IDRO, Lago di (o Eridio; A. T., 20-21)
Bacino lacustre con la massima larghezza a N. È chiuso da alti monti che scendono precipiti sulle sue rive a E. e a O.; a N. il lago si apre verso il fertile piano di Oneda, bonificato dal secolo scorso, e percorso dal Caffaro, alfluente del Chiese. Il livello medio delle acque del lago è a circa 368 m. s. m. Il bacino si sviluppa per una lunghezza di circa 10 km. con una media larghezza di un chilometro: la larghezza massima, nella sezione più a nord, raggiunge 2 km. circa. La superficie supera di poco i 10 kmq. (secondo alcune misurazioni raggiungerebbe 13 kmq.), e il perimetro si svolge per ben 24 km.; la massima profondità, dinnanzi a Rocca d'Anfo, fu calcolata in m. 122; il volume delle acque in 580 milioni di mc. La navigazione è solo esercitata da piccole barche; scarsa è la pesca. Una parte delle acque del lago serve - per recenti lavori - a irrigare la Bassa Bresciana e il Mantovano, dopo di essere stata sfruttata nell'impianto idroelettrico di Volarno Carpenea (30.000 HP). Nelle annate fredde, data l'altitudine, le acque qualche volta gelano. Le principali località che sorgono sulle rive del lago sono: Idro, alla sua estremità meridionale; Anfo sulla sponda occidentale; a N., nel Piano di Oneda, presso il lago, sorgono le case di Ponte Caffaro, frazione del comune di Bagolino.
Sebbene piccolo, il lago presenta la fisionomia biologica dei grandi laghi marginali subalpini e ha abbondante microfauna pelagica (dafnie, side, bosmine, diaptomi, ciclopidi). Il bacino, un tempo pescosissimo tanto che superava il Sebino per la produzione delle trote di cui si faceva larga esportazione anche all'estero, era stato impoverito dalla pesca abusiva con la dinamite e la calce al punto che nel 1885 la pesca dette solo 1800 kg. di trote, 600 di tinche, e quantità imprecisate di lucci, anguille, arborelle, ecc. In seguito a provvidenze attuate soprattutto da P. Pavesi e dalla società Benacense, il reddito del lago andò crescendo così da occupare 90 pescatori; il pesce pescato nel 1912 raggiunse kg. 42,950 (con oltre 4000 kg. di trote) e nel 1925 ammontò a kg. 54,700; ma dopo che il bacino venne trasformato in serbatoio, la produzione tornò a diminuire e nel 1929 dette: trote kg. 3400, coregoni kg. 850, salmerini kg. 10, carpe e tinche kg. 3400, arborelle kg. 7000, anguille kg. 1500, lucci kg. 3000, cavedani kg. 1800, altri pesci 6800: in totale kg. 27.760.
V. tavv. CLV e CLVI.
Bibl.: C. Cattaneo, Notizie naturali e civili della Lombardia, Milano 1844; P. Pavesi, Fauna pelagica, in Rend. Ist. Lomb., 1879 e seg.; id., Batimetria dei laghi d'Orta e d'Idro, ibidem, 1884; G. Bettoni, La pesca e i pescatori del lago d'Idro, in Annali dell'Industria, pubbl. del Ministero, 1913; De Agostini, Atlante dei laghi italiani, Novara-Roma 1917; Min. d'Agricoltura, La pesca nei mari e nelle acque interne, Roma 1932.