LOMBARDO (Lumbardo)
Famiglia di musicisti attivi a Messina tra la seconda metà del Cinquecento e l'inizio del Seicento.
Bartolomeo, figlio di Giuseppe, nacque probabilmente a Messina nella prima metà del XVI secolo. Non si hanno notizie sulla sua formazione musicale, avvenuta probabilmente a Messina, ove proprio nel 1558 gli amministratori cittadini decretarono l'istituzione di una cappella musicale stabile presso il duomo, di cui Bartolomeo fu per lunghi anni fra i primi maestri: dal 1561 al 1564, dal 1567 al 1576, infine dal 1583 al 1595.
In un documento del 1564 viene descritto l'organico di tale istituzione, che comprendeva otto voci (due soprani, due contralti, due tenori e due bassi), oltre ai suonatori dei due organi presenti nel duomo. Lo stesso documento riporta, inoltre, che "li suprani per il più siano et debiano essere juvinetti acciocché siano ben gubernatj tanto in doctrina come in virtù et etiam li ditti soprani habiano di stari in casa di dicto magnifico Bartolomeo [Lombardo] aczochè come maestro di cappella li habia di insegnari et gubernari como bon patri di famiglia et se li tegni di appresso sempre" (Donato, p. 10). Tale pratica è peraltro confermata da un documento del 1570, in cui risulta che un tale Paolo Pipino di Seminara (Reggio di Calabria) pone il proprio figlio Giandomenico, di 10 anni, a servizio di Bartolomeo che, per cinque anni, è tenuto a dargli vitto, alloggio, vestiario e a insegnargli "di musico" (Arch. di Stato di Messina, Notarile, vol. 81, c. 103).
Non si sono conservate le due prime composizioni di Bartolomeo: Ilprimo libro di mottetti a 5 voci, pubblicato nel 1571 a Venezia; e Ilprimo libro di madrigali a 5 e 6 voci, intitolato Trionfo della victoria navale e la Santa Lega, che, presumibilmente, celebrava la vittoria ottenuta dalla flotta cristiana nella battaglia di Lepanto. Si è inoltre a conoscenza di un Inno composto da Bartolomeo, eseguito al palazzo reale di Messina nel 1575, in occasione del ritorno in città di don Giovanni d'Austria. È molto probabile, inoltre, che Bartolomeo abbia curato le esecuzioni musicali previste nelle celebrazioni del 2 e 3 ag. 1589 per il rinvenimento avvenuto a Messina, presso la chiesa di S. Giovanni di Malta, dei sepolcri con i corpi di s. Placido e degli altri martiri suoi compagni.
In tale occasione venne allestita, nella piazza di S. Giovanni Battista, una rappresentazione scenica cui parteciparono 140 cantori e strumentisti; successivamente fu eseguito il Te Deum laudamus, cantato da diversi cori di musici; l'indomani, nel corso della solenne processione delle reliquie lungo le vie della città, ognuna delle otto "bare" che rappresentavano, a rilievo, la storia dei martiri messinesi era preceduta da un coro di 12 musici.
Dall'unica opera conservata di Bartolomeo, Il secondo libro di mottetti a 5 voci (Venezia, Angelo Gardano, 1578), si rileva che in quell'anno egli era maestro di cappella di Gerolamo de Rusticis, vescovo di Tropea, cui il libro è dedicato. Tale opera (che figura ancora nel 1591 nel catalogo dello stampatore, e nel 1604 nel catalogo degli eredi del libraio fiorentino Filippo Giunta) si compone di 25 mottetti, di cui due composti dal figlio Gerolamo. Bartolomeo morì a Messina nel 1595.
Di Gerolamo si hanno pochissime notizie biografiche: nato a Messina intorno al 1560, successe al padre nel 1595 come maestro di cappella del duomo della città, ricoprendo tale incarico forse fino all'arrivo, nel 1624, di Ottavio Catalani, già maestro di cappella a Roma nella chiesa gesuitica di S. Apollinare agli inizi del Seicento. Nel 1614, comunque, Gerolamo era sicuramente il maestro della cappella musicale messinese, come si rileva da uno dei registri superstiti della Tavola pecuniaria della città, in cui egli attesta il servizio prestato come cantante dal forestiero Gerolamo Caetano. Nello stesso documento del 1614, l'istituzione diretta da Gerolamo risulta costituita da 12 cantori e 7 strumentisti: il dato coincide solo parzialmente con quanto esposto dallo storico messinese G. Bonfiglio, il quale affermava che, al principio del XVII secolo, la detta cappella fosse suddivisa in cinque cori di voci e strumenti. Secondo alcuni storici messinesi, le composizioni di Gerolamo furono eseguite con lode in Italia e nella cappella reale di Spagna. La sua prima composizione è il mottetto in due parti Fili quid fecisti - Et quid est, che egli pubblicò nel citato Secondo libro di mottetti a 5 voci del padre; e con ogni probabilità è proprio questo mottetto (un Dialogo tra Cristo e la Maddalena su versi latini) che a lui attribuisce lo storico messinese Placido Samperi. Anche il madrigale in due parti, a 5 voci Son le risa - Non son risa, composto su richiesta di G.P. Flaccomio per la sua raccolta Le risa a vicenda (Venezia, Vincenti, 1598), è degno di essere ricordato, poiché rappresenta il prototipo della stessa raccolta. Un altro suo madrigale a 5 voci, Ecco la primavera, figurava inoltre nella perduta raccolta Infidi lumi (Palermo 1603).
Appartenne probabilmente alla stessa famiglia anche il musicista Giovanni Battista Lombardo, nato a Messina intorno al 1565, che fu maestro di cappella a Roma della chiesa di S. Lucia dell'Arciconfraternita del Gonfalone e, dal 1587 al 1588, del Collegio inglese, dove pubblicò, all'età di 22 anni, la sua prima opera: Canticorumbeatae Mariae Virginis liber primus, quatuor vocibus… (Roma, Alessandro Gardano, 1587), di cui si è conservata soltanto la parte del tenore (Casimiri, p. 11).
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Messina, Notarile, voll. 81 (Notaio Zaccaria De Federico), c. 103; 116 (Notaio Francesco Manna), c. 51; G. Bonfiglio Costanzo, Messane urbis nobilissimae descriptio, Lugduni Batavorum 1723, II, p. 80; P. Samperi, Messana illustrata, I, Messina 1742, pp. 608 s.; C.D. Gallo, Annali della città di Messina, Messina 1758, pp. 300 s.; G.O. Pitoni, Notizia de contrappuntisti e de compositori di musica, a cura di C. Ruini, Firenze 1988, p. 192; R. Casimiri, "Disciplina musicae" e "mastri di capella" dopo il Concilio di Trento nei maggiori istituti ecclesiastici di Roma, III, in Note d'archivio per la storia musicale, XX (1943), pp. 11 s.; O. Tiby, I polifonisti siciliani del XVI e XVII secolo, Palermo 1969, p. 71; L. Bianconi, Sussidi bibliografici per i musicisti siciliani del Cinque e Seicento, in Riv. italiana di musicologia, VII (1972), pp. 27 s.; G. Donato, Appunti per una storia della musica a Messina dalla metà del Cinquecento alla fine del Seicento, tesi di laurea, Università di Messina, facoltà di magistero, a.a. 1980-81, pp. 10, 142-144, 147-149; G. La Corte-Cailler, Musica e musicisti in Messina, a cura di A. Crea - G. Molonia, Messina 1982, p. 115; A. Crea, Produzione musicale messinese e mercato editoriale tra '500 e '600, in Cinque secoli di stampa a Messina, Messina 1987, p. 502; A. Mongitore, Bibliotheca Sicula, III, n. 250; R. Eitner, Quellen-Lexikon der Musiker, VI, p. 214; Répertoire international des sources musicales, s. B/I, 1, Recueils imprimés XVIe -XVIIe siècles. Liste chronologique, nn. 1578/2, 1598/8, 1604/12; The New Grove Dict. of music and musicians (ed. 2001), XV, p. 88.