Kosuth, Joseph
Artista concettuale statunitense, nato a Toledo (Ohio) il 31 gennaio 1945. Si è formato alla Toledo Museum School of Design, al Cleveland Arts Institute e, a New York, presso la School of Visual Arts (1965-67) e la New School for Social Research (1971-72). Ha fondato (1967) la Lannis Gallery, rinominata poi Museum of Normal Art, uno dei primi spazi newyorkesi che ha ospitato l'arte concettuale, di cui K. è uno dei maggiori teorici: è stato curatore di Art & language press (1969-73) e ha pubblicato, tra l'altro, Art after philosophy (1969; trad. it. 1987) e Art after philosophy and after: collected writings, 1966-1990 (1991). Oltre che in mostre personali, le sue opere sono state presentate nelle più importanti rassegne internazionali, da Documenta di Kassel (1977, 1982, 1992) alla Biennale di Venezia (1993). Nel 1995 ha tenuto il Corso superiore di arti visive presso la Fondazione A. Ratti di Como (pubbl. nel 1997).
Con un complesso approccio teorico nel quale interagiscono filosofia, antropologia, psicanalisi e critica d'arte, originato anche da una profonda riflessione sulla lezione di A. Reinhardt, K. ha messo in discussione le definizioni e i procedimenti convenzionali dell'arte: incentrando la sua ricerca sul linguaggio, egli utilizza parole (ed espedienti linguistici, come citazione, traduzione, ripetizione, contraddizione, delucidazione, negazione ecc.), insieme a oggetti e fotografie, quali elementi di proposizioni che rivelano visualmente la complessità di codici culturali e coinvolgono attivamente lo spettatore nel comprenderne contenuti, significati, relazioni. Dopo opere come Clear, Square, Glass, Leaning (1965; quattro lastre quadrate di vetro poggiate a una parete recano ognuna stampata una delle parole-definizioni del titolo), One and three chairs (1965; la riproduzione della definizione linguistica della parola chair è affiancata da una sedia reale e da una sua fotografia a grandezza naturale) o la serie Art as idea as idea (1966-67; copie fotostatiche in negativo di definizioni linguistiche di varie parole), K. ha elaborato proposizioni artistiche più complesse: le serie Cathexis (dal 1981; fotografie di dipinti dei secc. 16°-19° e testi messi in relazione in modo apparentemente arbitrario), Zero&Not (dal 1985; pareti coperte da testi di Freud cancellati), Modus operandi (dal 1985; includono anche oggetti provenienti da contesti diversi); e, ancora, le installazioni The play of the unsayable. Ludwig Wittgenstein and the art of 20th century (1989, Vienna, Wiener Secession), The play of the unmentionable (1992, New York, Brooklyn Museum), Zeno at the edge of the known world (1993, Biennale di Venezia). Vedi tav. f.t.
bibliografia
S. Hapgood, Joseph Kosuth, in Contemporanea, ottobre 1989, 11, pp. 54-59.
A room with 23 qualities (colloquio di K. con 23 studenti della Hochschule für bildende Künste di Amburgo), Stuttgart 1992.
A. Reinhardt, J. Kosuth, F. Gonzalez-Torres. Symptoms of interference, conditions of possibility, in Art & Design magazine, 1994, 1-2 (Art & Design profile 34), ed. C. Farrow.
Cataloghi di mostre
Bedeutung von Bedeutung: Texte und Dokumentation der Investigationen über Kunst seit 1965 in Auswahl, hrsg. G. Inboden, Staatsgalerie, Stuttgart 1981.
Modus operandi cancellato, rovesciato: un'opera di Joseph Kosuth al Museo di Capodimonte, a cura di B. Coră, Napoli 1988.
The play of the unmentionable: an installation by Joseph Kosuth at the Brooklyn Museum, con un saggio di D. Freedberg, New York 1992.