Scrittore giapponese naturalizzato britannico (n. Nagasaki 1954). Perfettamente integrato nella cultura britannica, privilegia una forma di scrittura non lontana dal tradizionale realismo occidentale, differenziandosi in questo dagli orientamenti postmoderni e dalle aperture multiculturali dei giovani scrittori britannici. Suo tema dominante è la rievocazione di un passato individuale e nazionale, situato negli anni del secondo dopoguerra, in un mondo dove è in atto un totale mutamento di costumi, accompagnato dalla perdita dei valori tradizionali. Vincitore del Booker Prize nel 1989 con il romanzo The remains of the day (1989; trad. it. 1990), che gli ha dato fama internazionale, e nel 2005 con Never let me go (2005; trad. it. 2006). Nel 2017 gli è stato conferito il premio Nobel per la letteratura "perché, nei suoi romanzi di grande forza emotiva, ha svelato l’abisso sottostante il nostro illusorio senso di connessione con il mondo".
Ha frequentato le scuole in Inghilterra, dove la famiglia si trasferì nel 1960, ma è stato educato secondo le tradizioni giapponesi. Nel Regno Unito dal 1960, ha frequentato le scuole britanniche e si è laureato in filosofia e letteratura alla University of Kent (1978); ha poi seguito corsi di scrittura creativa, avendo tra gli insegnanti M. Bradbury e A. Carter.
Alle sue origini orientali sono forse da ascrivere la meticolosità descrittiva e l'estrema chiarezza formale, così come gli accenni a una realtà sinistra e crudele, presenti soprattutto nei primi romanzi (A pale view of hills, 1982; trad. it. 1991; An artist of the floating world, 1986, trad. it. 1988), ambientati in Giappone. È però un romanzo integralmente britannico il già citato The remains of the day, quello che ha dato a I. il successo internazionale, grazie anche all'accurata versione cinematografica fornitane da J. Ivory nel 1993: il passato di una residenza aristocratica inglese, prima e durante la seconda guerra mondiale, rivive in questo libro attraverso lo sguardo, tardivamente consapevole, del maggiordomo che, per eccessiva fedeltà agli istituti gerarchici, si è negato una grande storia d'amore. La rievocazione di un passato, individuale o collettivo, comunque irrecuperabile è del resto il tema dominante di tutta l'opera di I., come dimostrano anche i successivi romanzi The unconsoled (1995; trad. it. 1995) e specialmente When we were orphans (2000; trad. it. 2000), dove l'indagine su una misteriosa, remota sparizione ha le suggestive movenze di una detective story. Nel 2005 ha scritto il già citato Never let me go, per il quale è stato premiato con il Booker Prize e con il Commonwealth Writers Prize (2006), mentre della sua produzione più recente vanno citati la raccolta di racconti Nocturnes. Five stories of music and nightfall (2009) e i romanzi The buried giant (2015; trad. it. 2015) e Klara and the sun (2021; trad. it. 2021).