ATTENDOLO, Leone (Leone Attendoli da Cotignola, Leone Sforza degli Attendoli, Leo Sforza)
Figlio di Muzio, nacque in Castel Fiorentino da Lucia di Torsciano; la data della sua nascita è controversa ed oscilla tra il marzo 1406 ed il marzo del 1407. La data pìù sìcura dovrebbe comunque essere quella del marzo 1406, poiché è legata ad un avvenimento storico: la presa di Pisa da parte di Muzio.
L'A. fu affidato dal padre allo zio Lorenzo Attendolo, affinché fosse allevato a Firenze; lì ebbe per maestro Iacopo Antiquari. Nel 1415, insieme con altri parenti, fu tra gli ostaggi che Muzio dovette lasciare a Pandolfello Alopo. Il 28 febbr. 1417 la regina Giovanna II di Napoli lo fece legittimare insieme con i fratew, Francesco, Giovannì, Alessandro, Lisa ed Antonia; successivamente l'A. tornò in Toscana con Lorenzè. Passò quindi alla scuola del fratello Francesco, e divenne in breve un ottimo soldato. Nel 1424 (7 giugno) prese parte alla battaglia dell'Aquila, combattuta dagli Attendolo contro i Bracceschi, subito dopo la morte di Muzio, distinguendosi per ardimento; nel 1430 partecipò alla guerra di Lucca e nel 1432 fu in Lombardia, sempre al servizio di Francesco; l'anno seguente, allorché Francesco, creato gonfaloniere della Chiesa da papa Eugenio IV, si accinse alla conquista della Marca anconetana, l'A. lo seguì. Nello stesso anno combatté e sconfisse Niccolò Fortebraccìo nei pressi di Tivoli; il 7 dicembre era a Iesi al campo di Francesco. Nel 1434 fu inviato dal fratello in soccorso di Eugenio IV, poiché Roma ed il papa avevano chiesto aiuti a Francesco Sforza, e collaborò attivamente alla riconquista, della città da parte delle truppe fedeli al pontefice. Nel novembre presidiò Toscanella e l'anno dopo (1435) tornò dal fratello che, dovendo combattere Niccolò Piccinino in Romagna, lasciava l'Umbria.
Nel febbraio occupò Castel d'Araldo che parteggiava per Niccolò Fortebraccio. Nel giugno si trovava a Todi, e di qui partendo con seicento cavalieri compì il 21 luglio un'incursione contro Foligno, governata da Corrado Trinci, ma, sorpreso da Nicolò della Stella, signore di Città di Castello, accorso hi aiuto del Trinci, fu catturato e poi consegnato al Fortebraccio, che lo tenne prigioniero in Assisi. Ucciso Niccolò Fortebraccio (22 agosto), l'A. venne liberato per ingiunzione del papa a Carlo, figlio di Niccolò.
Il 25 genn. 1436 l'A. sposava Marsobilia Trinci, figlia di Corrado Trinci, e sul finire del 1438 era ancora nella Marca, assalendo, presso Città di Castello, Paolo della Molara e depredandolo (ma poi dovette restituirgli ogni bene per l'intervento del cardinale Vitelleschi). Rimasto nella Marca sino agli inizi del 1440, si recò in seguito nel Cremonese, a combattere a fianco del fratello, che era a capo delle truppe al soldo di Venezia contro il duca di Milano.
All'assedio di Caravaggio, mentre presiedeva all'artiglieria, fu ferito da un colpo di bombarda e pochi giorni dopo morì, appena trentaquattrenne, senza lasciare prole (luglio 1440).
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