L'Europa tardoantica e medievale. Gli Alamanni: Schretzheim
Località del distretto di Dillingen an der Donau, 600 m a ovest della quale è stata rinvenuta un’estesa necropoli di tombe in fila disposte su un’alta terrazza sulla riva settentrionale del Danubio.
I membri dell’Historischen Verein Dillingen portarono alla luce tra il 1890 e il 1901 le tombe 1-344 e negli anni 1927-34 le tombe 345-630; gli scheletri dalle tombe 345 fino alla 630 sono stati oggetto di analisi antropologiche. La necropoli è stata scavata quasi integralmente e l’abbondante quantitativo di reperti ha reso possibile un’autonoma articolazione cronologica dei materiali rinvenuti. Lo schema di sei livelli che si susseguono l’uno sopra l’altro per il periodo dal 530 circa al 680 è risultato dall’analisi formale di tutti gli oggetti, da osservazioni sul contesto di ritrovamento dei materiali e da attribuzioni cronologiche sulla base della pianta della necropoli. Nel quadro di una nuova cronologia, elaborata con l’ausilio di una statistica di combinazioni per la necropoli di Pleidelsheim con 10 fasi della Germania meridionale (Süddeutschen = SD) dal 450 al 660-670, sono emersi, in confronto ai livelli di Sch., spostamenti nelle cesure temporali, tali da far ritenere che il livello 2 abbia avuto termine intorno al 565, la fase SD 5 invece intorno al 555. Il livello 1 viene in parte segnato da tombe di persone molto anziane, che appartenevano a una generazione che per lo più non veniva ancora sepolta nella necropoli. All’interno della nuova cronologia della Germania meridionale esse appartengono alla fase SD 4. Le restanti tombe del livello 1 si ritrovano insieme con molte del livello 2 nella fase SD 5 (530-555). La fase SD 6 inizia con la tomba di cavaliere numero 74 dal livello 2. I livelli 3 e 4 abbracciano circa tre generazioni e corrispondono all’incirca alle fasi SD 6 (555-580) fino alla 8 (600-620).
Anche nell’ordinamento cronologico delle singole tombe devono essere apportate modifiche: ad esempio, la coppia di tombe isolate 300-301 come la tomba 502, di una giovane donna con antica fibula ad arco, appartengono piuttosto al livello 3, fase SD 6. L’utilizzazione del cimitero terminò all’interno del livello 6, fase SD 10, probabilmente uno o due decenni prima dell’anno 680 originariamente supposto, poiché il periodo delle guarnizioni placcate con motivo a favi a Sch. non è attestato. Circa 12 uomini di età più avanzata (livello 1), notevolmente più tardi (livello 2) e altrettante donne presero parte negli anni Trenta del VI secolo alla costituzione dell’insediamento e all’impianto di una necropoli. Gli uomini erano evidentemente pesantemente armati; 12 uomini della generazione più antica (livello 1) possedevano una spada, 4 di loro anche uno scudo; tra i più giovani (livello 2, fase SD 5) si trovavano 8 uomini, che erano equipaggiati con spatha, lancia e scudo e pertanto possono essere ritenuti guerrieri dell’esercito dei Franchi. Un guerriero è stato identificato come cavaliere per la presenza al suo fianco di un cavallo (tomba 391). Dal momento che mancano servi e serve nullatenenti, non si tratta di una popolazione contadina insediatasi per la lavorazione della terra.
Le donne portavano i gioielli della loro antica patria: la donna sepolta non distante dal cavaliere con due coppie di fibule di notevole qualità (tomba 372) proveniva dalla Belgica II, come mostrano i confronti delle fibule ad arco e a disco (tipo Marchélepot nella classificazione di R. Windler). Alcune donne potrebbero essere state autoctone, cioè di origine alamanna. Cinque donne erano abbigliate con le più recenti fibule della Turingia. Evidentemente il cavaliere franco, dopo la conquista del regno della Turingia, aveva guidato dalla Turingia al Danubio un seguito armato con le famiglie. I ritrovamenti (tombe 33, 70 e 177), anche dopo lo spostamento dell’insediamento, mostrano gli stretti contatti tra la Turingia e l’area scandinava. Già I. Bóna nel 1979 pose l’accento sul fatto che i numerosi gioielli con influenze longobarde, come un vaso “a sacchetto” longobardo (tomba 34), potessero essere arrivati sul Danubio superiore non come era stato supposto nel 1977 intorno al 568, ma già in precedenza, quando i Longobardi erano stanziati ancora in Pannonia. Nel frattempo è divenuto chiaro che il re dei Franchi orientali Teodeberto già dopo il 535 profuse un maggiore impegno nel reclutare guerrieri longobardi per l’esercito franco e fece insediare i Longobardi nelle regioni sulla destra del Reno; questo fenomeno riguardò probabilmente anche Sch.
Le sepolture erano distribuite secondo i gruppi familiari. I parenti maschi del cavaliere franco furono sepolti lungo un’asse che attraversava l’intera necropoli, partendo dalla più antica tomba 391, che aveva il suo cavallo nella tomba 355. Perciò la famiglia con un cavaliere per ogni generazione mantenne la propria posizione privilegiata fino alla metà del VII secolo, anche se altre famiglie del luogo in alcuni periodi dimostrarono una maggiore agiatezza. Tuttavia, solo la famiglia che viveva alla corte del cavaliere franco aveva il diritto di deporre nella tomba vasellame bronzeo come simbolo dello status e dell’ospitalità (fase SD 5: tomba 391; fase SD 6: tomba 74; fase SD 7: tomba 352; fase SD 8: tomba 366). Il cavaliere più tardo (livello 5, fase SD 9: tomba 345) era completamente armato e sepolto insiemea due cavalli e ai finimenti ageminati (tombe 96 e 98). Tra le tombe di cavalieri con vasellame bronzeo si trovava la tomba di un guerriero, che si era unito a un seguito straniero ed era contraddistinto da una spada particolarmente vistosa per le rune sulla lama e per l’anello d’argento sul pomo (tomba 79). Mentre la sposa franca del fondatore dell’insediamento nella tomba 372 fu sepolta allo stesso modo su questo asse della necropoli, è più difficile classificare le componenti femminili della generazione successiva. A una certa distanza si trova in particolare la tomba 513 (livello 3, fase SD 7): la donna ornata con tre fibule, tra le quali una a disco d’oro, è l’unico individuo femminile a possedere un bacile di bronzo che, sulla base di quanto osservato in altre necropoli franche, spettava solo alla signora della corte di un cavaliere franco.
A partire dalla seconda generazione la popolazione di Sch. cominciò a differenziarsi maggiormente: da un lato aumentò l’agiatezza, dall’altro si accrebbe il numero di persone più povere. Una maggiore esigenza di rappresentanza portò all’impiego di profonde strutture tombali soprattutto nei livelli 3-4. Colpisce l’abbondanza del materiale nelle tombe, che sono vicine al più antico gruppo della Turingia. In particolare il possesso di metallo nobile (ad es., tombe 26 e 23) potrebbe essere ricondotto alla partecipazione alle campagne militari dei Franchi in Italia durante la guerra greco-gotica (535-553). Due guerrieri, che evidentemente non erano discendenti del cavaliere franco, tuttavia ascesero al rango di cavaliere. Il più antico portava una cintura d’argento con ornato animalistico nordico (fase SD 7: tomba 7). Il cavaliere più tardo possedeva, secondo i modelli bizantini, un’armatura di lamina di ferro e una lancia da cavaliere (fase SD 8: tomba 580). Nonostante l’evidente successo nell’esercito franco questi cavalieri però non ottennero lo status sociale e i privilegi a questo connessi della famiglia della corte del cavaliere franco. L’insediamento di Sch. del periodo merovingio apparteneva alle basi militari franche fondate sotto Teodeberto I dopo la caduta del regno di Turingia, in linea con la sua politica in Oriente e in Italia. Il re dei Franchi orientali Sigibert continuò, a partire dal 571, questa politica, che terminò con l’ultima grande spedizione militare nel 590. Evidentemente le campagne in Italia comportavano notevoli perdite, poiché nel livello 3 si nota il prevalere del numero di donne; solo a partire dal livello 4, più recente, vale a dire nel VII secolo in base alle ricerche di S. Donié, il rapporto numerico tra uomini e donne si capovolge. L’insediamento perse importanza come base militare. Con circa 130 adulti e 70 bambini, cioè circa 10 corti, era sin troppo grande per un insediamento rurale.
A prescindere dalla famiglia del cavaliere, che nel VII secolo si distinse tra l’altro grazie alle sepolture femminili dotate di sontuosi corredi (livello 5: tomba 226; livello 6: tomba 615), i restanti possessori di corti non emergono ulteriormente, non presentano neanche più differenze sociali tra loro, ma, al contrario, un grosso divario sociale all’interno della famiglia stessa. Nel livello 6, alla metà del VII secolo, solo poche comunità di corti seppellirono ancora nella necropoli; tra queste vi era la famiglia della corte del cavaliere, che era stata promossa tra le nobili famiglie della regione. Il completo abbandono del sepolcreto, avvenuto nel secondo terzo del VII secolo, è insolito e si può spiegare con una dissoluzione o uno spostamento dell’insediamento. Diviene così comprensibile per quale motivo la necropoli non venne mai fatta oggetto dell’usanza, largamente diffusa nel tardo VII secolo, di violare sistematicamente le tombe degli antenati alla ricerca di metallo da riutilizzare.
U. Koch, Das Reihengräberfeld bei Schretzheim, Berlin 1977.
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