MOLUCCHE, Isole (A. T., 95-96)
Sotto il nome di Isole Molucche si designano tutte le isole delle Indie Olandesi, le quali si stendono tra il gruppo di Celebes e la Nuova Guinea, e tra l'Oceano Pacifico e l'isola e il mare di Timor. L'insieme delle Molucche è compreso tra la latitudine di 2° 40′ N. e 8° 30′ S. e la longitudine di 124° e 135°. L'arcipelago delle isole Aru, a SO. della Nuova Guinea, sebbene geograficamente faccia parte di quest'ultima, è aggregato alle Molucche, al governo delle quali appartiene anche la Nuova Guinea. Esclusa la Nuova Guinea, tutte le isole comprese amministrativamente sotto il nome di Molucche hanno una superficie complessiva di 120.000 kmq. Tra esse, Halmahera ha una superficie di 17.998 kmq.; Ceram, 17.152 kmq.; Buru, 9559 kmq.; Amboina 761 kmq.; le isole Tenimber, 5005 kmq.; le isole Kei, 1500 kmq.; le isole Aru, 8600 kmq.
La capitale è Amboina. Il governo è diviso in due residenze: Amboina, da cui dipendono le isole a S. del mare di Ceram, con la costa meridionale della Nuova Guinea; Ternate, da cui dipendono le altre Molucche con le coste occidentale e settentrionale della Nuova Guinea. Il territorio dipendente dalla residenza di Ternate è costituito in massima parte dai tre sultanati di Ternate, Tidore e Batian, i cui principi islamiti sono legati al governo dalla "dichiarazione breve". Da sei secoli i principi di Ternate e di Tidore, come veri re insulari, dominano dalle loro piccole isole (o piuttosto sfruttano) le isole circostanti e le coste della Nuova Guinea.
Esplorazione e storia. - Il veneziano Niccolò de' Conti fu il primo europeo che circa il 1440 portò in Europa qualche informazione diretta sulle Molucche. In seguito, le misteriose isole delle spezie, i cui prodotti rari e costosi (chiodi di garofano, noce moscata e mace, pepe) già da secoli erano portati dalle carovane e per mare a Venezia e a Genova, attirarono sempre più l'amore di guadagno dei popoli navigatori. Nel 1512 il portoghese Antonio d'Abreu raggiungeva, nell'arcipelago di Banda, le più meridionali fra quelle isole. Francisco Serrão, rimasto quivi, mentre l'Abreu tornava a Malacca, raggiungeva Ternate e Amboina dove sbarcò e fondò più tardi uno stabilimento per il commercio delle spezie. Pervenutane la notizia a Magellano, questi dubitando che quelle isole si trovassero più a ponente di quello che realmente erano e cioè fuori dell'emisfero assegnato ai Portoghesi dalle bolle papali, integrate dal trattato di Tordesillas, si offrì a Carlo V di recarsi a occupare per lui quelle isole, navigando verso ponente e ricercando un passaggio attraverso alle terre americane, recentemente scoperte. È noto come Magellano, dopo avere scoperto lo stretto che porta il suo nome e attraversato il Pacifico in direzione di NO., non poté raggiungere le Molucche, perché ucciso nelle Filippine dagl'indigeni; ma i superstiti di quel massacro, compreso l'italiano Antonio Pigafetta, che ha narrato le vicende della spedizione, dopo avere a lungo peregrinato, toccando Borneo, giunsero l'8 novembre del 1521 a Tidore, e poco dopo a Ternate. Di là la nave Vittoria, saputo che i Portoghesi preparavano una spedizione da Malacca per combatterli, si allontanò in fretta sempre in direzione di ponente, e ritornò in Spagna, facendo così il giro del mondo (6 settembre 1522), mentre l'altra nave spagnola, la Trinidad, dopo avere invano tentato di fuggire verso Oriente, dovette tornare indietro per mancanza di viveri e ritornare a Ternate, dove fu costretta ad arrendersi ai Portoghesi. Il possesso delle Molucche fu lungamente disputato tra la Spagna e il Portogallo, con argomenti scientifici per determinare se l'arcipelago fosse compreso nell'emisfero spettante all'una o altra nazione: finché col trattato di Saragozza del 22 aprile 1529 Carlo V dietro un compenso pecuniario, rinunziò a ogni suo diritto in favore del re di Portogallo. Il centro del possesso fu Amboina, dove venne esiliato il grande Camões per ordine del governatore delle Indie.
Già sulla fine del secolo XVI gli Olandesi, in guerra con la Spagna, il cui re aveva avuto anche la corona del Portogallo, iniziavano la lotta contro i Portoghesi, dapprima stabilendosi a Banda e ad Amboina, poi, man mano allargando il loro dominio verso il nord, d'accordo col sultano di Ternate, che poi detronizzarono. Gli Olandesi, stabilito con la forza il monopolio sul commercio dei chiodi di garofano, dovettero poi lottare contro gl'Inglesi, dei quali si sbarazzarono con la violenza, massacrando ad Amboina (1623) tutta la piccola colonia colà residente. Il possesso olandese delle Molucche venne sempre rafforzandosi per opera della Compagnia delle Indie Orientali, che estese il suo dominio su Giava, su Borneo, su Sumatra e su altre vaste e importanti isole fino alla sua soppressione nel novembre del 1798, quando l'Olanda era divenuta Repubblica Batava sotto l'egemonia della Francia.
Gl'Inglesi per ben due volte occuparono le Molucche, prima durante la rivoluzione francese, poi durante le guerre con Napoleone; ma con la pace furono costretti a restituirle al regno dei Paesi Bassi, che cedeva però Capo, Ceylon e una parte della Guiana.
Una nuova compagnia commerciale fu fondata nel 1824 per volere del re Guglielmo I: e questa mantenne nelle Molucche il sistema del monopolio, che in virtù d'un trattato con l'Inghilterra aveva dovuto abolire a Giava e in altre parti del vasto dominio insulare. Nel 1862 il ministro Thorbecke fece, non senza gravi contrasti, abolire la schiavitù anche nelle Molucche, sostituendola col lavoro obbligatorio, che fu poi soppresso, per molti prodotti, dai suoi successori (1868).
Sebbene dal 1619 gli Olandesi spostassero il loro centro d'azione da Amboina a Giava, le Molucche tennero ancora a lungo un posto considerevole tra i possedimenti asiatici dell'Olanda. I ricordi storici dei giorni del monopolio sulle spezie vi pullulano tuttora. Solo dopo la decadenza del regime monopolistico del commercio e la caduta dei prezzi delle spezie, le Molucche sono divenute una delle regioni più insignificanti delle Indie Olandesi, per quanto riguarda la produzione, il commercio e l'industria.
Caratteristiche fisiche. - Insieme con l'isola di Celebes, le Molucche occupano quella parte instabile e tormentata della superficie terrestre compresa tra gli stabili altipiani sottomarini della Sonda e di Sahul e gli oceani Pacifico e Indiano. Morfologicamente si distinguono: 1. Le Molucche meridionali, composte: a) dalle isole che sono le sommità d'una catena d'alte montagne, le quali emergono da mari profondi e formano insieme la serie insulare esterna del Mare di Banda. Isole principali di questa zona sono le Tenimber o Timorlaut, Ceram e le isole d'Amboina; l'isola di Buru vi forma un alto blocco isolato; b) dalla catena di vulcani che sorgono sopra una cresta sottomarina, il cui insieme costituisce la serie insulare interna del Mare di Banda. Essa forma il prolungamento dei vulcani delle Piccole Isole della Sonda e termina con gli avanzi del vulcano di Banda. Questi avanzi formano il piccolo gruppo delle isole Banda con una superficie di soli 50 kmq. Queste isole sono state tuttavia fino ai tempi presenti la regione principale per la coltivazione della noce moscata e costituiscono un paesaggio di straordinaria bellezza incorniciato in uno scenario fantastico; c) dal blocco non piegato delle isole Kei, il quale si prolunga nella vicina penisola della Nuova Guinea; d) dalle isole Aru, arcipelago assai basso sull'altipiano sottomarino di Sahul, intagliato da canali poco profondi, dei quali non si conosce bene la genesi.
2. Le Molucche settentrionali, composte: e) dalla catena delle isole Misool-Obi-Sula; f) dai gruppi d'isole di Halmahera e di Batjan costituiti da montagne smembrate. In questi gruppi si trovano 24 vulcani, di cui 2 attivi: di essi, 11 sono nella penisola settentrionale di Halmahera, 8 formano la catena delle isole Ternate, Tidore, ecc., e 5 sono situati nella penisola settentrionale di Batian.
Le formazioni coralligene sono numerosissime e bene sviluppate e formano scogliere coralline costiere, barriere e atolli. Nei mari esistono numerosi bacini profondi: il mare di Banda, per es., ne conta tre che scendono rispettivamente a 7410 m., 5267 m. e 5120 m. Le più alte montagne delle Molucche raggiungono l'altezza di 3010 m. a Ceram, di 2050 m. a Buru e di 1038 m. ad Amboina; i vulcani di Halmahera, di Ternate e di Tidore si spingono a 1500 m. s. m.; il cono più recente del vulcano di Banda è alto 658 m.
Le isole meridionali (Tenimber, Kei, Aru) hanno il clima di tipo secco di Kupang; le altre hanno il clima di tipo piovoso di Amboina.
Fauna lussureggiante e per bellezza e per varietà di specie di Uccelli e d'Insetti. I Mammiferi sono limitati di numero: fra essi il cervo delle Molucche, la viverra tangalunga, l'istrice savanico, il cinghiale di Ceram, alcuni Rosicanti e fra i Marsupiali oltre varie specie del genere Phalanger ricordiamo il petauro dal caratteristico paracadute. Gli Uccelli sono più varî e interessanti. Sono note più di 200 specie, delle quali circa i ¾ proprie delle Molucche. Fra quelle più caratteristiche l'uccello Paradiso delle Molucche, il pappagallo maggiore, il lori rosso, il megapodio e il casoaro di Ceram. I Rettili sono rappresentati da numerose specie di serpenti e pitoni, di lucertole del gruppo degli Scincoidi; gli Anfibî da alcune specie di rane. Tra gl'Insetti che vivono nelle Molucche ricorderemo le bellissime forme di Papilio, Diadema, fra i Lepidotteri, e fra i Coleotteri numerosi Lamellicorni fra cui le bellissime Schizorrine fra le Cetonie. Numerosi gli Ortotteri con le strane forme tropicali di Fasmidi e Fasgonuridi. Oltremodo ricchi di specie sono i gruppi degli altri Artropodi terrestri e dei Molluschi polmonati.
Nella flora delle isole Molucche si osserva un predominio di famiglie e di specie vegetali dell'Asia tropicale: le isole prossime all'Arcipelago della Sonda presentano numerose specie indomalesi. Però queste affinità con la flora dell'Asia tropicale non escludono caratteristiche proprie, dovute alla mescolanza della flora asiatica con quella del NE. dell'Australia tropicale, mentre l'elemento australiano propriamente detto, rappresentato da elementi non tropicali, penetra e sale nelle regioni montuose, dove raggiunge un grande sviluppo. Non mancano inoltre elementi endemici più o meno abbondanti. Le isole Molucche sono la patria di molte droghe e di molte spezie: il garofano (Caryophyllus aromaticus o Eugenia caryophyllata); la noce moscata (Myristica fragrans) limitata alle isole di Banda, il Piper betel, il P. officinarum, l'Areca catechu, che fornisce la noce di betel, alcune Dioscorea, il Metroxylon Rumphii o palma del sagù, l'albero del pane (Artocarpus) qui hanno la loro origine e sono coltivati più o meno estesamente. Anche il Cocos nucifera è molto diffuso: come pure crescono parecchie palme, Pandanus, Freycinetia, parecchie Mirtacee e nei boschi si trovano essenze importanti, come il tek, il legno ferro, una specie di ebano, ecc. Sulle coste vi sono formazioni a mangrovie e foreste a carattere nettamente tropicale.
Popolazione. - L'intera popolazione del governo delle Molucche ascendeva nel 1930 a 876.000 indigeni, 4800 tra Europei e loro discendenti, 8300 Cinesi e 4100 altri individui di popolazioni orientali, con un totale, quindi di 893.000 ab. Poiché la Nuova Guinea Olandese conta a un dipresso 340.000 ab., si possono calcolare a circa 550.000 quelli delle Molucche proprie. Le sole località di qualche importanza sono: Amboina (17.000 ab.) e Bandaneira, dove rimangono ancora famiglie olandesi di coltivatori della noce moscata. La popolazione è di tipo molto vario, contenendo anche elementi papuasî. Le diversità culturali non sono minori delle differenze somatiche. A poche ore di distanza dai villaggi degli Ambonesi, popolazione di cristiani protestanti e d'antica civiltà, si trovano le capanne delle tribù di Ceramesi pagani, cui solo il timore delle sanzioni governative trattiene dall'abbandonarsi alla loro passione di collezionisti di teste umane. Il medesimo si dica della pirateria, esercitata soprattutto dagli abitanti delle Molucche settentrionali, prima che l'autorità del governo, l'istruzione e le missioni addolcissero i costumi. Da alcune generazioni gli Ambonesi hanno dimenticato del tutto la loro lingua, sostituita da quella malese. Dalle isole Banda, per es., gli abitanti originarî sono del tutto scomparsi: la popolazione attuale è formata dai discendenti dei lavoratori delle piantagioni di noce moscata, d'origine giavanese, balinese, ecc. e di lingua malese. Nell'isola di Kisar vi è un villaggio di meticci olandesi, notevolissimi sotto l'aspetto antropologico e sociologico. È curioso notare che tutti questi componenti della popolazione, gelosi di conservare ciascuno la propria posizione, vivono in kampungs separati.
Le Molucche furono evangelizzate nel sec. XVI da missionarî cattolici portoghesi e da S. Francesco Saverio nel 1549 o nel 1551. In base alla religione e al livello culturale, la popolazione potrebbe venire classificata nel modo seguente: 1. gli Ambonesi, cristiani colti e ben istruiti, convertiti al protestantesimo dalla Compagnia nel sec. XVII, tranne una minoranza islamitica. Abitano le quattro isole del gruppo di Ambon; migliaia di essi sono emigrati verso le altre isole Molucche, Giava, ecc.; altre migliaia hanno scelto la carriera militare e fanno parte dell'esercito coloniale olandese. Si può calcolare che ascendano a circa 100.000. 2. I Ternatiani e Tidoresi, di Ternate e di Tidore, sono circa 70.000, di religione islamitica, eccetto una minoranza di cristiani protestanti. Sono numerosi, tra essi, i navigatori e i commercianti. 3. I cristiani della missione protestante, convertiti di recente dal paganesimo, soprattutto a Halmahera e a Buru. 4. I cristiani della missione cattolica, di conversione recente come i precedenti, abitanti soprattutto nelle isole Kei e nelle Tenimber. 5. I pagani dell'interno delle grandi isole, designati comunemente col nome generico di Alfuri (v.).
Vita economica. Prodotti. - L'agricoltura comprende, in generale, qualche sporadico campo di granoturco, di riso di montagna e di tuberi; tali campi vengono abbandonati dopo due o tre magri raccolti. I campi di colture permanenti sono abbastanza rari e non esiste allevamento di bestiame. Alimento principale, in forma di zuppa o di tavolette scure, è il sagu, fecola che si ricava facilmente e in grande quantità dai tronchi d'una palma (Metroxylon Sagus) dei boschi costieri o delle piantagioni. Ogni famiglia o tribù possiede alcune di queste palme. L'alimentazione è integrata con i prodotti della pesca, pesci, crostacei, conchiglie, oloturie, e della caccia, nonché con olio di cocco e frutta.
Le importazioni e le esportazioni delle Molucche si bilanciano con un valore fra 3 e 4 milioni di fiorini annui ciascuna. Delle esportazioni, una parte è avviata direttamente all'estero; il rimanente passa, come tutte le importazioni, per il grande porto di Makassar (Celebes).
Principali articoli d'importazione sono: riso, prodotti tessili (soprattutto dal Giappone); utensili, piccoli articoli d'industria e minuterie. La piccola industria domestica, talora di carattere molto artistico, è presentemente in decadenza. Gli abitanti delle isole Kei sono abili costruttori di piccole navi.
Tra le esportazioni locali figurano: il copra, prodotto un po' dappertutto, per un valore annuo di circa 1 milione di fiorini: le grandi conchiglie dette broca; gomma e resina in non grande quantità, soprattutto da Batjan e dalle isole Ubi; l'olio essenziale di kaju putih di Buru (albero bianco, Melaleuca Cajeputi), distillato dalle foglie; infine, i chiodi di garofano, ancora rinomati per la loro qualità superiore, ma la coltivazione ne è talmente decaduta, che l'esportazione annua raggiunge appena il valore di 100.000 fiorini. Per la sua industria dei kreteks (sigarette il cui tabacco è mescolato a chiodi di garofano polverizzati), Giava deve importare dall'Africa occidentale una certa quantità di chiodi di garofano di qualità inferiore.
Le esportazioni per l'Europa comprendono: noce moscata e mace, da Banda. Questi prodotti sono ancora i migliori del mondo, ma il reddito è in diminuzione e i giardini passano dal possesso di privati individui a quello di società. Tra queste esportazioni è da menzionare anche il copra, prodotto da numerose piccole imprese agricole di Halmahera, Bat) an e Ceram; la madreperla e le perle, dalle coste delle isole Aru, dove lo sfruttamento viene fatto da una concessione australiana, con sede a Dobo. I palombari, o pescatori delle ostriche perlifere, sono in maggioranza giapponesi. Infine è da ricordare la produzione del petrolio greggio del Royal Dutch a Bula (Ceram orientale). Questa produzione fu, nel 1932, 41.553 tonn., pari all'1% della produzione totale delle Indie Olandesi. (V. tavv. CXXV e CXXVI).
Bibl.: Tutta la bibliografia sulle Molucche è raccolta nell'opera di M. W. Ruinen, Overzicht van de literatuur betreffende de Molukken, I (1550-1921), Amsterdam 1928. Il vol. II, in corso di pubblicazione, giungerà fino al 1931. Per le missioin cattoliche, vanno segnalati: B. J. J. Visser, On der Portugesch-Spaansche Vlag. De Katholicke Missie van Indonesië 1511-1605, Amsterdam 1925; G. Wessel, De Geschiedenis der R. Missie in Amboina 1546-1605, Nimega e Utrecht 1926, trad. fr. di J. Roebroek, S. J., Lovanio 1934.