Pittore statunitense (Lowell, Massachusetts, 1834 - Londra 1903). Artista raffinato, traendo spunto dall'impressionismo, dai preraffaelliti, dall'arte dell'Estremo Oriente, W. elaborò una pittura in cui il gioco delle forme e dei colori assume un valore evocativo e allusivo, che presenta analogie con la poetica simbolista.
Destinato dalla famiglia alla carriera militare, frequentò l'accademia di West Point prima di dedicarsi alla pittura. Dopo un soggiorno a Parigi (1855-57), dove frequentò H. Fantin-Latour e Degas, si stabilì a Londra (1859). Mantenne sempre i contatti con Parigi, dove si trasferì nuovamente dal 1884, per tornare a Londra nel 1896.
I suoi paesaggi e i suoi ritratti, che spesso nei titoli contengono espliciti riferimenti musicali, sono basati su preziosi effetti di luce e su accordi di poche note cromatiche: Sinfonia in bianco n° 1: La ragazza bianca (1862, Washington, National gallery of art); Accordi in grigio e in nero n° 1: La madre dell'artista (1871-72, Parigi, Musée d'Orsay); Notturno in nero e oro: fuochi d'artificio (1875, Detroit, Institute of fine arts); Accordo in color carne e nero: Théodore Duret (1883, New York, Metropolitan Museum). Felice espressione del suo gusto esotico è la decorazione della Stanza dei pavoni (1876-77; ora Washington, Freer gallery of art), eseguita per F. R. Leyland. Notevoli anche le sue incisioni e litografie. Violentemente criticato da Ruskin, difese la propria poetica in conferenze (Ten o'clock, 1885; tradotta in francese nel 1888 da S. Mallarmé) e scritti polemici (The gentle art of making enemies, 1890).