LOLLIANO (Quintus Flavius Maesius [o Messius] Egnatius Severus Lollianus Mavortius)
Console romano del IV secolo.
Numerose iscrizioni ci attestano il cursus honorum di questo personaggio, che fu tra l'altro proconsul Africae (337 d. C.), consularis Campaniae (prima del 339), praefectus urbi (342), praefectus praetorio (354-55), consul ordinarius (355). Ricoprì cariche nel palazzo: comes Flavialis, comes nostrorum Augustorum et Caesarum, comes intra palatium et vice sacra iudicans e ancora comes ordinis primi intra palatium; secondo quanto lascia capire Firmico Materno (circa il 339), già Costantino gli doveva aver promesso, prima del 337, il consolato; pagano, le iscrizioni costantiniane gli attribuiscono il titolo di augur publicus populi Romani Quiritium, taciuto nelle iscrizioni del periodo di Costanzo. Il suo interesse per l'astrologia gli valse la dedica dei Matheseos Libri di Firmico Materno.
Nel 1704 fu scavata a Pozzuoli, nel giardino che era stato dal vicerè D. Pietro di Toledo, detto "della malva", una statua acefala alta 9 palmi, su una base alta 5, dedicata a Lolliano. Posta nella piazza della città, l'iscrizione sul plinto mavortivs, le valse il nome popolare di mamozo, ancora in uso per designare una grossa e goffa scultura (per quanto la statua in questione sia soltanto frammentaria, ma di elegante fattura).
Un'altra statua, anch'essa acefala, alta m 1,85, fu scavata nel 1885; anch'essa aveva sulla base l'iscrizione con il nome del console. Tanto in questo caso quanto nel precedente le basi erano state reiscritte; anche le statue, cui le teste erano state applicate, erano sicuramente più antiche ed erano state trasformate da L.; purtroppo non si è conservata nessuna delle aggiunte del IV sec., in cui risiedeva tutto l'interesse iconografico per Lolliano.
Bibl.: P. A. Paoli, Avanzi delle antichità esistenti a P., Cuma e Baja, Napoli 1768; G. d'Ancora, Guida ragionata per le antichità e curiosità naturali di P. e dei luoghi circonvicini, Napoli 1792; F. Morghen, Gabinetto di tutte le più interessanti vedute degli antichi monumenti esistenti in P., C. e B., espresse in n. XXXXV rami dal celebre F. M., Napoli 1803; M. Gervasio, Iscrizione di Mavorzio, in Accad. Ercolanense, VIII, 1762, p. 15 ss.; Notizie Scavi, 1885, p. 393 ss.; Ch. A. Dubois, Pouzéoles Antique, Parigi 1907; C. Battisti - G. Alessi, Dizionario Etimologico Italiano, III, Firenze 1952, p. 2339, propongono per il sostantivo "mam(m)ozzo" una improbabile derivazione da una statua di un vescovo "Timoteo" di Pozzuoli.