KNOX, John
Riformatore scozzese, nato probabilmente a Giffordgate, presso Haddington, secondo alcuni nel 1505, secondo altri fra il 24 novembre 1513 e il 24 novembre 1514; morto a Edimburgo il 24 novembre 1572.
La prima data è avvalorata dal fatto che un J. K. è registrato all'università di Glasgow nel 1522, la seconda da una lettera di P. Young di Edimburgo a Beza, che lo dice morto di 59 anni. Sappiamo ch'egli subì l'influsso di J. Major, che nel 1523 si trasferì dall'università di Glasgow a quella di St Andrews. Se si accoglie la prima data, bisogna ammettere o che ascoltasse il Major solo per poco tempo, o che lo seguisse a St Andrews; accettando la seconda, si può pensare che il K. studiasse soltanto a St Andrews, dove il Maior insegnava ancora nel 1531. Il suo nome non figura tra i licenziati né dell'una né dell'altra miversità; si può credere che rinunciasse a conseguire un grado accademico per le sue idee religiose. Il J. K. iscritto a Glasgow può essere stato un omonimo (se ne conoscono parecchi: un J. K. di Ranfarly, nel Renfrewshire, padre del vescovo di Raphol, Andrew K., 1559-1633; un J. K., nipote del nostro, ministro presbiteriano, morto nel 1623; un figlio di questo, laureato a St Andrews circa il 1613 e ministro a Bowden tra il 1621 e il 1654; un figlio del precedente, pure ministro presbiteriano, morto nel 1688; un J. K., libraio a Londra e filantropo, 1720-1790).
Certo il K. appare già come prete e notaio apostolico in un atto del 1543. Lo troviamo poi pedagogo a Longniddry, presso la famiglia di Hugh Douglas. Qui egli conobbe G. Wishart, che s'era rifugiato nel Lothian essendo sospetto di eresia. In questo momento, il K. è già conquistato alle idee della Riforma. Infatti accompagnò il Wishart nella gita a Haddington, e fu presente all'arresto di lui, seguito poco dopo dal rogo (1° marzo 1546) e poi dall'assassinio del suo accusatore, cardinale Beaton (29 maggio): atto che il K., pur senza avervi partecipato, approvò. Poco dopo, raggiunse i Douglas e altri cospiratori e novatori religiosi nel castello di St Andrews, dove venne eletto ministro. Ma il 31 luglio 1547 dovettero arrendersi ai Francesi e K. con altri venne fatto prigioniero. Rimase nelle galere francesi fino al febbraio 1549, quando i prigionieri, per intercessione dell'Inghilterra, vennero liberati.
Il K. si recò allora in Inghilterra, dove, sotto Edoardo VI, le idee di riforma si diffondevano rapidamente. Per due anni predicò a Berwick, poi per circa un anno a Newcastle; nell'autunno del 1551 divenne uno dei sei cappellani del re e in tale qualità prese parte all'elaborazione del secondo Prayer-Book. Già contrario alla messa ("ogni atto di culto inventato dal cervello dell'uomo nella religione di Dio, senza il suo espresso comandamento, è idolatria. La messa è inventata dal cervello dell'uomo senza comandamento di Dio..."), si oppose alla pratica dell'inginocchiarsi; se il Cranmer riuscì a far mantenere immutato il vecchio testo, si attribuisce al K. la cosiddetta "rubrica nera" secondo cui l'inginocchiarsi non implica adorazione degli elementi sacramentali o della "carne naturale e sangue", perché "quest' idolatria dev'essere aborrita da tutti i fedeli cristiani". Si pensò a lui anche per un vescovato, ma l'idea fu abbandonata dai suoi protettori e da lui stesso. Morto Edoardo VI, si mantenne dapprima fedele a Maria Tudor; ma non appena le tendenze di lei si palesarono, si rifugiò (gennaio 1554) a Dieppe. Nella primavera, il K. era in Svizzera, dove consultava il Bullinger a Zurigo e Calvino a Ginevra; nell'estate, passava a reggere la chiesa dei rifugiati inglesi a Francoforte, introducendovi un rituale di tipo calvinista. I dissensi con altri, che intendevano seguire invece il rituale di Edoardo VI, lo indussero a ritornare a Ginevra, dove fu pastore dei rifugiati inglesi (1555). Poco dopo tornò in Scozia, dove la reggente Maria di Guisa, per ottenere l'approvazione alle nozze della figlia Maria col delfino di Francia, si mostrava tollerante. Fu accusato di eresia; il processo non si fece, ma egli tornò a Ginevra, donde tentò ancora di rientrare in Scozia nel 1557. L'anno dopo, pubblicava in Ginevra il suo scritto più noto, The First Blast of the Trumpet against the Monstruous Regiment of Women. Benché diretto contro le sovrane cattoliche, Maria Tudor, Maria di Guisa e Caterina de' Medici, quest'opera non fu mai perdonata al K., neppure da Elisabetta. Ma gli eventi ormai maturavano; e il K., ricevuta la bourgeoisie di Ginevra, lasciava il 7 gennaio 1559 la città, dove, a contatto di Calvino, aveva ricevuto la sua formazione definitiva.
Da questo momento la sua vita si confonde con la storia del suo paese. Giunto a Edimburgo il 2 maggio, è subito alla testa dei riformati, che distruggono i monasteri di Perth e si ribellano apertamente. Patriota scozzese, ma partigiano della Riforma e consigliere di Edoardo VI, ora che l'Inghilterra ha una sovrana protestante egli sollecita l'aiuto inglese contro la Francia sostenitrice della reggente e della causa cattolica. Morta Maria di Guisa, al parlamento di Edimburgo dell'agosto 1560 egli presenta la Confessione di fede calvinista (Confessio scotica) approvata il 17 e rimasta in vigore fino alla Confessione di Westminster; è affidata a lui la redazione del First Book of Discipline (così chiamato per distinguerlo dal secondo, di A. Melville). Ma contro questo, che voleva destinare i redditi ecclesiastici a scopi d'assistenza e d'istruzione, si scatenò l'ostilità dei nobili, che appetivano i beni ecclesiastici. Il K. compilò pure il Book of Common Order, che durò fino al tempo di Carlo I. Benché calvinista, accettò, come misura transitoria, che si nominassero oltre a ministri, anziani e diaconi, dei soprintendenti, con funzioni disciplinari affini a quelle dei vescovi.
Intanto, morto Francesco II di Francia, Maria Stuarda veniva a regnare in Scozia, dove tornava il 19 agosto 1561 e subito faceva celebrare la messa nella cappella di Holyrood. Da ciò la veemente opposizione del K. alla regina, per cui si mise in urto anche con i capi politici del movimento. Egli, che aveva già sottoposto a Bullinger il quesito "se si debba ubbidire a un magistrato che sostiene l'idolatria" e "a qual partito debbano aderire le persone religiose, nel caso che la nobiltà religiosa resista a un sovrano idolatra" ebbe ora con Maria i drammatici colloquî, nel primo dei quali, alla domanda della regina se i sudditi possano resistere al principe, il K. rispose che gli uni e gli altri devono ubbidienza a Dio. Le lagrime di Maria e i processi lo lasciano indifferente. Maria sposa H. Darnley e questi, nell'agosto del 1565, si reca a sentirlo predicare: il K. tiene un sermone su Isaia, XXVI, 13 segg., parlando di Achab e di Iezabel. Ma le necessità della lotta fanno cessare il suo dissidio con Moray (Murray); presente alla sua incoronazione come reggente, dopo la deposizione di Maria, tenne anche il sermone funebre (14 febbraio 1570) dopo la morte di lui. Intanto sollecitava l'aiuto inglese, mantenendosi in rapporti col Cecil; ma nell'ottobre dello stesso anno era colpito da un attacco apoplettico. Diminuiva così, anche per la scarsa amicizia con i reggenti Lennox e Mar, la sua influenza politica; ma egli restava a capo del partito della riforma religiosa, specie quando i nobili, e tra essi il Kirkcaldy governatore del castello di Edimburgo, si rimisero a sostenere la regina. Perciò dovette lasciare Edimburgo (maggio 1571) per St Andrews, dove rimase fino all'agosto 1572. Tornato a Edimburgo, vi predicò ancora, il 21 settembre, avendo ricevuto la notizia del massacro della notte di S. Bartolomeo, e il 9 novembre, presentando il collega che doveva di lì a poco succedergli.
Sulla sua tomba, Morton pronunciò su lui il giudizio: "qui giace un uomo che non temé mai il viso di un uomo". Carlyle lo chiamò il "sommo sacerdote e fondatore" del puritanismo inglese; un biografo, che pure lo esalta, dichiara che "somigliò a un profeta dell'Antico Testamento, non a un evangelista del Nuovo". Venerato dai correligionarî scozzesi anche come patriota, il K. è considerato come uno dei loro più grandi prosatori dialettali. Come teologo, non ha grande importanza: l'opera più notevole è il trattato sulla predestinazione. La sua History of the Reformation of Religion within the Realm of Scotland, che va fino al 1564, fu pubblicata solo dopo la sua morte, e subì parecchie traversie. La migliore ed. è quella di D. Laing, Works of K., Edimburgo 1846-1864 vol. 6.
Bibl.: P. Hume Brown, J. K., Londra 1895, voll. 2; T. Innes, J. K., Edimburgo 1896; A. Lang, J. K. and the Reformation, Londra 1905; D. Macmillan, J. K., a biography, ivi 1905; H. Cowan, J. K., New York 1905; A. Mezger, J. K. et ses rapports avec Calvin, Montauban 1905; D. Hay Fleming, The Reformation in Scotland, Londra 1910; A. R. MacEwen, A History of the Church in Scotland, Londra-New York 1913 segg.; Dictionary of Nat. Biography, s. v.; A. B. Hart, in Amer. Histor. Rev., XIII (1907-08), p. 259 segg.