SAINT-JUST, Louis-Antoine-Lion
Rivoluzionario francese, nato il 25 agosto 1767 a Decize (Nivernais), morto il 29 luglio 1794. Fece i primi studî a Soissons e poi intraprese, ma non compì, quelli di diritto a Reims. Nel 1789 pubblicò un poema satirico in 20 canti intitolato organt (Parigi, voll. 2) e nel 1791 l'Esprit de la révolution et de la constitution de France (ivi), ispirati l'uno al Voltaire, l'altro al Montesquieu. Bel giovane, acceso di puro amore per la giustizia e la libertà, luogotenente colonnello della Guardia nazionale a Blérancourt presso Noyon, dove la sua famiglia s'era trasferita fino dal 1773, e poi deputato alla Convenzione per il dipartimento dell'Aisne (2 settembre 1792), prese la prima volta la parola il 13 novembre per il processo del re. Combatté il federalismo girondino e, volendo dare alla rivoluzione unità d'impulso, appoggiò tutti i provvedimenti che miravano a concentrare i poteri e a distruggere i partiti. Le sue idee politiche alla Licurgo espose allora nei Fragments d'institutions républicaines (Parigi 1800) e fece in parte accettare nella costituzione del 1793. In quell'anno entrò nel Comitato di salute pubblica, prima come aggiunto (30 maggio), poi come effettivo (10 luglio). Sicuro amico e quasi ombra fedele di Robespierre, ma di lui più caldo, più fiero e più eroico, andò commissario (ottobre 1793) presso l'esercito di Alsazia e, ristabilita la disciplina, acceso l'entusiasmo, contribuì non poco, anche con la sua presenza, alle vittorie di Wissenburg e di Landau (27-28 dicembre). Uguale missione compì nel nord nel gennaio 1794. Il 19 febbraio fu eletto presidente della Convenzione; il 23 pronunziò, in nome del comitato, l'atto di accusa contro gli hebertisti e poi (31 marzo) quello contro i dantonisti. Aveva fatto decretare (26 febbraio), a favore dei poveri, il sequestro dei beni dei sospetti, ch'erano circa 300 mila, ma quel grave provvedimento non venne poi applicato. Il 25 giugno, dopo cinque sanguinosi tentativi da lui ordinati, il Jourdan attraversò finalmente la Sambre, prese Charleroi e vinse, il giorno successivo (26 giugno), la grande battaglia di Fleurus. Il S.-J., ch'era stato sempre al fianco dei combattenti, tornò subito dopo a Parigi. Il 9 termidoro tentò di salvare il Robespierre con un discorso conciliante: arrestato e poi liberato con lui, perì con lui sulla ghigliottina.
Bibl.: E. Hamel, Hist. de S.-J., Parigi 1859; Ch. Vellay, Œuvres complètes de S.-J. avec une introduction et des notes, ivi 1908, voll. 2.