WEDGWOOD, Josiah
Ceramista inglese, nato nel 1730 a Burslem (Staffordshire) da una famiglia di vasai, morto nel 1795. Fece tirocinio presso la famiglia e dopo essere stato in società con J. Harrison, prima, e quindi con T. Whieldon (v. terraglia), il cui risultato fu la produzione dei cosiddetti "servizî del cavolo" perché la forma del vaso nasceva da un cespo vegetale colorato in verde, delle "tartarughe" (così chiamate dalla colorazione della superficie) e delle "agate" (o ceramiche a marmorizzazioni), il W. impiantò a Ivy House (Burslem) una manifattura (1759), specializzandosi nei servizî in terraglia color avorio (cream colour) talora adorni di disegni generalmente in nero "trasportati" sul pezzo da incisioni in rame. Il tipo incontrò tanto favore da esser detto (1765) "della Regina" (Queen's ware). Assecondato dal socio T. Bentley di Liverpool (1730-1780), conoscitore dell'arte classica e del Rinascimento, il W. aprì poi nel 1766 fra Hanleye New Castle una manifattura che chiamò "Etruria", ispirandone i prodotti ai motivi neo-classicì che si venivano divulgando dalle grandi opere illustranti le antichità greche ed etrusche. La sua fama crebbe con la produzione in larghissima scala non solo dei servizî da tavola e di largo uso che già l'avevano reso noto, ma a impasto fino variamente colorato e decorati con applicazioni in rilievo, prodotti che chiamò con nomi desunti dall'antichità ("basalto" in nero, "diaspro" inventato nel 1774) e culminò nella riproduzione del celebre "vaso Barberini", che il sir William Hamilton aveva venduto al duca di Portland per 1029 sterline e che il W. poté imitare con le sue paste in bianco su azzurro. Produsse anche decorazioni a lustro; ma la sua opera va considerata soprattutto per la trasformazione profondamente impressa al vecchio mondo ceramistico con un'attività veramente ammirevole e con la diffusione della terraglia artistica, la quale, sotto il suo genio pratico e commerciale, oltre che tecnico, non soltanto divenne grande parte dell'industria ceramica e del commercio inglese, ma si aprì un larghissimo campo in tutto il mondo.
Bibl.: L. Jewitt, The Wedgwoods, being a life of J. W., Londra 1865; E. Meteyard, The life of J. W., Londra 1865; id., W. and his works, ivi 1873; id., Memorial of W., ivi 1874; J. C. Wedgood, Staffordshire Pottery and its history, ivi 1914; The story of Wedgwood 1730-1930, with a foreword by Sir Oliver Lodge, F. R. S. (s. l. né a., ma Stoke-on-Trent 1930).