Vedi IUVANUM dell'anno: 1961 - 1995
IUVANUM (v. vol. IV, p. 278)
Durante gli scavi del 1980-1992 è emersa più chiaramente la situazione di questo centro situato nel territorio dei Carecini Infernates, vicino a una ricca sorgente e al probabile incrociò di vie antiche e bracci minori di tratturi. Sulla piccola acropoli sovrastante il pianoro dove si estende la città romana, il santuario italico, cinto da tèmenos in opera poligonale che funge anche da muro di terrazzamento, aveva due templi, uno quasi del tutto obliterato dalla costruzione del monastero di S. Maria di Palazzo, e l'altro a podio, con scala incassata e monocella, databile alla metà del II sec. a.C. Il teatro, sulla pendice orientale dell'acropoli, non sembra inglobato nel témenos e non è perfettamente in asse con i templi. Il territorio meridionale dei Carecini era difeso a S da una serie di roccaforti (Monti Pizzi, Monte di Maio, Monte Pidocchio e Montenerodomo: le tre ultime situate a triangolo sulle alture oltre m 1.000 s.l.m. sopra la zona di I., a probabile difesa e controllo della vallata).
Nel pianoro sottostante il santuario italico sorse nel I sec. d.C. un grande centro romano, I., iscritto alla tribù Arnensis e che divenne municipio (CIL, IX, 2959), di cui sono attestati quattuorviri, aediles, quaestores e almeno due coppie di seviri augustales. Il foro (m 62 x 27,50) è porticato e a Ν si trovava la basilica annessa a un ambiente absidato. La piazza è lastricata a basoli, con al centro un'epigrafe monumentale su tre righe recante una dedica a Erennio Capitone che pagò per la pavimentazione e non vide l'esecuzione perché Erennia Proiecta fece incidere l'iscrizione ex testamento. Il personaggio, Erennio Capitone noto a Chieti nel 41 d.C., serve per fissare la datazione dell'impianto della città costruita e pianificata con disegno unitario.
Al di sotto dell'impianto giulio-claudio sono stati rinvenuti resti di edifici più antichi, meno monumentali, alcuni angusti, sia di destinazione utilitaria (forno ceramico) che domestica, alcuni con pareti affrescate. Due strade basolate attraversano la città, ma una sola entra nel foro da S; l'altra, con un lungo tratto ben conservato, affianca la piazza e sembra dirigersi verso la sorgente. Il materiale rinvenuto nell'insediamento precedente la grande città non è di lusso: prevalgono la ceramica a vernice nera con forme tradizionali dell'ultimo periodo e frammenti di ceramica comune. Lo strato pertinente all'impianto giulio-claudio ha restituito monete, ceramica sigillata italica e vetri anche di fattura pregiata, oltre a ceramica comune e qualche oggetto di bronzo (lucerna, campanacci, falere, anse, anelli e fibule). Tra l'età medio-imperiale e la fine del IV sec., che è l'ultimo periodo di vita per ora accertato, i rinvenimenti rivelano una certa decadenza di qualità nella vita privata, mentre nella vita pubblica la città si arricchisce di iscrizioni dedicate a Gordiano, Valente e Valentiniano, Cornelia Salonina e Lucinio Valeriano. Due epigrafi ricordano anche Marcius Fabius Maximus rector provinciae che costruì un secretarium e restaurò mura pubbliche dopo il terremoto del 346 d.C. La necropoli non è stata per ora rinvenuta, ma molte iscrizioni funerarie anche reimpiegate nel monastero ci indicano alcune gentes, quali la Aufatia, Novia, Floria, Mettia, Olidia, Poppaedia, Rellia, Tadia e Titatia.
Bibl.: A. La Regina, Cluviae e il territorio carecino, in RendLinc, XXII, 1967, pp. 87-99; E. Fabbriconi, Montenerodomo. Relazione preliminare sulle campagne di scavo 1980 e 1981, in NSc, 1982, pp. 146-157; ead., I Sanniti di Abruzzo e Molise I: I Carecini, Avigliano 1984; M. Buonocore, Le iscrizioni latine di Iuvanum e Cluviae Carricinorum conservate nel Museo Nazionale di Chieti, in Samnium, LVII, 1984, pp. 43-68; E. Fabbriconi, Il territorio carecino nell'antichità, in Scuola e Cultura, XCV, 1985, pp. 120-123; AA.VV., Iuvanum. Scavi e ricerche 1980-83, in C. Malone (ed.), Classical and Medieval Archaeology. Papers in Italian Archaeology, IV (BAR, Int. S., 246), Oxford 1985, pp. 119-163; AA.VV., Iuvanum. Atti del convegno di studi, Chieti 1983, Chieti 1987.