BELO (Belli), Lorenzo
Nacque a Roma, prima del 1545, da Pietro, consultore e procuratore dell'Inquisizione, originario di Roccacontrada nel Piceno, e da Carmela Cappellata. Come i fratelli Pompeo, Cesare, Ottavio e Lelio studiò nell'Ateneo romano, addottorandosi in utroque iure.
Sotto il pontificato di Pio IV compose tre opuscoli (Interpretatio in l. II de sacrosanctis ecclesiis; Interpretatio in c. "nullus mortuus" XIII, Q. II; Tractatus de mortuis coemeterio restituendis), apparsi congiuntamente a Brescia in un volume del 1562 e dedicati a quel papa (lo stesso B. ricorda in una lettera a Guglielmo Sirleto un'altra sua opera di questo periodo, De privilegiis pauperum). A Roma egli continuò ad attendere ai suoi studi, mosso pur sempre da vasti interessi eruditi: sono da ricordare un Enchiridion vitae Iesu Christi, Neapoli 1568, un sonetto in distici elegiaci, stampato in Le lacrime di S. Pietro del Tansillo, Vico Equense 1585, e un'operetta in prosa Mira de Christo praeter ea quae in sacris literis habentur, conservata manoscritta nel Vat. lat. 5495, ff. 28-44. Intrattenne relazioni con personaggi di rilievo nella corte papale, come il cardinal Sirleto, seguendo anche nella sua opera di letterato le idee dominanti dell'ambiente culturale post-tridentino. A Pio V è dedicata l'operetta De potestate pontificia creandi vel destruendi potestates et dignitates saeculares in toto terrarum orbe, tuttora inedita (Bibl. Apostolica Vaticana, Vat. lat. 5491, ff. 1-21; Ottob. Lat. 815), in cui il B. riprende strumentalmente l'antica tesi curialistica dell'utrumque gladium al fine di secondare alcune direttive politiche di quel pontefice. In questo ambito appare non priva di fondamento l'identificazione operata dal Mazzuchelli del B. con un Lorenzo Belli autore di componimenti in versi comparsi, nella raccolta In foedus et victoria contra Thurcas apud Sinum Corinthiacum non. oct. MCLXXI, a Venezia nel 1572, che presentano un qualche interesse, come esempi della letteratura encomiastica fiorita in seguito alla vittoria di Lepanto.
Il B., che aveva abbracciato la carriera ecclesiastica e risulta essere stato procuratore e consultore dell'Inquisizione, il 26 maggio 1574 fu elevato, da semplice "presbiter" della diocesi di Roma, alla cattedra vescovile di Capaccio (vacante dal 1° marzo 1553, dacché Paolo Emilio Veralli aveva lasciato quell'ufficio), con l'esenzione dalla prestazione dei tributi dovuti al Sacro Collegio. Il 14 genn. 1577 eresse in collegiata la chiesa parrocchiale di S. Margherita di Sicignano e il 28 ottobre dello stesso anno quella di S. Maria di Laurino. Contribuì pure, nel 1579, alla fondazione del convento dei minori osservanti sempre in Laurino. Ma le sue condizioni di salute non gli permisero di sopportare a lungo il clima insalubre della piana salernitana: dimorò con la madre a Salerno fino al 1579, ma dopo la morte di questa, con l'aggravarsi della sua malferma salute, si trasferì nuovamente a Roma e cessò di esercitare le funzioni episcopali, delegando il fratello maggiore Pompeo (vescovo di Bisignano dal 1575) a celebrare le sacre ordinazioni in Capaccio e affidando invece l'amministrazione della diocesi ad un altro fratello, Lelio. Il malgoverno di Lelio Belo costrinse la Sacra Congregazione a nominare nello stesso anno un vicario apostolico nella persona di Orazio Fusco.
Il B. morì a Roma nel 1586 e fu sepolto nella chiesa dell'Ara Coeli, nella tomba del padre Pietro.
Fonti e Bibl.: Arch. Segreto Vaticano, Schedario Garampi, Vescovi, 10, pp. 43, 44; Cons. 109, Acta miscell. 19, f. 466; Cons. 144, Armadio 12, f. 354; Cons. S. C., Acta camer. 11, f. 151; Bibl. Apostolica Vat., Ferr. 16, ff. 6v, 12r; 612, ff. 5r, 7r-v; Vat. lat. 10425, ff. 14, 17v; Vat. lat. 6194, f. 311; A. Fontana, Bibliotheca legalis, I, Parmae 1688, col. 90; P. Mandosio, Bibliotheca romana, II, Roma 1692, p. 340; F. Ughelli-U. Coleti, Italia sacra, VII, Venetiis 1720, col. 475; C. Romano, Memorie istor. della chiesa e del convento di S. Maria in Aracoeli di Roma, Roma 1746, p. 285; G. Volpi, Cronografia dei vescovi pestani, ora detti di Capaccio, Napoli 1752, p. 119; G. M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia, II, 2, Brescia 1760, pp. 673, 715; I. Vecchietti-T. Moro, Biblioteca picena o sia notizie istor. delle opere e degli scrittori piceni, II, Osimo 1791, p. 154; G. Moroni, Diz. di erudiz. stor. ecclesiastica, LXXXVIII, Venezia 1858, p. 53; G. Cappelletti, Le chiese d'Italia, XX, Venezia 1866, pp. 348, 350; H. Hurter, Nomenclator literarius theologiae catholicae, III, Oeniponte 1906, col. 342; G. van Gulik-C. Eubel, Hierarchia catholica..., III, Monasterii 1923, p. 152; L. Pastor, Storia dei papi, VIII, Roma 1924, p. 90; Dictionnaire d'Histoire et de Géographie Ecclés., VII, col. 904.