GIBELLI, Lorenzo Maria Petronio
Nacque a Bologna con ogni probabilità il 24 nov. 1718; alcuni repertori riportano tuttavia come anno di nascita il 1719 (Pancaldi; Schmidl; Die Musik in Geschichte und Gegenwart).
La sua prima formazione musicale avvenne nelle cantorie delle principali chiese della sua città, ove ebbe modo di farsi notare per le non comuni doti vocali. Particolarmente apprezzato da padre G.B. Martini, ne divenne allievo, ancora giovanissimo, per lo studio del canto e del contrappunto.
Come riporta il Pancaldi, il celebre maestro "davagli a preferenza di qualunqu'altro a cantare la parte del primo soprano di sue musiche, e col nome poi di mio primo sopranetto piacevasi sempre nominarlo".
La sua modesta carriera di cantante teatrale è legata ad alcune produzioni di G.M. Buini: nella stagione di carnevale del 1736 debuttò al teatro Marsiglj Rossi di Bologna nel ruolo di Flema ne Le frenesie d'amore; l'opera fu quindi riproposta con il titolo Il savio delirante al teatro Arcadico di Rimini (carnevale 1738) e al teatro Solerio di Alessandria (primavera 1740), con il G. nei panni del dottor Fanfarone; sempre nella stessa stagione, al Solerio, interpretò Dorillo ne L'amor fra nemici di G.M. Schiassi (poesia di P.A. Bernardoni); nel 1746 cantò probabilmente a Piacenza ne La Zanina maga per amore, sempre del Buini.
Si cimentò inoltre con scarso successo come autore teatrale nel genere buffo, componendo alcuni brani per due pasticci su versi di F. Passarini: Diomeda, andato in scena al teatro degli Accademici candidi uniti di San Giovanni in Persiceto (settembre 1741), e Gli sponsali di Enea, andato in scena al teatro Formagliari di Bologna nel 1744. Miglior esito sembra ottenesse nel genere serio con Giovanna di Napoli (perduta), andata forse in scena ad Alessandria.
In seguito il G. si dedicò essenzialmente al genere sacro. Abile contrappuntista, aveva composto nel 1740 un Confitebor in fa maggiore (2 voci con violini), un Domine ad adiuvandum in si bemolle maggiore (4 voci concertato con ripieni), e un Laudate pueri in si bemolle maggiore (3 voci con violini); opere conservate presso il Civico Museo bibliografico musicale di Bologna.
Ormai raggiunta una discreta fama negli ambienti musicali bolognesi, fu aggregato fin dal 1743 (Schmidl) all'Accademia filarmonica, assumendone la carica di principe negli anni 1753, '63, '68, '72 e 1810. Parallelamente esercitò le funzioni di maestro di cappella nelle principali chiese della città: dei canonici renani di S. Salvatore (1744), dei filippini di S. Maria di Galliera (1762), dell'Arciconfraternita di S. Maria della Morte (1773), ricoprendo inoltre la carica di maestro al cembalo (1770 ca.) presso il teatro Comunale.
Significativo in questo periodo il suo contributo alla produzione di oratori: Davidde in Terrebinto (Bologna 1744); Gionata figliuol di Saule (Castel San Pietro 1752 e 1759; Bologna 1752 e 1776); Il Giuseppe riconosciuto (P. Metastasio, Castel San Pietro 1762 e 1765; Bologna 1765); La Passione del Signore (Id., Bologna 1763); La Passione e morte di Gesù Cristo (N. Giusti, ibid. 1785).
Fanno eccezione nell'ambito del repertorio prettamente sacro di quegli anni la realizzazione delle opere Evergete (F. Silvani e D. Lalli), andata in scena al teatro S. Giovanni Grisostomo di Venezia nell'autunno del 1748, e Demetrio, rappresentata al teatro Solerio di Alessandria nell'ottobre del 1751.
Apprezzato docente di canto, ebbe allievi di prestigio quali i castrati G. Crescentini, F. Roncaglia e V. dal Prato, il tenore M. Babini. Ritiratosi dall'attività compositiva, nel 1804 gli fu assegnata la scuola di canto nell'appena istituito Liceo filarmonico, ove insegnò anche al giovane G. Rossini. Nel 1808, ormai in età avanzata, gli fu affiancato nell'insegnamento Ignazio Fontana "con futura successione […] e col solito stipendio da percepirsi allora soltanto che sarà mancato di vita il Sig. Gibelli" (Atti, 7 nov. 1808, cit. in Sartori).
Il G. morì a Bologna il 5 nov. 1812.
Allievo di padre Martini, ne condivise la tendenza a ricercare un linguaggio compositivo che coniugasse la severa tradizione contrappuntistica d'impronta romana con le esigenze artistiche dei tempi nuovi, secondo i principî estetici settecenteschi di razionalità e semplicità "galante". Ciò è evidente nella musica sacra, e in particolare nelle fughe, dove sostituì ai severi soggetti del canto fermo la cantabilità di melodie e cantilene allora in voga, come sottolinea il suo biografo Pancaldi: "siccome gli altri traevan il soggetto per la fuga dal canto fermo, egli all'incontro sceglievalo tra que' dolci motivi o cantilene che vedeva goder del favor generale […] ed egli poi era per antonomasia chiamato Gibellone dalle belle fughe" (cit. in Diz. encicl. univ. della musica e dei musicisti, Le biografie, III, p. 194).
Oltre alle opere già citate si ricordano le seguenti (tutte conservate in ms. presso il Civico Museo bibliografico musicale di Bologna): un Confitebor in si bemolle maggiore (1744; 3 voci con violini); Kirie e Gloria in sol magg. (1741; 4 voci con strumenti); Credo in do magg. (1742; 4 voci con strumenti); Kirie e Gloria per l'Ascensione di N.S. in do magg. (1745; 4 voci con violini); O gloriosa virginum (2 voci, strumentazione di G. Landi); Quem terra pontus sydera (2 voci, strumentato da G. Landi). Tra le opere profane si conserva inoltre l'intermezzo a 2 voci Il filosofo Anselmo e Lesbina (autografo ibid.), nonché le raccolte didattiche: Solfeggi per la voce di basso, senz'accompagnamento, ad uso della sua scuola di canto al liceo, e Cinquanta solfeggi per tenore stesi per la scuola del canto al liceo, ov'era professore il Gibelli.
Lo Schmidl elenca ancora 39 Kirie, 38 Gloria, 26 Credo, graduali, Salve Regina, antifone della Beata Vergine e litanie.
Fonti e Bibl.: C. Pancaldi, Vita di L. G., celebre contrappuntista e cantore, Bologna 1830; G. Gaspari, Catal. della Bibl. del Liceo musicale di Bologna, II, Bologna 1892, pp. 81, 183, 230; III, ibid. 1893, p. 307; IV, ibid. 1905, p. 237; N. Morini, La Regia Accademia filarmonica di Bologna, Bologna 1930, pp. 71, 93, 96; C. Sartori, Il Regio C0nservatorio di musica "G.B. Martini" di Bologna, Firenze 1942, pp. 8, 21, 39, 118; U. Sesini, Catal. della Biblioteca del Liceo musicale di Bologna, Bologna 1943, pp. 220 s.; R. Zanetti, La musica italiana nel Settecento, Busto Arsizio 1978, pp. 425, 773; F.-J. Fétis, Biogr. univ. des musiciens, IV, p. 2; R. Eitner, Quellen-Lexikon der Musiker, IV, pp. 244 s.; C. Schmidl, Diz. univ. dei musicisti, I, pp. 622 s.; Die Musik in Gesch. und Gegenwart, V, coll. 96 s.; F. Michel, Encyclopédie de la musique, II, Paris 1959, p. 263; The New Grove Dict. of music and musicians, VII, pp. 360 s.; M. Honegger, Dictionnaire de la musique, I, Paris 1986, p. 408; Diz. encicl. univ. della musica e dei musicisti, Le biografie, III, p. 194; The New Grove Dict. of opera, II, p. 410.