ANTONELLI, Leonardo
Nacque a Senigallia il 6 nov. 1130. Venuto all'età di quattro anni a Roma, vi compì gli studi, dimostrando maggiore inclinazione per il diritto civile e quello canonico. Supplente alla prefettura degli archivi di Castel S. Angelo, tenuta dallo zio cardinale Nicola, gli successe quando questi lasciò vacante la carica nel 1753. Segretario del Concistoro (1757), intervenne in tale qualità nel conclave che elesse Clemente XIII (1758) e ne redasse il diario degli scrutini. Segretario della Cifra (1759), canonico di S. Pietro (1763), assessore del S. Uffizio (1766), percorse con rapidità e fortuna la carriera curiale, distinguendosi per capacità e vigore intellettuale, finché Pio VI, che lo apprezzava grandemente, lo creò cardinale il 24 apr. 1775., con il titolo presbiteriale di S. Sabina, dal quale, dopo la consacrazione episcopale, avuta il 19 marzo 1794, passò alla diocesi suburbicaria di Palestrina. Prefetto della Congregazione di Propaganda Fide dal 1780, si occupò delle difficili trattative con la Russia per il riordinamento della gerarchia cattolica e la creazione dell'archidiocesi di Mogilev; intervenne nella questione irlandese e di fronte allo scisma costituzionale di Francia mantenne, almeno inizialmente, un'opinione moderata.
Invaso dai Francesi lo Stato, nella congregazione straordinaria del 4 febbr. 1797, alla vigilia delle trattative di Tolentino, si pronunciò contro la pace e per la continuazione delle ostilità. Nel febbraio del 1798 Pio VI, scacciato da Roma, lo pose alla testa delle due commissioni cardinalizie, incaricate degli affari ecclesiastici e civili, ma il 9 marzo fu anch'egli arrestato e rinchiuso nel convento delle Convertite e. quindi, in quello dei domenicani di Civitavecchia. Dal ritiro dei passionisti sul Monte Argentario, dove poté alla fine rifugiarsi, intrattenne con il pontefice esule a Siena e alla certosa di Firenze una fitta corrispondenza sui problemi di governo della Chiesa, che mise in sospetto i Francesi, i quali ne pretesero l'allontanamento. Passò allora a Este, e, alla morte di Pio VI, prese parte al conclave di Venezia, sostenendovi da principio la candidatura del card. A. Mattei, favorita dall'Austria, e orientandosi, poi, anch'egli per il card. Chiaramonti.
Tornato a Roma con Pio VII, fece parte della congregazione per il piano di riordinamento dello Stato pontificio; optò per la diocesi suburbicaria di Porto e S. Rufina (1800) e fu nominato penitenziere maggiore (1801) e arciprete della basilica lateranense. Membro di due commissioni cardinalizie per l'esame del concordato francese del 1801, fu tra i più rigidi e diffidenti oppositori delle richieste del primo console (sua è la redazione delle istruzioni al card. Consalvi) e più ancora lo fu quando si discusse il concordato italiano e la estensione di esso a Lucca.
Negli anni tra l'incoronazione di Napoleone (alla quale assistette) e l'occupazione di Roma, fu vescovo di Ostia e Velletri (1807), decano del Sacro Collegio, segretario del S. Uffizio e dei Brevi. Napoleone, che ne sospettava l'ostilità, lo ritenne l'ispiratore dell'irrigidimento di Pio VII. Arrestato il 6 sett. 1808, fu esiliato a Spoleto, a Macerata e, da ultimo, a Senigallia, ove si spense il 23 genn. 1811.
Fu uomo di vasta e solida erudizione letteraria (l'Accademia delle iscrizioni di Parigi lo ebbe tra i soci corrispondenti) e raccolse una ricchissima libreria, di cui fu bibliotecario Francesco Cancellieri.
Pubblicò vari scritti di pietà e istruzioni pastorali. Le sue Lettere in forma di breve (30 genn. 1768), con le quali si schierò a difesa di Clemente XIII contro la corte di Parma, gli procurarono una violenta ostilità sfociata in un attentato, nel quale fu ucciso per errore mons. Saverio Antonelli. Inedita nel fondo Falzacappa della Biblioteca Vallicelliana di Roma è una "Relazione del card. A. sull'avvenuto in Roma dal 1797 al 1799".
Bibl.: E. Consalvi, Memorie...a cura di M. Nasalli Rocca di Corneliano, Roma 1950, passim; Nonciatures de Russie d'après les documents authentiques par M. J. Rouët de Journel, voll. 4, Roma Città del Vaticano 1922-1957, vedi Indice; F. Cancellieri, Cenotaphium L. A., Pesaro 1823; I Rinieri, La diplomazia Pontificia nel secolo XIX. Il concordato tra Pio VII e il primo console,voll. 2, Roma 1902, passim; E. Celani, I preliminari del Conclave di Venezia, in Arch. d. R. soc. romana di storia patria, XXXVI(1913), 3-4 pp. 475-518; Dict. d'Hist. et Gléogr. Ecclés., III, coll. 838-840 (non sempre esatto).