RICCI, Lorenzo
RICCI, Lorenzo (in religione Giacomo). – Nacque a Roma il 10 agosto 1624 da Prospero Ricci, originario di Como, e da Veronica Cavalieri di Bergamo. Dal matrimonio nacque anche Michelangelo, destinato a divenire cardinale.
Prese i voti nel convento della Minerva dopo il 1640. Studiò teologia a Viterbo e a Perugia (dove è attestato nel 1647), fu insignito del titolo di magister dal generale Giovanni Battista De Marinis e insegnò nel convento di S. Marco a Firenze (1654) e poi alla Minerva, a Roma, dove rivestì la carica di maestro degli studenti e di priore (1663). Inoltre, per volontà del cardinale Francesco Barberini, per alcuni anni tenne corsi all’Oratorio dei filippini di S. Maria in Vallicella, dove per consuetudine un teologo dell’Ordine dei predicatori contribuiva a istruire gli aspiranti sacerdoti.
In quell’arco di tempo il legame con gli oratoriani, e in particolare con padre Mariano Sozzini, spinse Ricci a stilare una raccolta di biografie pubblicata in appendice alla fortunata Vita di s. Filippo Neri di Pietro Giacomo Bacci, che risaliva al 1622 (Notizia di alcuni compagni del medesimo Santo aggiunta dal p. Maestro Giacomo Ricci, Roma 1672). La raccolta ebbe numerose edizioni fino a oltre la metà del XVIII secolo, sempre in coda alla vita o al compendio della vita di s. Filippo, e meritò una tarda e autonoma traduzione in inglese (The lives of the Companions of s. Filippo Neri, London 1847). Senza trattare di miracoli e obbedendo rigorosamente alla regole imposte dal S. Uffizio per la stesura di vite destinate alla promozione di processi di beatificazione o canonizzazione, con mirato disinteresse per l’attività intellettuale di alcuni padri dell’Oratorio, Ricci tradusse una testimonianza di s. Francesco di Sales in favore della beatificazione di Giovenale Ancina e stilò le vite dei padri Francesco Maria Tarugi, Cesare Baronio, Angelo Velli, Flaminio Ricci, Pietro Consolini (una biografia lunga, che dipendeva da quella manoscritta di Paolo Aringhi conservata alla Biblioteca Vallicelliana di Roma), Alessandro Fedeli, Tommaso e Francesco Bozio, Giulio Savioli (biografia che riservava alcune battute finali al ricordo di Odorico Rinaldi), Antonio Gallonio, Giovanni Matteo Ancina, Agostino Manni e Niccolò Gigli. Inoltre Ricci dedicò un capitolo finale alla vita di sette ferventi laici legati all’Oratorio: Bernardino Corona, Giovan Battista Guerra, Giuliano Maccalussi ed Egidio Calvelli (che conobbe personalmente), Battista Flores, Taddeo Landi e persino un cuoco senza nome che aveva prestato servizio negli anni di Filippo Neri. Scritto agiografico che attingeva alle testimonianze manoscritte dell’archivio dell’Oratorio, l’opera fu completata in anni in cui Ricci collaborò con la congregazione dei Riti, stilando un’anonima Epitome singularium gestorum S. Ludovici Bertrandi Valentini Ordinis Praedicatorum, pubblicata a Roma nel 1671, che a lui viene attribuita in tutti i repertori dell’Ordine dei predicatori e che potrebbe coincidere con parte del Brevissimum compedium vitae [...] in causa beatificationis et canonizationis beatorum Caietani Thienaei, Francisci Borgiae, Philippi Benitii, Ludovici Bertrandi, et Rosae de S. Maria (Roma 1671).
Del resto, dal 1670 Ricci fu consultore di alcune Congregazioni della Curia pontificia (Weber, 1991, p. 145) e nel 1668 era stato nominato esaminatore del clero diocesano dal cardinale Marzio Ginetti, vicario di Roma. In quella veste Ricci compose anche una Brevis instructio pro iis qui promovendi sunt ad ordines et ad animarum curam che oggi è conservata manoscritta nell’Archivio romano del convento della Minerva.
Le antiche biografie riportano poi che Alessandro VII gli offrì il vescovato di Bisceglie, che Ricci rifiutò (1664), tanto che la diocesi venne affidata a un altro suo fratello, il frate minore Francesco Antonio. Ricci invece accettò con zelo l’incarico di segretario della congregazione dell’Indice che gli fu conferito da Clemente X il 21 maggio 1676 alla morte di padre Tommaso Camotti. Inoltre, il 5 giugno 1677, durante il capitolo generale dell’Ordine, tenutosi a Roma, fu incaricato di rivedere i messali e i breviari dell’Ordine insieme con i confratelli Raymond Mailat e Antonin Cloche (Acta, 1903, p. 166).
Nella veste di segretario provò ad arginare le pretese di supremazia del S. Uffizio sulla congregazione dell’Indice, contestando la prassi per cui i decreti dell’Indice non erano spediti alle strutture periferiche dell’Inquisizione romana, e neppure registrati a livello locale, senza l’approvazione preventiva del S. Uffizio (Rebellato, 2008, pp. 155 s.). Ricci ne discusse con l’assessore del S. Uffizio e ottenne che la sua Congregazione potesse inviare i decreti in autonomia, ovunque tranne che a Genova. Tuttavia, nonostante l’impegno, non riuscì a intaccare la soggezione in cui l’Indice continuò a operare rispetto al S. Uffizio. Ricci, inoltre, promosse la censura di opere di María de Ágreda (30 luglio 1678; Rebellato, 2008, p. 169), varò almeno dieci decreti cumulativi di condanna che inclusero opere di atomisti, di quietisti, di gallicani e di giansenisti e testi di Michel de Montaigne, Hermann Conring, Paolo Sarpi, Gregorio Leti, Giovan Battista Marino, Traiano Boccalini, Ferrante Pallavicino; e soprattutto accelerò la stampa di un nuovo Indice (Index librorum prohibitorum Innocentij XI Pontificis Maximi iussu editus, Roma 1681), che fu preceduta da una discussione circa l’utilità di confermare la già introdotta abolizione della distinzione in tre classi in cui, sin dal XVI secolo, erano stati ripartiti i libri proibiti. L’Indice di Innocenzo XI ricalcava e aggiornava quello di Clemente X (1664, 1665, 1670), ma per gli autori appartenenti alla prima classe fu aggiunta la sigla «I Cl.» (una lettera di Ricci al lettore illustrava questa scelta a p. XXIII).
Priore della provincia romana eletto non senza contrasti a Firenze, in S. Maria Novella, l’11 maggio 1680, scelse come socio Tommaso Betti, più tardi suo successore, che gli consigliò di separare dalla provincia i conventi di S. Marco di Firenze, Fiesole, S. Miniato e più tardi Montepulciano. Innocenzo XI lo confermò per un altro biennio e alla scadenza, il 12 aprile 1684, durante il generalato del maestro Antonio de Monroy, motu proprio lo fece procuratore generale dell’Ordine, carica in cui successe a Tommaso Maria Ruffo e in cui fu confermato il 22 settembre 1687 e fino alla morte (fu anche definitore della provincia romana dell’Ordine). Sempre nel 1684, il 15 aprile, lasciò l’incarico di segretario dell’Indice al confratello Giulio Maria Bianchi, ma continuò a operare per la Congregazione come censore occasionale e diede un parere circa alcune opere di Louis Maimbourg, in particolare il Traité historique de l’établissement et des prérogatives de l’Église de Rome et de ses évêques (1685) e l’Histoire du pontificat de S. Grégoire le Grand (1686; Città del Vaticano, Archivio della congregazione per la Dottrina della fede, S. O., Censurae librorum 1683-85, fasc. 21, cc. 243r-257r; Censurae librorum 1686-87, fasc. 19, cc. 390r-391v), nonché degli Opuscula critica di Richard Simon (22 settembre 1687; Index, Diarius 8, c. 110v).
Dal 1684 al 1702 tenne la cattedra di teologia alla Sapienza (I maestri, 1991, p. 913).
Si spense a Roma, nel convento della Minerva, il 9 agosto 1703. Il giorno dopo il corpo fu sepolto nella chiesa del convento, davanti all’altare di S. Domenico.
Fonti e Bibl.: Città del Vaticano, Archivio della Congregazione per la dottrina della fede, S. O., Censurae librorum 1683-85, fasc. 21, cc. 243r-257r; Censurae librorum 1686-87, fasc. 19, cc. 390r-391v; Index, Diarii, vol. 7, cc. 53r-87v; vol. 8, cc. 1r-6v; Protocolli, R2, S2, S2bis (incompleta documentazione del segretariato di Ricci).
P. Mandosio, Bibliotheca Romana, II, Roma 1692, pp. 220 s.; G.M. Cavalieri, Galleria de’ sommi pontefici, patriarchi, arcivescovi, e vescovi dell’Ordine de’ predicatori, II, Benevento 1696, p. 130; J. Quétif - J. Echard, Scriptores Ordinis Praedicatorum, II, Parigi 1721, p. 762; Bullarium Ordinis FF. Praedicatorum [...]. Tomus sextus, a cura di T. Ripoll - A. Bremond, Roma 1735, pp. 367 s.; G. Catalano, De secretario Sacrae Indicis Congregationis libri duo, Roma 1751, pp. 116-118; G.B. Giovio, Gli uomini della comasca diocesi antichi e moderni, Modena 1784, p. 444; P.T. Masetti, Monumenta et antiquitates veteris disciplinae Ordinis praedicatorum, II, Roma 1864, pp. 165 s., 189, 320; Acta capitulorum generalium Ordinis Praedicatorum, a cura di B.M. Reichert, VIII, Roma 1903, pp. 166, 206; J. Quétif - J. Echard, Scriptores Ordinis Praedicatorum editio altera emendata [...] ab anno autem 1701 ad annum 1750, a cura di R. Coulon - A. Papillon, Parigi 1910, pp. 28 s.; I. Taurisano, Hierarchia Ordinis praedicatorum, Roma 1917, pp. 105, 117; A. Cistellini, San Filippo Neri. L’oratorio e la Congregazione oratoriana. Storia e spiritualità, I, Brescia 1989, p. 3 n.; Ch. Weber, Die ältesten päpstlichen Staatshandbücher. Elenchus congregationum, tribunalium et collegiorum Urbis, 1629-1714, Roma-Freiburg-Wien 1991, p. 145; I maestri della Sapienza di Roma dal 1514 al 1787: i Rotuli e altre fonti, a cura di E. Conte, Roma 1991, p. 913; E. Rebellato, La fabbrica dei divieti. Gli Indici dei libri proibiti da Clemente VIII a Benedetto XIV, Milano 2008, pp. 155-160; Prosopographie von Römischer Inquisition und Indexkongregation 1701-1813, a cura di H. Wolf, II, Paderborn 2010, pp. 1079-1082; Dizionario storico dell’Inquisizione, a cura di A. Prosperi et al., III, Pisa 2010, pp. 1407, 1472; F. Bustaffa, Michelangelo Ricci (1619-1682). Biografia di un cardinale innocenziano, tesi di dottorato, San Marino, Scuola superiore di studi storici, 2011, pp. 9-13; H.H. Schwedt, Kardinäle und Konsultoren des Sancrum Officium in Rom 1600-1701, Freiburg in corso di stampa.