FASOLO (Fasullo), Italo
Nacque a Monselice (Padova) il 10 dic. 1912 da Francesco, pasticciere, e da Giuseppina Mattana. Frequentati per tre anni i corsi del locale istituto tecnico commerciale, s'iscrisse successivamente all'istituto artistico "Pietro Selvatico" di Padova. Nell'ottobre del 1935 parti volontario, nel corpo dell'aeronautica, e fu impegnato sul fronte somalo.
Rientrato a Monselice nel maggio del 1936, il 12 luglio, insieme col pittore C. Forlin, fondò il Gruppo futurista Savarè. Quadro simbolo del gruppo è il dipinto del 1936 circa (perduto; ill. n. 103 in Futurismo veneto, 1990) dal titolo Aerosintesi di Monselice, dove il nome della cittadina veneta, quello del gruppo e i ritratti dei due fondatori sono composti in un intreccio di forme e parole che è caratteristico del linguaggio futurista.
A questa formazione locale - che prende il nome da un non meglio noto tenente, poeta futurista, caduto a venti anni nella guerra d'Etiopia - aderirono negli anni successivi artisti futuristi di Adria Padova, Vicenza e altre città. 1 due fondatori allestirono la prima mostra del Gruppo Savarè nell'autunno del 1936 a Monselice e l'anno dopo, in maggio, la loro seconda esposizione nelle città di Monselice e Adria. Intanto nel dicembre 1936 F. T. Marinetti, giunto in visita a Monselice, aveva ribattezzato il F. col nome d'arte di Fasullo.
All'inizio del 1937 il F. firmò "Primo gennaio 1937-XV", documento programmatico del Gruppo in cui è dichiarata la volontà di "scuotere l'apatia, l'incomprensione di Padova e in generale del Veneto, la regione più refrattaria ad ammettere che per la vita dell'arte è necessario non ignorare il Futurismo" e nello stesso anno, insieme a Forlin ed altri aderenti, il Manifesto Futurista agli studenti d'Italia e del mondo che, alla ricerca di nuovi proseliti, ribadiva gli ideali del Futurismo (Futurismo veneto, 1990, p. 57).
Il 1938 fu un anno intenso per il Fasolo. Con C. Forlin ed altri nove futuristi, tra i quali C. M. Dormal e R. M. Baldessari, espose nella terza mostra del Gruppo che si tenne a Monselice in gennaio ma divenne poi itinerante, toccando le città di Adria (in febbraio), Legnago e, nel gennaio del 1939, Cagliari. Nel febbraio del 1938 il F. prese parte alla sua prima mostra lontano da casa, partecipando all'esposizione dedicata all'"Aeropittura, aeroscultura. arte sacra, futuriste e mostra postuma Fillia", che si tenne nei locali del quotidiano La Gazzetta del popolo di Torino. In giugno partecipò alla XXI Biennale internazionale d'arte di Venezia, esponendo l'"aeropittura" Battaglia di Sassabanè (n. 36, p. 187; eredi Fasolo, Monselice) nella sezione dei "Futuristi aeropittori dAfrica e Spagna", ordinata da Marinetti, che concludeva il suo testo di presentazione in catalogo scrivendo: "Appare in piena efficenza il celebre Gruppo Futurista Savarè che guidato da Corrado Forlin e da Fasullo propaganda bellicosamente l'aeropoesia l'aeropittura l'aeroscultura e l'aeromusica figlie dell'aviazione Fascista e del Futurismo Itafiano" (cfr. catal., p. 184).
In agosto il F., con Forlin e L. Zen (futurista di Adria), partecipò alla "Mostra nazionale viaggiante di aeropittura futurista" allestita presso l'aeroporto di Falconara Marittima dal gruppo futurista marchigiano "Uniberto Boccioni", dove espose i dipinti Caccia legionari e Compagno di volo (cfr. Toni, 1982). Marinetti nel 1939 scrisse un'introduzione alla "Mostra futurista di aeropittori e aeroscultori" (cfr. catal., Roma 1939, pp. 184-188), che si tenne all'interno della III Quadriennale, inauguratasi in marzo a Roma, in cui enucleava chiaramente le quattro tendenze dell'aeropittura: "un'aeropittura stratosferica cosmica biochimica", con E. Prampolini in testa; una "essenziale mistica ascensionale simbolica. Ne fu l'esponente maggiore Fillia"; una "trasfiguratrice lirica spaziale", rappresentata dalla pittrice Benedetta e da G. Dottori; e, infine, e forse non a caso ultima dell'elenco, "un'aeropittura sintetica documentaria dinamica di paesaggi e urbanismi visti dall'alto e in velocità", alla quale "con varia ispirazione appartengono gli aeropittori futuristi Chetoffi e Barbara (piloti con brevetto), Acquaviva, D'Anna, Gambini, Forlin, Fasullo, Menin". Le tre opere esposte per l'occasione dal F. - Presa di Neghelli, Condottieri, Battaglia di Sassabanè, riunite sotto il titolo di Tre simultaneità di guerra somala (ibid., p. 195, nn. 52-54) - confermano l'appartenenza dell'artista al versante "descrittivo" dell'aeropittura.
Tale tendenza ebbe anche la funzione di rendere accessibile ad un pubblico più ampio il linguaggio dell'avanguardia futurista, come testimonia una lettera di Forlin al F., scritta nel gennaio del 1939 in occasione della mostra di Cagliari (dove il F. aveva spedito le Tre simultaneità di guerra somala poi esposte a Roma): "I tuoi quadri sono piaciuti e anche tu hai avuto e hai qui quella notorietà che meriti... Immagino che ti sorprenderà sentir parlare del mio prismatismo. Cerco di dare col colore quel dinamismo di luce simile ai riflessi dell'acqua sul fianco delle navi, simile a quei prismi dinamici instabili e luminosi. Al pubblico questo genere di pittura piace, sai perché? Perché non rende necessaria la deformazione e perché dà dei risultati coloristici ed estetici sorprendenti ... Mi piace Presa di Neghelli e di [sic] Condottieri, mi piace tutto fuorché la testa centrale del Duce" (eredi Fasolo, Monselice).
Nel 1940 il F. prese parte a Venezia alla XXII Biennale, presentando per l'occasione i dipinti Eternità di Galileo ed Eternità di Marconi (cfr. catal., p. 189, nn. 52 s.; eredi Fasolo, Monselice, di quello stesso anno). In queste opere l'attenzione al dinamismo dell'aereo e al ritmo concitato della battaglia lasciano il posto a una interpretazione cosmica del tema.
Il viso dello scienziato è posto al centro di un vortice di elementi curvilinei, di cui solo alcuni identificabili con oggetti, in una composizione che segue suggestioni "perfino vagamente surrealistiche per lo sporadico emergere di inquietudini oniriche" (Dal Canton, 1991, p. 290). Sulla stessa linea di ricerca, ma secondo un grado di astrazione più avanzato, si collocano i coevi dipinti, anch'essi presso gli credi Fasolo a Monselice, raffiguranti la Simultaneità atomica e la Simultaneità cerebrale.
Nell'ottobre 1940 il F. espose con Forlin e Zen alla settima mostra del Gruppo Savarè. I lavori dei tre artisti vennero messi in mostra lungo le strade di Monselice in occasione della visita di Mussolini, soggetto raffigurato in alcune delle sessantadue opere. Poco tempo dopo l'esposizione, con il titolo "Aeropoeti aeropittori di guerra" e con l'aggiunta di alcune opere di A. Caviglioni, fu trasferita a Padova divenendo così l'ottava esposizione del gruppo. Nel gennaio del 1941 si svolse a Ferrara la nona mostra del Gruppo Savarè dedicata alla memoria di I. Balbo a cui partecipò anche Menin. Intanto già dal 1940 il F. era stato richiamato alle armi e aggregato al XXXII battaglione territoriale di stanza in Friuli e successivamente trasferito a Pisino in Istria. Nel marzo del 1943 espose Festa dell'ala, Picchiata e Battaglia aerea (cfr. catal. p. 75, nn. 35-37) alla IV Quadriennale d'arte nazionale di Roma. Dello stesso anno è il dipinto Mitragliamento aereo (eredi Fasolo, Monselice; ill. n. 110 in Futurismo veneto, 1990), opera per molti versi vicina al dipinto In tuffo sulla città (Incuneandosi nell'abitato), realizzato nel 1939 circa dall'aeropittore friulano T. Crali, che col Gruppo Savarè era stato in contatto tra il 1937 e il 1938.
Come accadde all'amico Forlin, disperso nella campagna di Russia, il F. non fece più ritorno a casa. Le ultime notizie che lo riguardano risalgono al 22 sett. 1943 quando, lasciata la caserma di Pisino, stava tornando a casa in seguito all'armistizio dell'8 settembre.
Fonti e Bibl.: G. Paglia, Dalla polvere del dimenticatoio emerge il futurismo di F., in Il Resto del carlino, 15 marzo 1967, p. 7; A. C. Toni, Futuristi nelle Marche, Roma 1982, pp. 77 s., 85, 91; C. Salaris, Storia del futurismo, Roma 1985, p. 254; Futurismo veneto (catal.), a cura di C. Rebeschini-M. Scudiero, Padova 1990, pp. 30-34, 43, 55-58, 129-135, 310 s.; G. Dal Canton, in La pittura in Italia. Il Novecento/1, Milano 1991, I, p. 290; L. Lorenzoni, ibid., II, p. 880; M. D'Ambrosio, E. Buccafusca e il futurismo a Napoli negli anni Trenta, Napoli 1991, p. 150; E. Godoli, I futuristi in Polesine e i gruppi di Padova e Monselice, in Futuristi in Polesine (catal.), a cura di D. Barillari-E. Godoli-C. Rebeschini, Rovigo 1992, pp. 21 -24.