Città e porto della Francia occidentale (77.800 ab. nel 2006), sull’Oceano Atlantico, capoluogo del dipartimento della Charente-Maritime. È situata sul fondo di un’insenatura fronteggiata da due isole (Île de Ré e Île d’Oléron) e limitata dalle punte di Minimes e La Pallice. Attivo centro peschereccio e industriale.
Centro di scarso rilievo sino al 12° sec., acquistò importanza quando, dopo la distruzione del castello di Châtelaillon a opera di Guglielmo IX duca d’Aquitania, il luogo fu fortificato. Attorno al castello si sviluppò la città, che si organizzò a comune godendo di larga autonomia. Fedele ai Plantageneti sotto la prima dominazione inglese, ne ricevette ampi privilegi; nel 1224 se ne impadronirono i Francesi e la tennero fino al 1360, quando, per il trattato di Brétigny, tornò alle dipendenze dell’Inghilterra. Dieci anni dopo, ribellatasi alla guarnigione inglese, La R. passava definitivamente sotto il dominio francese. Divenuta attivissimo centro commerciale nel 15° sec., in quello seguente assurse a importanza politica quando i protestanti francesi ne fecero un centro di resistenza di fronte al partito cattolico. Per la pace di Saint-Germain (1570) La R. fu una delle piazzeforti accordate ai protestanti. Divenne allora una città libera, sede della corte della regina di Navarra, notevole centro culturale. Rifugiatisi in La R. i principali capi ugonotti scampati alla strage di San Bartolomeo (1572), Carlo IX fece bloccare la città da un esercito imponente comandato da Enrico duca d’Angiò; la città, difesa da François de La Noue, resistette al lungo assedio e con il trattato di La R. del 1° luglio 1573 i protestanti ottennero il libero esercizio del loro culto a La R., Nîmes e Montauban. Scoppiate le ostilità tra Francia e Inghilterra nel 1627, La R. si mise dalla parte degli Inglesi. Si ebbe allora il secondo e più celebre assedio. Dopo 15 mesi di valorosa resistenza, la città fu costretta ad arrendersi. Durante la minore età di Luigi XIV, la popolazione protestante era ancora numerosa; ma il rientro degli ordini religiosi e l’istituzione (1648) di un nuovo vescovado ne avviarono il declino, che si accentuò dopo la revoca dell’editto di Nantes (1685), quando gli elementi più attivi emigrarono in massa. Rifiorì all’inizio del regno di Luigi XV, quando il suo porto, ingrandito, assunse importanza per il commercio coloniale, soprattutto con il Canada, e fu nuovamente notevole centro di cultura.