Monnet, Jean
Politico ed economista francese (Cognac 1888 - Houjarray 1979). M. è considerato uno dei padri dell’Europa, anzi il padre dell’Europa comunitaria, poiché si deve alla sua ispirazione il Piano Schuman del 9 maggio 1950 (il 9 maggio è poi diventata la data di compleanno dalla UE). M. ha dato vita alla Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio (➔ CECA) e quindi al processo di integrazione comunitaria, secondo la scuola di pensiero funzionalista, iniziata da D. Mitrany in contrapposizione al pensiero federalista, e poi rilanciata dallo stesso M. alla fine della Seconda guerra mondiale. In precedenza, M. aveva esercitato attività di commerciante di cognac, era stato segretario generale aggiunto della Società delle Nazioni, banchiere negli Stati Uniti e in Cina, emissario segreto del presidente statunitense F.D. Roosevelt presso il Comité Français de la Libération Nationale (CFLN) ad Algeri, e, infine, ispiratore del presidente francese C. De Gaulle nella creazione del Commissariato generale al Piano, di cui fu il primo commissario generale. Dal punto di osservazione del Commissariato, M. elaborò le sue proposte per l’unità dell’Europa. Divenuto presidente (1951) dell’Alta autorità della CECA, visse le ore buie della caduta della Comunità Europea di Difesa nel 1954 per mano francese e si dimise dall’Alta autorità per creare, nel 1955, un Comitato d’azione per gli Stati Uniti d’Europa, cooperando con P.-H. Spaak, alla vigilia della Conferenza di Messina (➔ Messina, conferenza di) e nella preparazione del Memorandum del Benelux, che fu alla base dei Trattati di Roma (➔ Trattato che istituisce la Comunità europea dell’energia atomica; Trattato che istituisce la Comunità Economica Europea). Fra il progetto liberale del mercato comune e il modello della CECA applicato all’energia atomica, M. aveva scelto la seconda ipotesi, pensando che attraverso di essa sarebbe stato possibile controllare le attività nucleari militari dei Paesi autorizzati a produrre e stoccare armi atomiche. M. fu sconfitto per l’opposizione francese a imposizioni europee sulla produzione di materie fissili a scopi nucleari. Contrariamente alla sua visione, la politica dell’avvenire per le Comunità europee non sarebbe stata l’energia nucleare in comune, ma la libera circolazione delle persone, dei prodotti, dei servizi e dei capitali.