lemons
Termine introdotto da G. Akerlof per indicare un bene di cattiva qualità, le cui caratteristiche sono note solo al venditore e non all’acquirente. Akerlof (The market for ‘emons’: quality uncertainty and the market mechanism, «The Quarterly Journal of Economics», 1970, 84, 3) fece l’esempio del mercato delle auto usate, dove le vetture difettose, dette bidoni, o limoni (lemons) negli Stati Uniti, non sono distinguibili da quelle di buona qualità da parte dei compratori. È un caso esemplare di asimmetria informativa (➔), che può provocare il fallimento del mercato (➔ mercato, fallimenti del): se il prezzo rispecchia la qualità media delle macchine usate, che è l’unica caratteristica nota agli acquirenti, i proprietari hanno un incentivo a mettere in vendita solo le auto di qualità inferiore; ma in equilibrio i compratori prevedono correttamente le scelte dei venditori, e quindi non sono disposti ad acquistare a tale prezzo, perché la qualità effettiva delle auto offerte sul mercato è inferiore a quella media. Questo processo logico va avanti, eliminando via via dal mercato i veicoli di qualità migliore, finché rimangono solo quelli di qualità più bassa: i limoni. In questo caso, i beni di cattiva qualità scacciano dal mercato i beni di buona qualità: i proprietari delle auto usate migliori non sono in grado di segnalare credibilmente la qualità di queste ultime ai compratori, e quindi preferiscono ritirarle. L’allocazione di mercato è quindi altamente inefficiente, e l’intervento pubblico o altre istituzioni private possono aumentare il benessere di tutti gli agenti: per es., tramite l’emissione di garanzie che assicurino un certo livello di qualità di un bene durevole. Il problema dei limoni si estende ovviamente ad altri mercati come quello delle assicurazioni, per es., dove gli individui conoscono il proprio stato di salute, o il proprio stile di vita, molto meglio delle compagnie assicurative.