L'Europa tardoantica e medievale. Il cristianesimo. La vita cenobitica nelle regioni occidentali: Cluny
Centro abbaziale fondato l’11 settembre del 910 da Guglielmo di Aquitania nelle sue terre (villa nei pressi di Mâcon).
Posta alla diretta dipendenza della Sede Apostolica e affidata a Brunone, abate di Baume-les-Messieurs, e quindi, alla sua morte, a un abate liberamente eletto, l’abbazia dei Ss. Pietro e Paolo di C. divenne ben presto il più importante centro della riforma benedettina; fra X e XII secolo, sotto la guida di abati di forte personalità, alcuni dei quali la ressero per un periodo straordinariamente lungo (Oddone: 927-942; Maiolo: 954-994; Odilone: 994-1049; Ugo: 1049-1109; Pietro: 1122- 1157), fu il più prestigioso centro europeo di vita monastica. Nel momento di massima espansione l’abbazia giunge a contare oltre 300 monaci, centinaia di novizi e conversi, oltre a una quantità proporzionata di personale laico, ed è il fulcro di una rete complessa di potere spirituale e temporale, nella quale sono inserite un numero elevatissimo di abbazie sia di obbedienza che di osservanza distribuite in tutte le regioni europee. Le sue strutture sono ricostruibili nelle linee generali sulla base di fonti testuali e iconografiche anteriori alla ristrutturazione degli edifici conventuali avvenuta nel XVIII secolo e alle distruzioni operate tra 1798 e 1823 in seguito alla soppressione dell’abbazia e al suo passaggio a privati. Tali strutture si estendevano su un’area di circa 15.000 m2, delimitata da un recinto entro cui si disponeva la serie dei chiostri (principale, dei novizi, del cimitero, dell’infermeria), che articolava gli spazi monastici (dormitori, refettorio, cucine, infermeria, ospizi, servizi, palazzo abbaziale, cappelle, ecc.), su cui dominava la chiesa abbaziale. Questa, iniziata nel 1088 e consacrata nel 1130 (ma l’altare maggiore e quattro altari del coro vennero consacrati da Urbano II già nel 1095), a cinque navate, era conclusa da due transetti absidati e da un’abside a deambulatorio con cinque cappelle a raggiera, ed era preceduta dalla galilea a tre navate, terminata solo nel terzo decennio del XIII secolo.
Dell’edificio, per le sue dimensioni la maggiore chiesa del Medioevo, dopo le demolizioni dissennate degli ultimi secoli, si conservano il braccio meridionale del transetto maggiore, con un campanile ottagonale (Clocher de l’Eau Bénite) e un più modesto campanile quadrato, e una cappella adiacente al transetto minore, nonché una serie di capitelli figurati del coro. Intense campagne di scavo condotte negli anni 1928-50 sotto la guida di K.J. Conant hanno messo in luce resti consistenti dell’impianto più antico dell’abbazia, noto in precedenza solo da testi e documenti (tra gli altri il Liber tramitis, ca. 1040), localizzati nel settore del chiostro principale adiacente alla chiesa romanica, in particolare nell’area in cui prima dei rifacimenti del XVIII secolo si trovava la cappella di St.-Pierre-le-Vieil. Secondo la ricostruzione di Conant (1968), in questa zona si sarebbero succeduti un oratorio pertinente alla villa di Guglielmo (Cluny A, cui sono attribuiti pochi resti murari nell’abside della cappella, integrati in una pianta a navata unica triabsidata), la prima chiesa abbaziale consacrata nel 927 (Cluny I, localizzata a nord del precedente oratorio, in corrispondenza della sacrestia della chiesa successiva, e ipotizzata a navata unica con coro quadrangolare), infine la grande abbaziale consacrata nel 981 (Cluny II), basilica a tre navate, con transetto e profondo presbiterio anch’esso a tre navate, fiancheggiate da vani (augmenta) nei quali Conant identifica le cryptae menzionate dai testi; a ovest si collocano le tre campate della galilea, preceduta a sua volta da un atrio e realizzata fra X e XI secolo. Sostituita nelle funzioni di chiesa abbaziale dalla basilica romanica (Cluny III), della chiesa del X secolo sarebbero stati conservati solo il transetto e la zona presbiteriale, inseriti nell’ala orientale del nuovo chiostro, che avrebbe occupato con il suo spazio aperto l’area delle navate e con l’ala occidentale la galilea.
L’interpretazione data da Conant ha suscitato perplessità e un vivace dibattito, stimolato anche dall’intensificarsi degli studi e delle ricerche sulla documentazione testuale, archeologica, architettonica e pittorica di C. Al momento attuale si può osservare che la sequenza ricostruita da Conant appare difficilmente sostenibile, specie per quanto riguarda le due fasi più antiche da lui ipotizzate. I pochi resti di muri attribuiti a Cluny A, la cui pianta è frutto solo della suggestione di schemi di chiese carolinge meglio note, possono più plausibilmente essere riferiti a una cripta di Cluny II, realizzata forse in un momento successivo al suo primo impianto ed eliminata nella sistemazione conseguente alla costruzione dell’abbaziale romanica; quanto a Cluny I, la sua ricostruzione si basa, ancora una volta, soprattutto su confronti: di fatto, le basi archeologiche sono estremamente labili, tanto da far mettere in dubbio la sua stessa ubicazione. Dell’ipotesi di ricostruzione di Cluny II è in discussione l’organizzazione del presbiterio, come si è accennato, di grande rilievo ai fini della funzionalità liturgica degli spazi, cui le ricerche più recenti dedicano particolare attenzione; l’ipotesi di una cripta sotto il presbiterio mette in causa la destinazione degli augmenta laterali. Sono sulla struttura della galilea, per la quale si è proposta un’articolazione a tre campate anziché a due, con un conseguente ridimensionamento dell’eventuale atrio antistante.
Gli scavi più recenti hanno interessato la campata orientale della chiesa abbaziale e le due occidentali della galilea, fornendo dati significativi sul cimitero che occupò la zona nel XIV-XVI secolo, nonché sulla progressione del cantiere romanico e sul sistema di drenaggio messo in opera per bonificare un’area particolarmente umida; nel cortile dell’abbazia sono invece individuati i resti di strutture diverse (muro di cinta: XI sec.; edifici di uso imprecisato: XIII-XIV sec.) e strati di distruzione (XII sec.) di un importante edificio preromanico, che rimettono in discussione le ricostruzioni dell’organizzazione del monastero elaborate sulla sola base delle fonti testuali e iconografiche. Murature anteriori a Cluny III sono state individuate nell’area del transetto maggiore, così come strati attribuibili all’Alto Medioevo. Dati significativi emergono anche dallo studio degli elevati, sul quale sono al momento disponibili solo informazioni preliminari.
Fonti:
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