si rivela osservatore della realtà politica e dei caratteri umani, non limitandosi alle descrizioni delle battaglie e alle orazioni, ma investendo anche questioni di cultura generale, consultando documenti, sentendo testimoni, controllando le relazioni e i dati. La sua raccolta epistolare (Valladolid 1514: 400 lettere, di cui 250 sue e il resto dirette a lui), è ricca e preziosa fonte di notizie politiche e culturali. Tutta la virulenza umanistica del M. è accolta in Pro Antonio Porta "de fero", eloquente invettiva, e insieme documento di vasta erudizione classica, del pari che il De Parcis, zibaldone mitologico, lessicografico e grammaticale.
Ediz.: Epistolarum familiarium libri decem et septem; Orationes quinque; De Parcis liber unus; Repetitio de verbo fero et eius compositis liber unus; Carminum libri duo, a cura di A. G. Brocario, Valladolid 1514; Opus de rebus Hispaniae memorabilibus, ed. M. de Eguia, Francoforte 1533.. Per altre ediz. parziali, v. A. Potthast, Bibliotheca historica Medii Aevi, Berlino 1896, p. 767. Del Marineo tra l'altro andò perduta una trattazione sulle donne illustri di Spagna.
Bibl.: G. Noto, L. M., umanista siciliano, Catania 1901; id., Moti umanistici nella Spagna, Caltanissetta 1911; P. Verrua, Nel mondo umanistico spagnolo, Rovigo 1906; id., Cultori della poesia latina in Ispagna, ecc., Adria 1906; id., Precettori it. in Ispagna, ecc., Adria 1907; id., L. M. S. e la scienza del linguaggio, Adria 1908; id., L'eloquenza di L. M. S., in Studi in onore di F. Flamini, Pisa 1915; id., Umanisti e altri "studiosi viri" it. e stranieri di qua e di là dalle Alpi e dal mare, Ginevra 1924 (Bibl. dell'Archivum Romanicum).