Logica della scoperta scientifica
(Logik der Forschung, 1935, in realtà pubbl. nel 1934; ed. ingl. ampliata The logic of scientific discovery, 1959) Opera di K. Popper. In polemica con le posizioni neopositiviste, Popper ridefinisce lo statuto e la possibilità della scienza empirica. Questa deve fondarsi non sull’‘induzione’, ossia sul passaggio da asserzioni singolari o particolari ad asserzioni generali (cioè teorie), ma su un approccio deduttivo (I, 1). L’osservazione è infatti un deposito di ‘ipotesi’ alla luce delle quali la realtà viene percepita. Tale carattere aprioristico è tuttavia da intendere in senso psicologico genetico, e differisce dallo schematismo trascendentale kantiano, ossia da una forma di innatismo virtuale dei principi scientifici, in quanto essi sono modificabili. Le teorie scientifiche che riguardano il «mondo della nostra esperienza» vengono emesse in modo ipotetico e possono essere smentite dall’esperienza. Esse sottostanno al criterio di «falsificabilità», in base al quale una teoria è scientifica se può essere confutata dall’esperienza, ossia controllata in modo da poter essere negata da essa: «un sistema empirico per essere scientifico deve poter essere confutato dall’esperienza» (I, 6). Per corrispondere a tale criterio una teoria deve disporre di un sistema di ‘asserzioni-base’ ossia: «che poss[ono] servire come premessa di una falsificazione empirica; in breve, l’asserzione di un fatto singolare» (I, 7). L’accento sulla singolarità è dovuto al fatto che mentre la ‘verificazione’ è empiricamente irrealizzabile, la falsificazione può constare di una sola esperienza falsificante; ciò è chiaro, per es., nell’affermazione ‘tutti i cigni sono bianchi’; per verificarla occorrerebbe fare esperienza di ‘tutti’ i cigni, mentre per falsificarla basta il darsi di ‘un’ solo cigno nero. Le teorie scientifiche poggiano dunque su assunzioni-base rispetto alle quali i ricercatori ‘decidono’ di concordare (II, 9, 11). Tuttavia in quanto esse possono di nuovo essere messe in discussione, la scienza risulta essere una costruzione precaria, che si sostiene su ‘palafitte’: «La base empirica delle scienze oggettive non ha in sé nulla di ‘assoluto’. La scienza non poggia su un solido strato di roccia […]. È come un edificio costruito su palafitte» (V, 30). Pur non potendo essere verificata, una teoria scientifica può essere ‘corroborata’; ossia essa può essere ‘controllata’ e resistere a tentativi di falsificazione. In tal modo la ‘corroborazione’, benché alternativa alla verificazione, consente un temporaneo criterio di scelta fra ipotesi rivali, senza per questo inficiare il criterio di falsificabilità (X, 83).