RITTER, Johann Wilhelm
Pensatore tedesco, nato il 16 dicembre 1776 a Samitz in Slesia, morto il 23 gennaio 1810 a Monaco. Giunto a 19 anni a Jena, compie rapidamente, da autodidatta, gli studî di fisica e chimica, e informa le sue vaste e pazienti ricerche sperimentali - apprezzate da studiosi come Humboldt - all'ideologia della Naturphilosophie allora nascente: fondamentale unità dell'energia nei fenomeni della natura, ultima unità di natura e spirito. Fa capo al fenomeno del galvanismo, allora di recente scoperto, e cerca di ridurne le condizioni ai termini più generali, per mostrare inizialmente che il processo ha luogo di continuo in ogni corpo organico vivo ed è un fenomeno concomitante del processo vitale in genere (Beweis dass ein beständiger Galvanismus den Lebensprozess in dem Thierreich begleite, 1798). Il passo all'identificazione dei due processi è superato dallo slancio speculativo che procede oltre nelle conclusioni: ogni organismo è componente nella catena del più alto sistema dinamico della natura come macroorganismo: il cosmo è un unico processo vitale. In seguito (Beiträge zur näheren Kenntnis des Galvanismus, 1800) procede alla dimostrazione sperimentale che l'azione galvanica ha luogo anche tra soli elementi anorganici, il che, dato il presupposto dell'identità tra galvanismo e vita, equivale alla prova che anche la materia considerata morta vive, è solo uno stadio inferiore nella scala dell'evoluzione. Altre osservazioni, accompagnate talvolta da intuizioni geniali, tendono a ridurre a varî gradi dell'unico fenomeno centrale i fenomeni elettrici, chimici, magnetici e luminosi. Scompaiono così i limiti tra i regni della natura. Nuove ricerche intorno all'azione del galvanismo sul sistema nervoso umano preparano il trapasso attraverso la sensibilità al regno dello spirito. Nel 1806 il R. inizia una lunga serie di esperimenti col rabdomante Campetti, sui quali imposta una teoria della coscienza passiva tradotta nel moto involontario, teoria che tende a stabilire la continuità tra i processi della natura e i processi psichici (Siderismus, 1808, incompiuto). Lo scopo di queste ricerche è di verificare infine un "sonnambulismo cosciente", cioè di attuare nello spirito la consapevolezza della vita cosmica: quell'unità del tutto nella coscienza, quella coscienza universale, la cui attuazione costituiva il centrale programma romantico. Ma mentre il poeta del cenacolo, Novalis (cui, date le strette affinità d'idee, taluni critici vollero persino attribuire parte dei Fragmente aus dem Nachlass eines jungen Physikers, pubblicati anonimi nel 1810 dal R.), portò la realizzazione di questo programma sul campo dell'esperienza mistica e del mito che la riflette, e il filosofo Schelling sul campo della costruzione speculativa che produsse una serie di sistemi provvisorî e sboccò anch'essa infine nel mito, il R. cercò la realizzazione di questo programma fondamentalmente psicologico nel campo sperimentale, nell'oggettivazione dei fatti più profondamente soggettivi, e naufragò nella contraddittorietà di questo tentativo.
Si è voluto rivendicare per il R. la priorità di alcune grandi scoperte, che egli infatti anticipò intuitivamente, ma non seppe, né volle avvalorare nella positività concreta del singolo problema, subordinandolo invece all'interesse ideologico: per cui alla reazione positivista la sua opera apparve puramente fantastica e priva di merito scientifico.
Bibl.: Karsten, in Allgem. deutsche Biographie, XXVIII; W. Olshausen, F. v. Hardenbergs Beziehungen zur Naturwissenschaft seiner Zeit, Lipsia 1905, pp. 39-46.