Loach, Kenneth
Regista inglese di cinema e televisione, nato a Nuneaton (Warwickshire) il 17 giugno 1936. Dopo aver frequentato corsi di legge a Oxford, dove ha diretto un gruppo teatrale universitario, ha abbandonato gli studi per compiere tournées, quale attore e regista, in piccoli centri britannici. Venne in seguito assunto dalla BBC (1961), dove per oltre un trentennio ha firmato vari telefilm (fra cui la serie Z Cars), corto- e mediometraggi per i programmi Diary of a young man, Wednesday play ecc. Ha ottenuto numerosi riconoscimenti: premio Italia per la televisione (1966); premio al festival di Karlovy Vary (1967 e 1969) e di Cannes (1981, 1990, 1993); Leone d'oro alla carriera alla Mostra di Venezia (1994).
Si è caratterizzato fin dagli esordi (Catherine, 1964; Up the junction, 1965 ecc.) quale autore sensibile soprattutto ai temi sociali e politici, affrontati nell'ottica marxista con linguaggio realistico, e quindi sovente costretto a compromessi con la censura. Nel 1966 ha firmato per la TV Cathy, come home, che insieme al successivo Poor cow (1967) - il primo lungometraggio di L., dedicato al profilo di una madre senza fortuna - è servito di esempio per l'affermarsi di un genere a basso costo, il 'docu-drama', nel quale vengono a fondersi l'eredità del free cinema, inteso a testimoniare le condizioni degli umili sul grigio sfondo dei sobborghi, e l'attenzione alle ragioni dello spettacolo.
Negli anni successivi ha continuato nel filone del film di protesta, alternando cinema e televisione, scegliendo come primi bersagli i conservatori, ma anche i laburisti e i leader sindacali, e denunciando la famiglia, l'ospedale psichiatrico, la scuola, la prigione, l'esercito come responsabili dell'alienazione dei giovani e dei lavoratori. Sono di questo periodo, fra l'altro, The big flame (1969), Kes (1969), Family life (1971). Ancor più polemico nell'età thatcheriana, L. ha accentuato la sua critica contro le divisioni della sinistra (Days of hope, del 1975, ripercorre in quattro episodi la storia della classe operaia negli anni Venti), accompagnando talvolta alla rabbia il sarcasmo.
The price of coal (1977), Black Jack (1979), The gamekeeper (1980) confermano che la passione ideologica non diminuisce il vigore delle immagini, né la scioltezza del narrare o la rappresentazione di mutevoli stati d'animo: elementi che si ritrovano in due film degli anni Ottanta, Looks and smiles (1981; Uno sguardo, un sorriso) e Fatherland (1986), che confronta il regime poliziesco dell'Est con l'oppressione esercitata dall'ordine capitalista. Caduto il governo conservatore, ha firmato Hidden agenda (1990), un thriller politico sulla guerra nell'Irlanda del Nord, e Riff-Raff (1991; Riff Raff. Meglio perderli che trovarli), una tragicommedia di denuncia contro il dissestato sistema sanitario, la politica occupazionale e la legislazione sugli infortuni.
Preferendo un'affettuosa ironia al sarcasmo, nel 1993 L. ha diretto Raining stones (Piovono pietre) e ha rinnovato il suo indignato lamento sulle carenze dello stato sociale con Lady bird Lady bird (1994), Orso d'argento a Berlino per l'attrice C. Rock. Nel 1995 ha rievocato la guerra civile spagnola in Land and freedom (Terra e libertà) e nel 1996 l'inquieta situazione del Nicaragua in Carla's song (La canzone di Carla). Salutato fra i maggiori cineasti impegnati che danno voce alle persone rimaste ai margini della società del benessere, L. ha presentato The flickering flame (1997), un documentario sui portuali, e My name is Joe (1998), su una squadra di calcio di emarginati. Nel quadro del cinema sociologico, L. è un autore che, rifiutando ogni contraffazione della verità quotidiana, facendo ricorso alla naturalezza di attori talvolta non professionisti e restando fedele a uno stile semplice ma carico di vitalità, ha dato un'immagine molto espressiva della working class (tuttavia senza mitizzarla) e delle battaglie per i diritti civili condotte dalla 'nuova sinistra'. Vedi tav. f.t.
bibliografia
K. Loach, Cinema e libertà. Ronan Bennet intervista Ken Loach, Torino 1995.
Ken Loach, a cura di D. Audino, S. Ughi, Roma 1995.
L. De Giusti, Ken Loach, Milano 1996; Agent of challenge and defiance: the films of Ken Loach, ed. G. McKnight, Westport (Conn.) 1997.