LIVI, Livio
Statistico e sociologo, figlio di Ridolfo, nato a Roma il 2 gennaio 1891. Professore di statistica nelle università di Modena (1916-21), Trieste (1922-26), Firenze (1929-48) e Roma (1927-28 e dal 1949), direttore dell'Istituto superiore di scienze sociali e politiche Cesare Alfieri di Firenze (1929-35), presidente della Società italiana di demografia e statistica (1938-42) e dell'Istituto italiano di antropologia (1953-56), consigliere nazionale dell'Economia e del Lavoro.
Dai primi studî demografici fino alle ultime opere sociologiche ha sostenuto, in netto contrapposto all'antico organicismo evoluzionista, un moderno indirizzo di sociologia generale positiva, ponendo in risalto l'influenza che le stesse caratteristiche biologiche di specie, e principalmente quelle connesse con la procreazione, l'allevamento e la crescenza, hanno nel condizionare le formazioni sociali. Ciô- risulta chiaramente da I fattori biodemografici dell'ordinamento sociale (Padova 1940); Le leggi naturali della popolazione (ivi 1941); I limiti biologici del popolamento (Roma 1953); La struttura ottima della popolazione (ivi 1953); La vecchia e la nuova sociologia generale positiva (Milano 1957).
Tra le altre numerose opere vanno ricordate anche: Gli Ebrei alla luce della statistica (2 voll., Firenze 1918-20); Storia demografica di Rodi (ivi 1944); La rilevazione della ricchezza e del reddito nazionale (ivi 1952); Le previsioni economiche (Torino 1958).
Bibl.: R. Maggi, Nota sull'aspetto biologico della variabilità, in Annali di scienze politiche, Pavia 1937; D. De Castro, Lezioni di demografia generale e comparata, Torino 1942; A. Groppali, La vecchia e la nuova sociologia generale positiva, in Rivista internazionale di filosofia del diritto, 1958; G. Nirchio, A proposito di vecchia e nuova sociologia, in Il Politico, 1958.