Le province europee dell'Impero romano. Le province galliche. Narbonensis: Orange
Città della Gallia Narbonense. Prima della conquista romana era sotto il controllo della tribù dei Cavares.
Per lo studio della centuriazione del suo territorio disponiamo di una documentazione estremamente importante, i frammenti della pianta catastale fatta collocare nel 77 d.C., per iniziativa di Vespasiano, nel tabularium in prossimità del teatro, pubblicati da A. Piganiol. Appare, in particolare, significativo il catasto B di cui sono stati effettuati riscontri sul terreno. L’esplorazione stratigrafica della zona urbana ha consentito di datare al 10 a.C. circa la costruzione della cinta muraria, pressoché esagonale, che racchiude un impianto urbanistico ad assi ortogonali, con isolati regolari. Si osservano tre diversi orientamenti negli isolati e uno di questi mostra significative convergenze con il catasto B della centuriazione. Alla porta settentrionale è visibile l’arco trionfale eretto dai veterani della legio II, presumibilmente in onore di Germanico, morto nel 19 d.C. Solo successivamente sarebbe stato “recuperato”, ossia dedicato nuovamente, questa volta all’imperatore Tiberio.
Il grande fornice centrale e i due laterali sono fiancheggiati da colonne corinzie. La decorazione scultorea, consistente in gruppi di prigionieri incatenati a un trofeo, celebra le imprese di Giulio Cesare: la rappresentazione di una battaglia tra Romani e barbari appare infatti allusiva alla conquista della Gallia, mentre quella di un trofeo navale alla presa di Marsiglia. L’arco di O. può essere accostato a quello di Glanum per affinità iconografiche e stilistiche. I resti visibili sulla sommità della collina di Saint-Eutrope sono stati dapprima interpretati come pertinenti a un tempio, successivamente a una torre-segnacolo, in collegamento con un emiciclo che racchiude al suo interno un tempio, adiacente al teatro. Si tratterebbe di un complesso monumentale, presumibilmente in relazione con il foro, caratterizzato da una significativa sequenza di segnacolo-santuario-teatro che richiamerebbe, pur con alcune varianti, l’Augusteum di Nîmes. Sui rilievi della scena del teatro sono rappresentati gruppi convergenti di Centauri e Vittorie alate, un’Amazzonomachia e un thiasos bacchico: è argomento di discussione tra gli studiosi se l’intero ciclo scultoreo vada ascritto all’età adrianea.
A. Piganiol, Les documents cadastraux de la colonie romaine d’Orange, Paris 1962.
P. Wuilleumier, s.v. Orange, in EAA, V, 1963, pp. 703-704 (con bibl. prec.).
M.-E. Bellet, Orange antique, Paris 1991.
A. Küpper- Böhm, Die römischen Bogenmonumente der Gallia Narbonensis in ihrem urbanen Kontext, Espelkamp 1996, pp. 77-85 (con bibl. prec.).
S. Rinaldi Tufi, s.v. Orange, in EAA, II Suppl. 1971-1994, IV, 1996, pp. 81-82 (con bibl. prec.).