AGOSTINI, Lodovico
Nato a Ferrara nel 1534, sacerdote, fu, tra i musicisti italiani che vissero alla corte del duca Alfonso II d'Este, uno dei più stimati per la sua profonda cultura ed il suo vasto sapere. Maestro della cattedrale, teologo, protonotario apostolico, morì il 20 sett. 1590 e fu sepolto nella chiesa di Santo Spirito dove il conte Enea Montecuccoli, suo ammiratore, gli comprò un sepolcro.
Strana figura di artista e per certi aspetti contraddittoria, l'A. nonostante la sua condizione ecclesiastica pare che non abbia scritto, a quanto si conosce, composizioni di intonazione religiosa, se si eccettua l'ultima opera che diede alle stampe a Venezia quattro anni prima di morire, Le lagrime del peccatore, comprendente venti madrigali a sei voci. Pur dotato di una forte personalità, si compiacque nell'imitazione dello stile altrui ed in particolare di quello di A. Striggio (come dimostrano il madrigale Nasce la pena, ed i numeri 10, 11, 12 de Il nuovo Echo). Fu anticipatore per alcuni aspetti delle sottili differenziazioni espressive del mondo monteverdiano.
Basterebbe a questo proposito ricordare la preziosa interpretazione della parola nella sua attenta puntualizzazione musicale nel madrigaIe di T. Tasso Picciola verga, e bella, dove il contrappunto severamente imitativo della prima parte trova la sua efficace conclusione nell'espansione lirica finale, oppure quella pennellata di colore nell'altro madrigale di T. Tasso Cantava in riva al fiume alle parole "E pare mormorando", divinazione questa che trova soltanto il suo equivalente strumentale nel mondo della musica romantica.
Ciononostante a volte si riporta a stilemi già tramontati costruendo su un tenor vasti e solenni edifici sonori, come nel madrigale a sei voci Tra Giove in Cielo, rievocando così il fastoso contrappuntismo gotico dei Fiamminghi, quasi per un'intima necessità di rivivere in se stesso tutti gli orientamenti del pensiero.
Questo fatto determina anche una posizione critica nei confronti del petrarchismo allora imperante con la parodia dialettale di esso fatta nella Musica sopra le rime bizzarre di M. Andrea Calmo et altri autori a quattro voci (Milano, C. Pozzo, 1567). Sono ventisei fra mascherate e serenate che rientrano nell'ambito della villotta e come questa indulgono ad una semplicità omofonica seppure arricchita di qualche scherzo cromatico". Ma a questa semplicità ecco contrapporsi le complessità contrappuntistiche e le preziosità cromatiche di alcuni madrigali de Il nuovo Echo a 5voci (Ferrara 1583) "ne' quali sono artificiosamente imitate le risposte, ch'Echo suol fare naturalmente alla voce altrui". E ritroviamo ancora questo atteggiamento critico negli Enigmi musicali (Venezia 1571), che contengono parodie del madrigale sentimentale allora in voga ed anche una gustosa rievocazione parodistica della solmisazione guidoniana, nella quale, come nel famoso inno a s. Giovanni, la nota iniziale di ogni frase musicale corrisponde alla nota indicata dalla prima sillaba della parola che inizia il verso. In questo caso dunque, musica intesa come passatempo, come jeu d'esprit. E sotto quest'aspetto l'A. può essere considerato un precursore, un anticipatore di Orazio Vecchi.
Oltre alle opere già citate l'A. diede alle stampe: Il primo libro de' Madrigali a cinque (Venezia 1570), Libro secondo de' Madrigali a quattro (Venezia 1572), Canzoni alla Napolitana a cinque, libro II (Venezia 1581), Madrigali a sei voci, libro III (Ferrara 1582). Va precisato inoltre che il primo libro degli Enigmi musicali a sei contiene tre Dialoghi a sette, quattro a otto e tre a dieci voci e ne Il nuovo Echo sono incluse due composizioni strumentali, una fantasia e un intermezzo.
In edizione moderna si hanno: Donna felice e bella, madrigale a cinque voci, in R. Bartoli, Composizioni vocali polifoniche..., Milano 1917, p. 63, e Lasso Lasso, in P. G. Pistone, Capolavori della Polifonia Italiana (sec. XVI)-Canzoni e madrigali inediti a cinque voci..., Torino 1929, pp. 14-16.
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