LOPODUNUM
Vicus celtico-romano della Germania Superior, situato, all'incirca, tra il Reno ad O e il vallo del fiume Elsenz ad E; era a capo della civitas Ulpia Sueborum Nikretum, organizzata sotto Traiano come punto di incontro di importanti strade militari e come centro commerciale. In età traianea era circondata da mura, di cui si riconosce l'andamento per tre lati, restando sconosciuto il limite della città verso N. Dovette avere numerose costruzioni cittadine tra cui una basilica. Quest'ultima è una delle più grandi e monumentali creazioni architettoniche romane conosciute al di là delle Alpi. Gli scavi compiuti nel 1911 e pubblicati nel 1914 avevano permesso di ricostruirne parzialmente la pianta. Del proseguimento degli scavi, nel 1935, è stata data notizia solo recentemente (1952).
La basilica è coperta in parte dal coro gotico dell'attuale chiesa di S. Gallo e in quasi tutta la sua estensione giace sotto costruzioni cittadine. Le murature erano in conglomerato, rivestite di pietra arenaria rossa: non sono stati trovati né pezzi architettonici, né pavimenti, né rivestimenti, il che ha fatto nascere il sospetto che l'edificio non fosse mai stato compiuto. Il ritrovamento di cocci di età adrianea all'interno delle murature ci dà un sicuro terminus post quem per la datazione.
La basilica era a tre navate, divisa da arcate sostenute da pilastri; la navata centrale era sopraelevata rispetto alle laterali e questo, pare, per una questione tecnica di illuminazione. All'estremità delle pareti lunghe si dispongono, ortogonalmente alle navate longitudinali, due navate trasversali, parallele ai lati brevi e senza divisioni interne. Queste erano a due piani, probabilmente con ballatoi accessibili mediante scale.
Le costruzioni annesse al lato lungo O sono state riconosciute come una serie di ambienti con un tribunal centrale, sottolineato da un'abside curva, davanti al quale il ritmo dei pilastri si interrompe con una arcata di maggiore ampiezza (11 metri). È la prima volta che troviamo questo tipo di sistemazione del tribunal, sede del capo della comunità.
La basilica occupa il lato E di un Foro, di cui restano tracce e attacchi anche nel muro O della basilica stessa. È da presumere che essa e il Foro siano stati progettati ed eretti insieme.
Il confronto più stringente per questa costruzione, che appare concepita come una chiusa architettura di masse, è con la basilica severiana di Leptis Magna, dove però le absidi sui lati brevi costituiscono un elemento di differenziazione. Il suo mancato completamento potrebbe corrispondere ad una catastrofe improvvisa, come la rottura del limes alla metà del III sec., e questo ci permette di datarla con più precisione entro la prima metà del III sec. d. C.
Bibl.: C. I. L., XII, II, i, p. 229 ss.; E. Wagner, Fundstatten und Funde in Grossherzogtum Baden, Tubinga 1911; W. Barthel, in Bericht der Röm. Germ. Komm., VI, 1913, p. 1267; H. Gropengiesser, Die römische Pfeilerbasilika in Lademburg, in VI Int. Kongr. Arch. Berlin 1939 (1940), p. 555; Cramer, in Pauly-Wissowa, XIII, 1927, c. 1429, s. v.; R. Schultze, Basiliska, Berlino-Lipsia 1928, p. 55 ss.; H. Mylius, Die römische Marktbasilika in L., in Germania, 1952, pp. 56-69; A. Grenier, Manuel d'archéologie gallo-romaine, III, i, Parigi 1958, pp. 512-14; L. Crema, L'architettura romana, in Enciclopedia Classica, XII, 1959, p. 517 (la pianta però non è aggiornata sugli ultimi scavi).