MANSUETI, Leonardo
Figlio di Antonio Sambuchelli e di Adriana Mansueti, nacque a Perugia il 1° genn. 1414, stando almeno all'epitaffio posto sulla sua lapide sepolcrale, secondo il quale il M. morì il 26 luglio 1480, all'età di sessantasei anni, sei mesi e ventisei giorni. È noto anche come Leonardo da Perugia o Leonardo di Antonio Sambuchelli, ma le fonti lo menzionano per lo più con il cognome materno (cfr. Battelli, p. 45).
Il 25 febbr. 1432 l'imperatore Sigismondo di Lussemburgo concesse ai fratelli Francesco, Rainaldo e Pierpaolo Mansueti, cugini per parte di madre del M., il titolo di conti palatini (Die Urkunden…), fatto che prova l'importanza acquisita dai Mansueti già a questa data e che ha forse influito sul prevalere del cognome materno nell'indicare il Mansueti.
Secondo l'umanista perugino Francesco Maturanzio, il M. entrò nell'Ordine dei predicatori all'età di quattordici anni e iniziò gli studi filosofici presso il convento di S. Maria Novella, alla scuola di fra Tommaso da Napoli.
Nel 1434 il capitolo generale gli affidò l'incarico di maestro degli studenti nello Studio di S. Domenico Maggiore di Napoli, carica che ricoprì due anni dopo nel convento di S. Domenico di Perugia. Il 30 apr. 1438 era baccelliere biblico e sentenziario presso lo Studio fiorentino, dove nell'autunno dell'anno seguente insegnò logica con un salario di 30 fiorini. Kaeppeli (p. 23) esclude categoricamente la partecipazione al concilio di Firenze del M., che comunque ebbe modo di mettersi in luce presso papa Eugenio IV, durante il secondo soggiorno fiorentino di questo, nel convento di S. Maria Novella (27 genn. 1439 - 7 marzo 1443). Infatti, il 14 giugno 1440 il M. accompagnò, stando alla Cronaca di Perugia (p. 460), il governatore di Perugia, Gaspare di Diano, dal papa, all'indomani dell'occupazione della città umbra da parte di Niccolò Piccinino. Il M. ricevette la laurea magistrale in teologia proprio in questo lasso di tempo, tra il 1440 e il 1442, anno in cui fu eletto priore del convento di S. Romano di Lucca, comunità che resse però per breve tempo; al capitolo provinciale, tenutosi a Pistoia, infatti, fu eletto provinciale il 14 ag. 1443, carica che rivestì fino al 1450, succedendo a Domenico di Giovanni di Corella da Firenze. Nel 1448, proprio in tale veste, intervenne nella vertenza che vide contrapporsi fra Andrea Rucellai e la comunità conventuale di S. Maria Novella, per l'eredità di Ginevra Cavalcanti, vedova di Bartolomeo de' Bardi (Arch. di Stato di Perugia, Corporazioni religiose soppresse, S. Domenico, n. 220: Firenze, 9 apr. 1448), vertenza che fu in seguito risolta con l'intervento dell'arcivescovo di Firenze Antonino Pierozzi, con una sentenza arbitrale del 9 genn. 1449 (cfr. Orlandi, p. 261). Nel 1452, finito il suo mandato, fu eletto priore di Lucca per la seconda volta. Durante il suo secondo priorato, riuscì a ottenere dal Consiglio cittadino, il 4 aprile, lo stanziamento di 40 ducati d'oro per la ristrutturazione del convento.
Ritornato a Perugia, continuò a dedicarsi all'insegnamento teologico. In una supplica rivolta a Pio II dal domenicano Niccolò di Francesco da Perugia il M. è menzionato insieme con maestro Alessandro da Bologna come professore dello Studio perugino (Arch. segr. Vaticano, Reg. suppl., 517, cc. 281v-282r: 8 marzo 1459). In questi anni fu impegnato anche nella gestione economica della sua comunità. Infatti, in un atto di donazione a favore del convento da parte del "nobilis vir" Mariotto di Ugolino di Niccolò, rogato nel gennaio del 1460 a Firenze, dove il donatore risiedeva, il M. è menzionato come "sindicus et procurator" del convento (Arch. di Stato di Perugia, Corporaz. religiose soppresse, S. Domenico, n. 227: Firenze, 25 genn. 1460). Dal 1461 al 1462 fu priore dello stesso convento perugino (ibid., Miscell., 6: Ricordanze, cc. 68r-75r) e durante il suo mandato s'impegnò, su incarico affidatogli da Pio II il 22 genn. 1462, nella predicazione della crociata contro i Turchi in alcune città italiane (Arch. segr. Vaticano, Reg. Vat., 507, c. 90r). Un documento dell'agosto 1465 attesta la sua presenza di nuovo a Perugia (Arch. di Stato di Perugia, Consigli e Riformanze, 101, c. 110v: 26 ag. 1465).
Nel settembre 1467 fu incaricato da papa Paolo II di preparare il capitolo generale, dopo la sospensione del maestro dell'Ordine Marziale Auribelli. Il capitolo, tenutosi a Roma nel 1468, fu presieduto dal M., sebbene la sua nomina a commissario non fosse più valida perché la sospensione nei confronti di Auribelli era stata nel frattempo annullata. In quello stesso anno, a testimonianza della stima mai venuta meno da parte del pontefice, il M. fu chiamato a far parte del tribunale, istituito da Paolo II, per il processo contro gli Accademici romani, accusati di aver ordito, nel 1468, una congiura ai danni del papa. Nel 1470 un successivo capitolo generale, svoltosi ad Avignone e presieduto da Auribelli, annullò gli atti del capitolo precedente svoltosi sotto la guida del M. e stabilì che in assenza o per impedimento del maestro dell'Ordine la presidenza dell'assemblea sarebbe spettata a un vicario eletto dai frati capitolari; il 5 dicembre di quello stesso anno il M. tornò a guidare come priore la comunità domenicana di Perugia. Tale incarico dovette durare almeno fino agli inizi di dicembre 1471, quando è attestata la sua presenza presso la Curia romana in un breve di Sisto IV, datato 7 dicembre (Arch. di Stato di Perugia, Corporaz. religiose soppresse, S. Domenico, n. 333: pergamena che reca la sottoscrizione autografa del Mansueti). In seguito il pontefice lo insignì della prestigiosa carica di maestro del Sacro Palazzo e, dopo la morte di Auribelli (11 sett. 1473), lo chiamò a guidare l'Ordine domenicano in qualità di vicario, fino al capitolo elettivo che si tenne a Roma, in S. Maria sopra Minerva, nel maggio 1474, nel corso del quale, alla vigilia di Pentecoste, il 28 maggio, il M. fu eletto alla suprema carica dell'Ordine.
Il suo governo è documentato dal registro delle lettere/copialettere, stilato dal suo segretario, Leonardo di ser Uberto da Firenze, con cui si inaugura la serie dei registra dei maestri dell'Ordine domenicano, l'Archivum generale Ordinis praedicatorum.
La linea di governo seguita dal M. fu improntata alla mediazione fra le due correnti che caratterizzavano l'Ordine in quegli anni, quella degli osservanti e quella dei conventuali. Nel 1474, nel convento di S. Domenico di Perugia, fu dato inizio all'erezione della biblioteca, pregevole esempio di architettura rinascimentale, guardando al modello della Biblioteca di S. Marco, a Firenze, opera di Michelozzo.
Gli elementi architettonici decorativi del portale di accesso e dei capitelli delle colonne in pietra serena della biblioteca (ora parte della sede dell'Archivio di Stato di Perugia), costituiti essenzialmente da una corona di fiori, con lo stemma dell'Ordine domenicano e una "L" maiuscola (iniziale del nome del M.), fanno ritenere con certezza che il M. fosse ancora in vita quando furono ultimati i lavori dell'edificio. Leonardo di ser Uberto, già bibliotecario del convento di S. Marco, fu anche l'estensore dell'inventario della biblioteca personale del M., iniziato nel 1474, all'indomani della sua elezione a maestro dell'Ordine, e portato a termine nel 1478.
Eccezionale e indefesso bibliofilo, nel corso degli anni il M. si costituì una biblioteca personale di ben 454 volumi, di cui 323 codici manoscritti e 131 incunaboli (Kaeppeli, pp. 37-40), divisi in due fondi: quello perugino del convento di S. Domenico e quello romano del convento di S. Maria sopra Minerva, fondi che furono unificati dopo la sua morte e collocati nella biblioteca perugina da lui fatta erigere.
Sotto il suo mandato fu celebrato a Perugia il capitolo generale che avrebbe dovuto riunirsi nel 1477 ma che, a causa della peste, fu differito da Sisto IV all'anno seguente (1478), su richiesta dello stesso Mansueti. Per l'occasione, il Comune di Perugia stanziò 1000 fiorini per la spese di ospitalità e altri 1000 per i lavori agli edifici conventuali. Il M. morì di febbre terzana il 26 luglio 1480 a Roma, nel convento di S. Maria sopra Minerva, e fu tumulato nell'omonima chiesa.
Oltre a godere della fiducia dei pontefici Pio II, Paolo II e Sisto IV, il M. fu in rapporto con illustri personaggi della cultura del suo tempo, quali i cardinali Domenico e Angelo Capranica, Pietro Del Monte, Ermolao Barbaro, Iacopo Ammannati, Niccolò Zeno, Niccolò Perotto e Niccolò da Modrussia. Ebbe rapporti epistolari con Donato Acciaiuoli, Antonio Ivani e Marsilio Ficino, che a lui si rivolse per il caso di un frate, entrato nel convento di S. Marco in seguito a una crisi depressiva e accettato troppo frettolosamente (Kristeller, Supplementum). Francesco Maturanzio compose in onore del M. un elogio funebre (cfr. Zappacosta).
Fonti e Bibl.: Roma, S. Sabina, Curia generalizia O. P., Archivum generale Ordinis praedicatorum, IV, 3-4; Arch. segr. Vaticano, Reg. suppl., 572, cc. 252v-254v (Roma, 28 genn. 1461); 688, cc. 157-158 (Roma, 19 marzo 1473); Reg. Vat., 388, cc. 244-255 (23 genn. 1448); Reg. Lat., 758 (28 ag. 1475); 788, cc. 70v-71v (25 febbr. 1478); Arch. di Stato di Perugia, Consigli e Riformanze, 109 (a. 1473), c. 109v (10 nov. 1473); Corporazioni religiose soppresse, S. Domenico, nn. 218 (Firenze, 25 genn. 1447); 220 (Firenze, 9 apr. 1448); Bologna, Biblioteca universitaria, Mss., 1999: G. de' Borselli, Cronica magistrorum generalium Ordinis fratrum praedicatorum, cc. 234-241; Perugia, Biblioteca comunale Augusta, Mss., 1151: T. Bottoni, Annali del convento di S. Domenico, II, ad annos 1436, 1441, 1443, 1448, 1461, 1474, 1480, 1481; Ibid., Convento di S. Domenico, Archivio conventuale: G. Gualtieri, Cronica del convento di S. Domenico di Perugia, 1711, pp. 289 s., 313, 318 s.; B. Platina, Liber de vita Christi ac omnium pontificum, a cura di G. Gaida, in Rer. Ital. Script., 2a ed., III, 1, p. 387; Bullarium Ordinis fratrum praedicatorum, III, a cura di Th. Ripoll - A. Brémond, Romae 1731, pp. 531, 547, 550 s., 561, 570, 572, 574; Cronaca di Perugia dal 1309 al 1491, nota col nome di Diario del Graziani, a cura di F. Bonaini - A. Fabretti - F.L. Polidori, in Arch. stor. italiano, s. 1, 1850, t. 16, parte 1a, pp. 455, 459 s.; V. Forcella, Iscrizioni delle chiese e di altri edifici di Roma, Roma 1869, n. 1604 p. 429 (lettura errata degli anni del M.: 61 invece di 66); Statuti della Università e Studio fiorentino, a cura di A. Gherardi, Firenze 1881, p. 445; Die Urkunden Kaiser Sigmunds (1410-1437): Regesta Imperii, XI, a cura di W. Altmann, Innsbruck 1897-1900, n. 9051; Acta capitulorum generalium Ordinis praedicatorum, a cura di B.M. Reichert, III, Romae-Stuttgardiae 1898, pp. 213, 233, 235, 300, 324, 333, 358, 373; C. Piana, La facoltà teologica dell'Università di Firenze nel Quattro e Cinquecento, Roma 1977, pp. 427, 450; A. Verde - E. Giaconi, La "Cronaca" del convento domenicano di S. Romano di Lucca, in Memorie domenicane, n.s., XXI (1990), pp. XXXVIII, 8, 151-153, 159, 161 s.; A. Maiarelli, La Cronaca di S. Domenico
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