Il 23 marzo del 2010 il Congresso statunitense ha approvato, con 219 voti favorevoli, la storica riforma del sistema sanitario. L’azione riformatrice in questo campo del welfare statunitense, tentata nella storia più volte da altri presidenti, ma fallita sempre prima del 2010, era d’altro canto una delle sfide maggiori che Barack Obama aveva lanciato nel corso della sua campagna elettorale. Gli aspetti innovativi della riforma riguardano prima di tutto le polizze assicurative, dal momento che si vieta alle assicurazioni di rescindere la polizza in caso di malattie del paziente, si eliminano i tetti massimi di spesa entro i quali scatta il risarcimento assicurativo e si rende illegale la pratica di non assicurare bambini, sulla base di malattie preesistenti. Inoltre, la riforma estenderà il numero delle persone assistite dal programma federale sanitario Medicaid, previsto per le famiglie a basso reddito, portato a 29.000 dollari (vale a dire fino al 133% del livello di povertà stabilito dal governo) per i nuclei di familiari di quattro persone. Si prevedono anche degli incentivi per le piccole imprese affinché provvedano ad assicurare i loro dipendenti.
Si stima che grazie alla riforma, che comunque non include l’opzione (prevista nella bozza iniziale) di un’assicurazione di stato che possa competere con il sistema assicurativo privato, 32 milioni di cittadini in più saranno coperti da assicurazione entro quattro anni. Nel 2016 la percentuale di persone non assicurate dovrebbe scendere dall’attuale 19% all’8%, di cui la gran parte sarà rappresentata da immigrati irregolari.