POPOVIĆ STERIJA, Jovan
Letterato serbo, nato il 1 gennaio 1806 a Vršac, morto ivi il 25 febbraio 1856. Studiò a Vršac, Temesvár (Timişoara), a Budapest e a Kežmarok. Ritornato in patria, fu dapprima candidato d'avvocatura e insegnante in varie sedi, poi per sei anni ministro dell'Istruzione, ove fece molto per l'organizzazione della scuola. Ritiratosi dalla vita pubblica, passò gli ultimi anni intento soltanto ai suoi lavori letterarî.
Dapprima, sotto l'influsso del sentimentalismo romantico, scrisse tragedie d'ispirazione storica: Nevinost (L'innocenza, 1827), Miloš Obilić, Naod Simeun (Il Trovatello S.). Poi, man mano subendo l'influsso della commedia satirica tedesca, francese e italiana, compose tutta una serie di commedie e farse: Laža i paralaža (L'arcibugiardo), Tvrdica (L'avaro), Zla žena (La donna cattiva), Pokondirena tikva (Il villano rifatto), Ženibda i udabda (Matrimonî), Rodoljupci (I patrioti), Beograd nekad i sad (Belgrado d'un tempo e d'ora), ecc., in cui, sferzando il sentimentalismo, scolpì vivamente quadri di vita serba contemporanea e caratterizzò varî tipi serbi. Più tardi, però, riprese il dramma romantico e drammatizzò varî brani di storia serba in una serie di tragedie - Smrt Stjepana Deočnskoga (La morte di S. di D., 1841), Ajduci (I briganti), San Kraljevića Marka (Il sogno di K. M.), che piacquero per la tesi patriottica e per la ricerca di effetti scenici, ma sono di gran lunga inferiori alle commedie. In queste ultime soltanto il P. mostrò la sua arte drammatica e impresse tutte le note della sua personalità, creando ambienti e tipi che a lungo restarono attuali e gettarono le basi del teatro moderno serbo. Tanto che ancor oggi il P. si mantiene sulle scene. Anche le sue opere di poesia sono apprezzate dalla critica serba.
Bibl.: J. Skerlić, Istorija nove srpske knijževnosti (Storia della letteratura serba contemporanea), Belgrado 1921.