internalizzato
p. pass. e agg. Fatto entrare nella sfera di gestione di un ente pubblico o di un’azienda.
• uno studio dell’economista Paolo Silvestri dell’Università di Modena (su dati dell’«Osservatorio regionale su infanzia e adolescenza» relativi ai periodi 2006-2008 e 2008-2009) rivela che i nidi bolognesi sono più cari del 30-40% di quelli delle altre città dell’Emilia-Romagna. Le ragioni? C’è la questione del costo del personale educativo e di pulizia «maggiormente internalizzati nei nidi a gestione diretta, che a Bologna sono più numerosi rispetto ad altre città, e quindi con contratti più onerosi rispetto a quelli di una cooperativa sociale». (Unità, 9 ottobre 2011, Bologna, p. IV) • «La giustizia ha sempre bisogno di una sinergia con le altre istituzioni, per la preparazione e la conoscenza dei problemi. Per questo sui reati ambientali oggi c’è bisogno di una diversa struttura giudiziaria, con competenze extragiudiziarie internalizzate, così come si sta sperimentando in Francia» (Antonio Balsamo intervistato da Ma(rio) B(arresi), Sicilia, 3 maggio 2013, p. 7, I Fatti) • È di nuovo polemica sulla Sanitaservice dell’Asl Bari, la società internalizzata che si occupa di pulizia e ausiliariato all’interno degli ospedali dell’azienda sanitaria locale. (Antonello Cassano, Repubblica, 27 agosto 2015, Bari, p. V).
- Derivato dal v. tr. internalizzare con l’aggiunta del suffisso -ato.
- Già attestato nella Stampa del 2 febbraio 1988, p. 11, Interno (Ezio Minetto).