Scrittore spagnolo (Madrid 1923 - Parigi 2011). Vissuto in Francia dal 1939, combatté nella resistenza e fu deportato a Buchenwald; Nel dopoguerra a Parigi fu giornalista, sceneggiatore e traduttore; tornato in Spagna, all'inizio clandestinamente, coordinò la resistenza al regime franchista; fu ministro della Cultura dal 1988 al 1991. La sua produzione narrativa, scritta in gran parte in francese e tradotta in spagnolo a partire dagli anni Settanta, affronta temi legati alla sua esperienza di esiliato e alla sua tormentata militanza politica (fu espulso dal Partito comunista spagnolo nel 1964): Le grand voyage (1963; trad. it. 1964); La deuxième mort de Ramón Mercader (1969); Autobiografía de Federico Sánchez (1978; trad. it. 1979); L'algarabie (1981); La montagne blanche (1986). Con L'écriture ou la vie (1994; trad. it. 1996) ha offerto una riflessione e una testimonianza sui campi di prigionia nazisti. Sulla stessa tematica Le mort qu'il faut (2001; trad. it. Vivrò col suo nome, morirà con il mio, 2005), in cui le note autobiografiche si intrecciano con il lucido racconto del funzionamento della macchina organizzativa del campo di prigionia. Episodi autobiografici fanno da sfondo anche al romanzo Veinte años y un día (2004). Del 2006 è Pensar en Europa, raccolta di scritti vari. S. ha scritto inoltre sceneggiature per A. Resnais, C. Costa-Gavras, J. Losey.