Fisiologo russo (Teplyj Stan, od. Sečenovo, 1829 - Mosca 1905), fu professore di fisiologia nell'Accademia di medicina e chirurgia di Pietroburgo (1860-70) e nelle univ. di Odessa (1871-76), Pietroburgo (1876-88) e Mosca (1889-1901). Per essere stato il maestro di numerosi fisiologi russi e aver introdotto in Russia le nuove tecniche elettrofisiologiche d'indagine, S. fu considerato il "padre della fisiologia russa". S. svolse ricerche sperimentali sull'attività elettrica del sistema nervoso e sui processi d'inibizione al livello del midollo allungato ("inibizione centrale"). La sua teoria psicofisiologica ebbe una notevole influenza sulle concezioni riflessologiche russe, in particolare su I. P. Pavlov. Essa fu illustrata sinteticamente nella celebre opera Refleksy golovnogo mozga ("I riflessi del cervello", 1866). S. vi distinse i "riflessi spinali", che hanno origine nel midollo spinale e regolano i movimenti involontarî, e i "riflessi cerebrali", che hanno origine nel cervello e regolano i movimenti volontarî e coscienti. L'attività psichica, come il pensiero, il linguaggio, le emozioni, è formata da riflessi cerebrali tra loro associati. Nell'opera Elementy mysli ("Gli elementi del pensiero", 1878), S. attenuò la propria impostazione riduzionistica secondo la quale i processi psichici devono essere studiati con i metodi della fisiologia e riconobbe alla psicologia un'autonomia basata sull'indagine delle influenze ambientali che determinano lo sviluppo ontogenetico dell'attività psichica. Un notevole interesse storico hanno le Autobiografičeskie zapiski ("Note autobiografiche", post., 1907), in cui è efficacemente descritta la vita scientifica in Germania, Francia e Russia nella seconda metà dell'Ottocento.