Steinbeck, John (propr. John Ernst)
Scrittore e sceneggiatore statunitense, nato a Salinas (California) il 27 febbraio 1902 e morto a New York il 20 dicembre 1968. Tra i fondamentali autori della letteratura statunitense del Novecento, non soltanto vide molte sue opere adattate per il grande schermo, ma lavorò anche come sceneggiatore, sviluppando uno stile basato sull'accurata descrizione dei personaggi e dell'ambiente sociale, in molti casi quello dell'America della Grande depressione. Famoso e celebrato in tutto il mondo, S. ottenne il Premio Nobel per la letteratura nel 1962 e, nel 1964, il presidente L.B. Johnson lo insignì della United States Medal of Freedom.
Dopo il diploma nel 1919 si iscrisse alla Stanford University, ma interruppe gli studi nel 1925 e iniziò a emigrare verso Ovest facendo diversi lavori, tra cui quello di bracciante, mentre contemporaneamente coltivava la sua passione per la scrittura. Riuscì a pubblicare il suo primo romanzo, Cup of gold, nel 1929 (trad. it. La santa rossa, 1947), mentre al decennio successivo risalgono le sue opere più famose: To a God unknown (1933; trad. it. 1946), Tortilla flat (1935; trad. it. 1939), In dubious battle (1936; trad. it. La battaglia, 1940), Of mice and men (1937; trad. it. 1938), nonché The grapes of wrath (1939; trad. it. Furore, 1940), vincitore nel 1940 del premio Pulitzer. Durante la Seconda guerra mondiale fu corrispondente di guerra per vari giornali e scrisse anche una serie di opere di propaganda antinazista, come The Moon is down (1942; trad. it. 1944), da cui fu tratto il film omonimo (La luna è tramontata) diretto da Irving Pichel. La sua fama come scrittore aumentò notevolmente grazie alla trasposizione cinematografica di alcuni suoi romanzi o racconti come Of mice and men (1939; Uomini e topi) di Lewis Milestone (di cui molti anni dopo, nel 1992, sarebbe stata realizzata una nuova versione, diretta da Gary Sinise), che garantì il successo a un attore come Lon Chaney Jr e, soprattutto, Grapes of wrath (1940; Furore) di John Ford, in cui lo scenario poco noto dell'America rurale degli anni Trenta diventa il fondamentale sfondo per una sorta di western svuotato di epica, ma, allo stesso tempo, anche grazie al finale che si discosta da quello del romanzo, il film si rivela un appello alla speranza per il futuro di un Paese provato dalla miseria e dalla povertà. Dopo questi successi, S. cominciò a lavorare per il cinema dapprima scrivendo il soggetto di Lifeboat (1944; Prigionieri dell'oceano) di Alfred Hitchcock, per il quale ottenne una nomination all'Oscar, quindi quello ben più convenzionale di A medal for Ben-ny (1945; L'ombra dell'altro) di I. Pichel.Dopo la guerra, al culmine della sua fama come scrittore (nel 1949 venne chiamato a far parte della prestigiosa American Academy of Arts and Letters), iniziò a scrivere sceneggiature, come quella per il film The red pony (1949; Minuzzolo ‒ Il cavallino rosso) di Milestone, ancora tratta dal suo romanzo omonimo (1948), in cui attraverso l'amore di un ragazzo per il suo pony vengono descritte nel film le fasi della crescita di un uomo, dalla semplicità dell'infanzia alla complessità dell'età adulta. Seguì la sceneggiatura di Viva Zapata! (1952) di Elia Kazan, con Marlon Brando, che S. trasse da un racconto di E. Pinchon. Il lavoro dello scrittore traspare soprattutto nella concretizzazione del contesto geografico e culturale dal quale la figura dell'eroe rivoluzionario messicano emerge come tragica vittima del potere politico, e la cui morte ‒ uno dei momenti più epici del film ‒ diviene immediatamente simbolica, consegnando il personaggio al mito. L'amore per il Messico, visto come terra di frontiera, ricca di passioni politiche e umane, era già stato rivelato tra l'altro anche dalla collaborazione dello scrittore alla sceneggiatura, tratta da un suo racconto, di La perla (1945) di Emilio Fernández, al quale S. diede il suo contributo nella esasperazione delle tonalità melodrammatiche del racconto. Di grande rilievo fu inoltre la trasposizione del suo romanzo East of Eden (1952; trad. it. 1954) per il film omonimo (1955; La valle dell'Eden) di Kazan, sceneggiato da Paul Osborn, in cui vengono riproposti in modo efficace (grazie anche all'interpretazione di James Dean) gli elementi fondanti la scrittura di S.: il passaggio doloroso dall'adolescenza alla maturità, l'ambientazione rurale e il dramma familiare riletto attraverso un'attualizzazione in chiave umanistica del conflitto tra Caino (il personaggio di Cal nel film) e Abele (Adam), in cui non si ritrovano le tracce della malvagità o della colpa ma solo disperazione e profonda sofferenza.Anche dopo la morte dello scrittore, i suoi romanzi sono stati portati più volte sul grande schermo, da Cannery row (1982; Cannery row ‒ Il canarino non si tocca) di David S. Ward, al film televisivo The winter of our discontent (1983; L'inverno del nostro scontento) di Waris Hussein, fino a La perla (2001) di Alfredo Zacharias Jr, nuovo adattamento dopo la versione del 1945.
M. Burrows, John Steinbeck and his films, St. Austell 1971.
J.R. Millichap, Steinbeck and film, New York 1983.
J. Parini, John Steinbeck: a biography, New York 1995.
Steinbeck on stage & film, ed. J.A. Smith, Louisville (KY) 1996.