COSTANZA, Lago di
COSTANZA, Lago di (ted. Bodensee; Bodamen nei docc. medievali)
L'ampia regione posta intorno al lago di C., che comprende zone attualmente situate in Germania (Baden-Württemberg e Baviera), Svizzera (Turgovia) e Austria (Voralberg), nel Medioevo ebbe caratteri artistici sostanzialmente unitari.La sponda settentrionale del lago di C. fu occupata verso la metà del sec. 4° dalla tribù alamanna dei Lentinenses, i quali probabilmente si stabilirono negli insediamenti abbandonati dell'età romana, mentre sulla sponda meridionale, abbandonata dai Romani solo nel 401, continuarono a risiedere popolazioni gallo-romane e retiche a cui solo intorno al 500 subentrarono gli Alamanni. Protettorato degli Ostrogoti a partire dal 476, la regione poté resistere all'invasione franca fino all'anno successivo alla morte di Teodorico (526).Nel sec. 6°, dopo il consolidamento del ducato alamanno, si costituì tra questo e la casa regnante merovingia un complesso rapporto a cui si devono la cristianizzazione della regione a opera di missionari irlandesi (Colombano, Gallo e Pirmino) e la fondazione dei monasteri di San Gallo e della Reichenau, nonché, intorno al 600, della diocesi di Costanza. Con la caduta del ducato, intorno al 746, gli Alamanni entrarono a far parte della sfera d'influsso culturale carolingio; essi, tuttavia, non rinunciarono alla propria autonomia e individualità, fatto che portò alla nascita di quelle tendenze che si cristallizzarono in seguito a formare il peculiare carattere della regione.I confini della regione artistica del lago di C. fluttuarono non solo con il mutare delle epoche storiche, ma, all'interno di una stessa epoca, a seconda dei diversi fenomeni artistici considerati.Il fulcro della regione fu la città di Costanza, la cui antica diocesi era la più grande della Germania estendendosi dalla regione dell'Aare fino all'area del Neckar. Nella zona centrale (Mittelland), caratterizzata da rilievi poco elevati, sorsero villaggi a fuso o disposti lungo le strade e, dal sec. 12°-13°, nei luoghi particolarmente importanti per la difesa e per i traffici. Nelle scoscese aree prealpine e alpine gli insediamenti furono invece costituiti da piccoli villaggi o da casali.Il legno costituì il materiale tradizionale dell'edilizia locale; nel corso del Medioevo tuttavia acquistò importanza anche la pietra (calcarea, arenaria e pietrisco) che dopo il Mille sostituì del tutto il legno nella costruzione delle chiese. Sempre a partire dal sec. 11° scomparvero anche le fortificazioni e i castelli realizzati completamente in legno e, dal sec. 13°, gli impianti difensivi delle città vennero eretti in pietra. Frequenti furono i sistemi di costruzione mista.La pietra negli edifici di abitazione delle città cominciò a essere usata, piuttosto saltuariamente, nei secc. 12° e 13° per imporsi soltanto nei secc. 15° e 16°, nonostante fossero ancora predominanti tecniche di costruzione in legno come lo Ständerbau, il sistema di costruzione a pali (per es. gli ambienti annessi al castello di Frauenfeld in Turgovia, del 1400-1430), e il Fachwerk.In età carolingia alle chiese ad aula si sostituirono generalmente chiese con impianto basilicale. Nel primo terzo del sec. 9° si trovano edifici di modesta lunghezza con coro quadrato e abside, come a Mittelzell nell'isola di Reichenau, nella chiesa dell'abate Heito, costruita nell'806-816.In questa abbazia fu realizzato anche il piano di San Gallo (San Gallo, Stiftsbibl., 1092), progetto di impianto monastico con chiesa a doppio coro, che venne inviato dall'abate di Reichenau a San Gallo, dove ispirò la costruzione della grande basilica dell'abate Gozbert (830).In epoca ottoniana a Costanza si concentrò l'attività edilizia durante l'episcopato di Konrad (934-975) e Gebhard (979-995).Nel sec. 11° la regione diede un apporto notevole alla creazione di nuovi tipi di capitelli, quelli a dado e i Faltenkapitelle (a Mittelzell, nella Reichenau, nel duomo di Costanza e nell'Allerheiligen a Sciaffusa), che, discostandosi dai modelli antichi, seguiti seppure con varie commistioni nell'età carolingia (San Gallo, dopo l'830), presentano un'impostazione stereometrica e una tettonica del tutto nuove.Con le riforme di Cluny e Hirsau l'architettura chiesastica benedettina della regione si orientò verso forme meno grandiose. Nell'Allerheiligen a Sciaffusa per es. al complesso e ambizioso edificio del 1050-1078 seguì ben presto una ricostruzione in forme più semplici, coerenti con la riforma di Hirsau introdotta nell'abbazia.Il Gotico raggiunse la regione del lago di C. dalla Francia settentrionale e dal Basso Reno, creando, subito dopo il 1300, edifici di grande livello artistico: tra questi sono da ricordare - oltre alla fase più significativa dell'abbazia cistercense di Salem - nel duomo di Costanza, la rielaborazione della Mauritius-Rotunde e il chiostro, al quale furono forse attive maestranze provenienti da Salem. Per quanto riguarda l'architettura degli Ordini mendicanti, la regione passò ben presto dalla tipologia basilicale agli edifici 'a sala' o 'a pseudo-sala' (parrocchiale di St. Dionysius a Diessenhofen, 1400; parrocchiale di St. Laurenzen a San Gallo, 1413-1423 ca.), più adatti ad accogliere in uno spazio unitario ampie masse di popolazione per la predicazione.Lo sviluppo della miniatura e della pittura murale è caratterizzato da fasi alterne di ricorsi formali e iconografici all'Antichità tardoromana e paleocristiana, dovuti sia a modelli diretti o mediati dalla cultura carolingia sia a contatti con l'arte bizantina.Limitato fu invece l'influsso dei modi astratti della miniatura insulare irlandese, la cui produzione giunse a San Gallo soprattutto in seguito alla seconda migrazione irlandese del sec. 9°, con i pellegrini che donarono alla biblioteca dell'abbazia numerosi libri scottice scripti (per es. San Gallo, Stiftsbibl., 51, del 750-760; 60, dell'800 ca.; 48, dell'850).Contrariamente a quanto sembrerebbero indicare i numerosi manoscritti conservati, le importanti scuole di miniatura di San Gallo e della Reichenau operarono contemporaneamente dal sec. 8°, epoca in cui non è semplice distinguere tra le modeste iniziali realizzate nei due scriptoria; ancora nel sec. 9°, all''epoca d'oro' di San Gallo è evidente uno scambio artistico tra i due centri. La grande miniatura di San Gallo, soprattutto della seconda metà del sec. 9° e della prima metà del 10°, caratterizzata da una maniera analoga a quella dei centri carolingi di Aquisgrana e Reims, è ben rappresentata da opere quali il Salterio di Folchardus, dell'873-883, lo Psalterium aureum, del 900 ca., e l'Evangelium longum, del 900 ca. (San Gallo, Stiftsbibl., 23; 22; 53). Le incursioni ungare del 927 tolsero tuttavia vitalità allo scriptorium, proprio all'epoca in cui alla Reichenau iniziava al contrario - con opere come il Prudentius del 900 ca. (Berna, Burgerbibl., 264) - il periodo di maggiore splendore, che raggiunse il culmine intorno al Mille, con il Codex Egberti, del 980 ca. (Treviri, Stadtbibl., 24), il Libro delle Pericopi di Enrico II, del 1007-1012 (Monaco, Bayer. Staatsbibl., Clm 4452), e l'Apocalisse di Bamberga, del 1000 ca. (Bamberga, Staatsbibl., Bibl. 140). Da un insieme di relazioni con la Lombardia, con Roma e con l'arte bizantina scaturì un'arte dai caratteri immateriali e visionari che si manifestò anche nel campo della pittura monumentale, come testimoniano i dipinti murali di St. Georg a Oberzell nella Reichenau (le scene con i Miracoli di Cristo nella navata, dopo il 900; la Parusía, più nota come Giudizio universale, e la Crocifissione nel portico, 1060-1080) e dell'abside di St. Peter und Paul a Unterzell nella Reichenau, del 1104-1132. Tale livello artistico non fu più raggiunto nella regione, né con lo scriptorium di Allerheiligen a Sciaffusa, legato a Hirsau, né con quello di Weingarten. La presenza in questa città di manoscritti appartenenti al c.d. tesoro dei Guelfi, giuntivi nel sec. 12°, diede luogo a opere in cui è evidente un influsso francosettentrionale, quali il Messale di Heinricus Sacrista, del 1182, e il Messale dell'abate Berthold, del 1200-1223 (New York, Pierp. Morgan Lib., M.711; M.710). Solo intorno al 1300, con l'affermarsi della cultura cortese incentrata sul concetto della Minne, l'amore insieme spirituale e profano, si raggiunsero nella regione, principalmente a Costanza, risultati di analogo livello artistico. Per la produzione miniata la testimonianza più significativa è costituita proprio da raccolte di Lieder, quali la Weingarten Liederhandschrift, del 1310-1320 (Stoccarda, Württembergische Landesbibl., HB XIII poet. germ. 1), ma un analogo gusto si ritrova anche in manoscritti con testi di contenuto storico come le cronache universali, per es. il codice con la Weltchronik di Rudolf von Ems (m. nel 1254) conservato a San Gallo (Kantonsbibl. Vadiana, 32; 1300 ca.), o codici liturgici, quali il Graduale proveniente da St. Katharinenthal-Diessenhofen, nel cantone di Turgovia, prodotto della scuola domenicana di Costanza (Zurigo, Schweizerisches Landesmus.).Testimonianze di questo sviluppo artistico si hanno anche nella pittura murale a Costanza, nella chiesa dei Domenicani (fregio con i martiri, 1300) e nella sagrestia del duomo (Crocifissione, 1348), e nella cappella di Landsschlacht, in Turgovia (fregi della Passione, 1310-1320). Anche l'arte vetraria raggiunse un notevole livello artistico: al 1318-1320 risalgono le vetrate della Mauritius-Rotunde nel duomo di Costanza (oggi nel duomo di Friburgo in Brisgovia); artisti di questa città realizzarono nel 1310 alcune finestre dell'abbazia cistercense di Kappel; di poco posteriori sono infine le vetrate dalla chiesa di St. Laurenzen a Frauenfeld-Oberkirch in Turgovia.Nell'ambito della produzione plastica vanno considerate in primo luogo le straordinarie opere di arte suntuaria. La lavorazione dell'avorio ebbe come massima espressione la legatura del già citato Evangelium longum, opera del monaco di San Gallo Tuotilo, intorno alla quale si raccoglie un gruppo di intagli (per es. la coperta conservata a San Gallo, Stiftsbibl., 60); va citato inoltre il Battesimo di Cristo del sec. 11°, dall'abbazia di Rheinau (Zurigo, Schweizerisches Landesmus.).Per l'oreficeria vanno menzionati, oltre al disco della cripta del duomo di Costanza (1000 ca.), la testa-reliquiario di s. Maurizio, proveniente da Rheinau, del 1200 ca. (Zurigo, Schweizerisches Landesmus.) e, intorno al 1300, il c.d. calice di Wettinger, ora conservato nell'abbazia di Mehrerau presso Bregenz (Austria), e il reliquiario di s. Marco della Reichenau (Schatzkammer des Münsters), del 1303-1305, in foglia d'argento lavorato a sbalzo, applicata su un'anima di legno, con scene della Vita di Cristo.La scultura architettonica, opera generalmente di lapicidi lombardi, ha un carattere per lo più decorativo; ciò che si conserva delle raffigurazioni di portali e di facciate è quindi piuttosto modesto, sebbene non manchino figurazioni più complesse, quali la lunetta della chiesa abbaziale di Petershausen, del 1173, con Cristo risorto all'interno di una mandorla e, nell'architrave, gli apostoli con al centro la Vergine (Karlsruhe, Badisches Landesmus.).Allo scarso sviluppo di una scultura di tipo monumentale fa riscontro un impulso verso un'arte destinata alla fruizione privata, che condusse alla creazione di fervide immagini devozionali tematicamente nuove (per es. le sculture lignee del maestro Heinricus di Costanza e della sua scuola, del 1300 ca.), che si spiegano nel contesto della mistica elaborata nei monasteri femminili della Germania meridionale.
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