ANTOGNETTI, Lorenzo Carlo
Nacque a Genova il 2 maggio 1898 da Teodoro, direttore didattico, e da Silvia Peragallo. Iscrittosi alla facoltà di medicina e chirurgia, nel 1917 fu chiamato alle armi e destinato presso unità mobilitate in zona di operazioni; nel 1918, grazie alle facilitazioni concesse agli studenti di medicina, poté frequentare i corsi universitari. Si laureò a Genova nel 1921, e in quella università fu poi interno nell'istituto di anatomia patologica diretto da A. Fabris fino al 1922. Nello stesso periodo fu anche assistente volontario presso la clinica chirurgica diretta da G. Tusini. Vinta la borsa di studio P. Arata, nel settembre del 1922 l'A. si recò a Breslavia, ospite straniero presso la clinica chirurgica di quell'università. Tornato a Genova, nel 1925-26 fu assistente presso la clinica medica diretta da N. Pende che, nel successivo anno accademico, gli affidò la direzione della sezione medica endocrinologico-morfologica dell'istituto biotipologico e quella dei reparti clinici. Nel 1928 l'A. fu nominato aiuto volontario, nel 1930 conseguì la libera docenza in patologia speciale medica; sempre nella clinica medica di Genova, l'A. fu assistente incaricato nel 1932-33, effettivo nel 1933 e aiuto effettivo nel 1934. Conseguita la docenza in clinica medica generale nel 1935, l'anno successivo seguì il Pende che era stato chiamato all'università di Roma alla cattedra di patologia speciale medica e metodologia clinica, divenendone primo aiuto effettivo. Nel 1937 l'università di Roma gli assegnò metà premio Marchiafava per i migliori lavori di anatomia patologica, e nel 1939 guadagnò il premio G. Baccelli al merito clinico. Nel 1938 era stato relatore, col Pende, al congresso della Società italiana di medicina interna sul tema Sindromi associate dell'addome superiore. Dichiarato maturo nei concorsi a cattedra di patologia medica a Modena nel 1935, a Catania nel 1936, a Pisa nel 1937, e ternato a Cagliari nel 1939, nel 1940 l'A. vinse il concorso per la cattedra di tale disciplina a Catania e nell'ottobre dello stesso anno divenne professore titolare di patologia speciale medica e metodologia clinica nell'università di Genova di cui conseguì l'ordinariato nel 1943. Nel 1952 l'A. divenne titolare, nella stessa università, della cattedra di clinica medica, che resse poi fino al 1968, anno in cui fu collocato a riposo. Nel 1973 venne dichiarato emerito.
L'attività di ricercatore e di maestro dell'A. è raccolta in 161 pubblicazioni che toccano molteplici aspetti della patologia umana, pur con una notevole preferenza per argomenti metabolici ed endocrini.
Numerose monografie coronarono filoni di ricerca cui si dedicò in modo particolare. In studi sul rene e sul ricambio idrosalino esaminò tutte le cause di albuminuria e interpretò l'albuminuria ortostatica come la conseguenza di una labilità parasimpatica spesso secondaria a iposimpaticotomia (Le albuminurie benigne. La costituzione e la funzionalità renale degli albuminurici ortostatici, Milano 1929, con A. Muggia). In campo endocrinologico, uno degli argomenti da lui preferiti, notevole fu il suo studio sulle precocità patologiche, con la distinzione tra concetto di precocità e quello di iperevolutismo, corredato da un'ampia casistica e impostato su base costituzionalistico-umorale (Precocità patologiche, Bologna 1929); e quello sulla semeiologia ormonica, primo tentativo di sistematizzazione della materia, con la descrizione delle caratteristiche chimiche e fisicochimiche dei vari ormoni e dei relativi metodi di studio, preceduto da quattro anni di ricerche sui test biologici ormonali (Semeiologia ormonica, chimica e biologica, Roma 1936, con F. Geriola). Inoltre, sotto la direzione del maestro e in collaborazione col Geriola, si interessò alla produzione e alla conseguente eliminazione della follicolina, mettendo in evidenza l'incremento di questo ormone nel sangue della donna fino alla metà circa del periodo mensile e i successivi periodi di stato e di diminuzione, fino alla brusca caduta precedente di qualche giorno la mestruazione. Ancora, condusse ricerche sulla secrezione della adrenalina, su casi di pubertà precoce da iperorchidismo, sulla sindrome pineale, sul matronismo precoce; descrisse variazioni delle proteine seriche nei soggetti affetti da malattie dell'ipofisi e da diabete insipido. In studi compiuti assieme al Pende e al Geriola, descrisse l'azione di un ormone pigmentoespansore nell'ipofisi umana, che riuscì anche a mettere in evidenza in alcuni casi. Per le sue ricerche in tale campo, l'A. fu più volte citato dal Pende nel suo trattato di endocrinologia.
Ma l'interesse dell'A. fu rivolto anche ad altri argomenti della patologia medica: studiò, con metodi clinici e sperimentali, l'ipertensione arteriosa, recando originali contributi di fitiopatologia e mettendo in evidenza l'importanza dell'elemento endocrino come fattore ipertensivo nonché l'esistenza di riflessi ipertensivi viscerali (Le ipertensioni arteriose, Milano 1930); con ricerche fisiopatologiche e sperimentali mise in evidenza la molteplicità e la complessità dei fattori patogenetici degli edemi, e delineò la condotta terapeutica antiidropigena e diuretica (Stati edemigeni, Roma 1937). Condusse una serie di studi, in parte sperimentali, sulla chetogenesi, e più tardi sul diabete mellito.
L'A. si dedicò anche a ricerche di biochimica, a studi elettrofisiologici e clinici sulla patologia dei muscoli striati (nel 1957 fu relatore sull'argomento, con D. Scopinaro e L. Zinolli, al LVIII congresso della Società italiana di medicina interna), ad argomenti di reumatologia. Tra il 1966 e il 1968 uscivano a Milano i due volumi del suo Trattato di endocrinologia, a coronamento di lunghi anni di studio dedicati all'argomento da lui stesso e dalla sua scuola.
L'A. con questa vasta produzione può considerarsi veramente l'ultimo endocrinologo clinico nel senso più vasto della parola, alieno dal frammentare un così importante capitolo della patologia.
Nei suoi scritti inoltre è già possibile intravvedere l'orientamento della medicina clinica attuale: ogni malattia e ogni espressione sintomatica vengono considerate in senso fisiopatologico, interpretate cioè come una anomalia funzionale conseguente a meccanismi patogenetici innescati da varie cause - malformazioni anatomiche, agenti biologici, ecc. - ed estrinsecantesi in turbe neuro-endocrine, in alterazioni enzimatiche, in disordini immunitari. Va ancora ricordato che l'A. dette ampia diffusione all'impiego dei radioisotopi nella clinica medica (Diagnostica e terapiacon i radioisotopi. Manuale diretto da P. Bastai, L. A., G. C. Dogliotti, G. Monasterio, Torino 1962).
L'A. fu membro di varie società scientifiche, presidente della Società internazionale di medicina del Mediterraneo latino e della Società internazionale di biologia e di medicina nucleare. Direttore della collana di studi medici edita dalla rivista Archivio Maragliano, ottenne la medaglia d'oro del ministero della Pubblica Istruzione per i benemeriti della scuola.
L'A. morì a Genova il 1º giugno 1982.
Bibl.: Curriculum vitae del dott. L. A. Elenco dei titoli e delle pubblicazioni, Roma s.a.; A. Fieschi, Commemorazione del prof. L. A. a un anno dalla morte (dattiloscr. inedito presso l'autore).