Franzen, Jonathan
Scrittore statunitense, nato il 17 agosto 1959 a Western Springs nell'Illinois. Cresciuto a St. Louis, ha frequentato lo Swarthmore College presso il quale ha conseguito nel 1981 un bachelor of arts. Dal 1983 al 1987 è stato analista sismico presso il Department of earth and planetary sciences della Harvard University. Ha iniziato a scrivere all'età di 22 anni, coltivando l'adolescenziale sogno di cambiare il mondo con la scrittura; in realtà, da quel momento in poi la letteratura è diventata per F. una passione profonda e totalizzante, sfociata nel romanzo The twenty-seventh city (1988; trad. it. 1989), accolto con favore ma anche con qualche perplessità dalla critica; al centro del romanzo, un ambizioso thriller, la figura di S. Jammu, una giovane e carismatica donna indiana che viene nominata capo della polizia; ben presto Jammu realizza che nell'apatica St. Louis i cittadini più importanti sono coinvolti in un intrigo politico-economico di vaste dimensioni. Per evitare il sovvertimento dell'ordine nella città Jammu decide di farli pedinare da uomini di fiducia che hanno il compito di indagare sulle loro vite. Inaspettatamente la donna si trova, suo malgrado, a indagare anche nella propria. Una tranquilla metropoli diventa così il simbolo dell'infrangersi del sogno americano distrutto dal terrore e una cupa tonalità di fondo pervade l'intero libro.
Nel secondo romanzo, del 1992, Strong motion (trad. it. 2004), l'autore intreccia ancora suspense e acuta osservazione della società americana. Quando il protagonista, Louis Holland, si trasferisce a Boston, un'ondata di terremoti sconvolge la città e la nonna acquisita muore; mentre Holland è coinvolto in un'accesa disputa sull'eredità, conosce la brillante sismologa Renée Seitchek che indaga sulle cause dei misteriosi terremoti. Proprio quando la donna inizia a sospettare che all'origine dei fenomeni sismici vi siano le oscure macchinazioni di una potente azienda chimica, i due protagonisti s'innamorano e vivono una difficile storia. Il libro ha ricevuto dalla critica pareri non del tutto favorevoli. Considerato inferiore alle ambizioni dell'autore, che si avvale spesso di soluzioni narrative convenzionali, ha una trama che scade nella banalità.
Dopo anni di silenzio è uscito The corrections (2001; trad. it. 2002), vincitore del National book award, considerato il capolavoro di F.: Enid Lambert, la protagonista, ha trascorso quasi tutta la sua esistenza intenta ai suoi doveri di moglie e madre, coltivando un'illusoria felicità. Ma il marito, Alfred si ammala di morbo di Parkinson, mal tollerato da Enid, e i figli, allevati secondo i valori americani - quelli del puritano Midwest - si allontanano dalla famiglia per condurre ciascuno la propria vita. Una vita diversa da tutto ciò che era stato loro insegnato e piena di difficoltà. Enid decide allora di riunire la famiglia per un ultimo Natale, che si rivela foriero di amare delusioni fino ad arrivare a un inaspettato lieto fine. The corrections è un libro intessuto di tutto ciò che dal profondo affiora di un matrimonio, di una famiglia e di una società, descritti fin nei minimi particolari: ne emerge un ritratto devastante degli Stati Uniti, addolcito soltanto dallo sguardo ironico dell'autore. How to be alone: essays (2002; trad. it. Come stare soli: lo scrittore, il lettore e la cultura di massa, 2003) è invece una raccolta di saggi il cui filo conduttore è ancora il deteriorarsi dei valori nella società civile americana che genera una pervasiva e ineluttabile solitudine. La letteratura diventa allora, secondo l'autore, l'unico possibile rifugio per sottrarsi alla tragedia dei destini individuali. È del 2006 The discomfort zone: a personal history, autobiografia dell'autore.
bibliografia
L.C. Hill, Jonathan Franzen's The corrections, New York 2003.