LIBURNA (lat. liburna)
Nave da guerra, di tipo veloce, usata nell'antichità. Presentava le caratteristiche seguenti: era allungata e affilata a poppa, munita di sperone, di un albero e di due ordini di remi. Il nome ci dice la sua origine: infatti i pirati delle coste illiriche (Liburnia) avevano creato questo tipo di nave leggiera e celere che, forse attraverso la marina macedonica, si diffuse poi largamente in quella romana nella seconda metà del sec. I a. C. Menzionata da Cesare e da Lucano, essa fece buona prova nella battaglia di Azio contro le pesanti navi di Antonio. Più tardi, proprio per la sua grande diffusione, il nome che la designava perdette il suo preciso significato, e venne usato per indicare diversi tipi di navi come le deceres liburnicae fatte costruire da Caligola (Svet., Cal., 37). Rappresentazioni di liburnae si sono volute vedere, forse a torto, nel famoso rilievo prenestino del Museo Vaticano (v. bireme) e in qualche scena della colonna Traiana. Col nome di liburna è contrassegnata una delle navi figurate nel noto mosaico di Altiburo (v.), ma il tipo pesante di questa imbarcazione, e l'appellativo di apaeona, che ivi si legge subito dopo il nome predetto, dimostrano che col termine liburna s'indicavano, nell'età imperiale, con significato generico, anche le navi da trasporto.
Bibl.: P. Gauckler, in Daremberg e Saglio, Dict. des antiq. grec. e rom., III, p. 1238 seg., s. v.; Grosse, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., XIII, col. 143 segg., s. v.; R. Cagnat, Manuel d'arch. rom., II, Parigi 1920, p. 298.