Romanzo (1923) di I. Svevo, che per la tecnica introspettiva, per i modi da "monologo interiore" con cui vi sono narrate le vicende dell'abulico protagonista, Zeno Cosini, portò - in anni di dilagante fama di M. Proust e di J. Joyce, e di sempre più vivo interesse per la psicanalisi - alla tardiva "scoperta" di questo scrittore, segnando l'inizio della fortuna della sua opera.
Dal romanzo venne tratto nel 1965 l'omonimo adattamento teatrale di T. Kezich, con la regia di L. Squarzina e l'interpretazione di A. Lionello. A un altro adattamento teatrale, su un testo di J. Taylor, era collegato il video Confessions of Zeno (2002), presentato a Documenta 11 da W. Kentridge.