BAINVILLE, Jacques
Scrittore e uomo politico francese, nato a Vincennes il 9 febbraio 1879, morto a Parigi il 9 febbraio 1936. Studiò diritto; ma la sua attività fu, sin dalla giovinezza, dedicata al giornalismo, alla vita politica e agli studî storico-politici.
Monarchico di convinzione, quindi collaboratore sin dall'inizio dell'Action Franåaise, in cui redigeva gli articoli di politica estera (e lo stesso faceva nella Liberté), direttore della Revue Universelle, collaboratore anche di parecchi altri giornali, il B. difese accanitamente il principio monarchico, e avversò le concezioni liberali e democratiche.
Dal presupposto politico sono dominati anche gli studî storici di lui, che, volgendosi nel dopoguerra alla storia di Francia, cercò di mettere in rilievo quanto la Francia avesse dovuto della sua gloria e della sua potenza ai suoi re: cercando cioè di assumere, come criterio d'interpretazione del passato, quei principî che, contemporaneamente, si sforzava di veder nuovamente applicati alla Francia del suo tempo. L'uomo politico e il polemista riappaiono, così, nello storico; e ciò conduce inevitabilmente a unilateralità di giudizî. Ma talora la stessa passione polemica avvia lo storico a cogliere, con fine sensibilità, certi aspetti e a lumeggiare certi problemi in maniera suggestiva: tale è il caso per le considerazioni del B. sul regno di Luigi XV e sulla insufficienza del potere regio di fronte ai parlamenti.
Le doti, assai notevoli, di scrittore del B. hanno contribuito a rendere popolari i suoi scritti, fra i quali specialmente la Histoire de France (Parigi 1924; trad. it., voll. 2, Bologna 1928) e Napoléon (1932). Il 28 marzo 1935 fu eletto membro dell'Accademia di Francia, al posto già occupato da R. Poincaré.
Tra le altre opere ricordiamo: Louis II de Bavière (1900; 2ª ed., 1920); Bismarck et la France (1907); Le coup d'Agadir et la question d'Orient (1913); La guerre et l'Italie (1916); Conséquences politiques de la paix (1920); Le 18 Brumaire (1925); La IIIe République (1935).